Caro iCrewer, finalmente, dopo troppo tempo, mi ritrovo a lasciarti la mia recensione del romanzo storico di Giulio Castelli, La Battaglia del Leone di Venezia. Il libro è edito dalla Newton Compton Editori ed è disponibile sia in formato e-book che cartaceo.
È un romanzo storico che in modo eccellente riesce a spiegare le fasi della Guerra di Candia, anche conosciuta come quinta guerra turco-veneziana, durata circa 25 anni, tra il 1645 e il 1669.
Il giornalista e scrittore Giulio Castelli descrive questa lunga guerra attraverso gli occhi del giovane Marco Civran, che si ritrova per caso in mezzo al primo conflitto tra i Veneziani e i Turchi. Questo lungo conflitto è stato combattuto nel Mar Mediterraneo, e vede battersi l’Impero Ottomano contro la Repubblica di Venezia, sostenuta da i Cavalieri di Malta, lo Stato della Chiesa, il Granducato di Toscana e la Francia.
L’obiettivo principale per i Turchi era togliere l’ultimo avamposto commerciale alla Serenissima, l’isola di Creta, il più ricco dei possedimenti appartenenti alla Repubblica. Come ci descrive Castelli, la guerra si è spostata anche verso il Mar Egeo; e per quanto riguarda la terraferma, i conflitti si sono estesi anche in Dalmazia.
Dopo questa piccola premessa storica, parliamo de La Battaglia del Leone di Venezia, che merita tantissima attenzione.
La Battaglia del Leone di Venezia di Giulio Castelli
Il romanzo si apre nel 1687, 18 anni dopo la fine della guerra. La Battaglia del Leone di Venezia inizia con le parole e i ricordi di Macro Civran, che ripensa alla sua giovinezza e alla guerra in cui, per caso, si è ritrovato.
Intanto godo della brezza pomeridiana. Porta i profumi dei frutti autunnali frammisti all’odore di salsedine. Con gli occhi chiusi vado a ritroso nel tempo. Le immagini si moltiplicano nel mio ricordo, finché qualcuna svanisce e qualche altra diviene più nitida. Ecco allora che rivedo alcune figure di ragazzi in un pomeriggio assolato e uno di loro sono proprio io. Ho diciotto anni.
Questa è la premessa che accompagna il lettore dentro il vivo del racconto. Marco Civran si presenta come un ragazzo spensierato, che gareggia con i suoi amici Giorgio Guglielmi e Anastasios Aristopoulos, destreggiandosi al tiro con l’arco. Marco, figlio di un importantissimo mercante di Venezia, Alvise Civran, rivive anche i ricordi legati al suo primo amore, Thea, la giovane greca e sorella di Anastasios.
Alvise Civran, come detto, è un importante mercante e per questo si ritrova a viaggiare per mare per controllare e gestire i suoi commerci. Durante i diversi spostamenti, Marco Civran accompagna sempre il padre. Durante l’ultimo viaggio, Alvise si offre per accompagnare la giovane Thea presso l’isola di Creta, precisamente a La Canea.
Ed ecco, che si inizia ad entrare nel vivo del racconto e della guerra. Durante la traversata, la grossa maona a tre alberi si trova tra le sei galee dei Cavalieri di Malta e le navi degli ottomani.
Giulio Castelli descrive meticolosamente tutte le scene e le battaglie attraverso gli occhi di Marco. Leggendo La Battaglia del Leone di Venezia ho notato come lo scrittore sia riuscito a dare un ritmo agli eventi. Durante l’assalto de La Canea, ad esempio, noterete il ritmo delle parole più veloci. Frasi brevi che descrivono le azioni frenetiche dei turchi ben organizzati e la disperazione di una città non abituata alla guerra.
I capitoli dedicati alla guerra e agli scontri vi sembreranno più veloci da leggere. L’autore è molto dettagliato e preciso nel linguaggio e nell’utilizzo di termini tecnici. Giulio Castelli ha la grande capacità di far viaggiare il lettore; io stessa, durante la lettura del libro, non leggevo parole e frasi, ma vedevo battaglie e scontri intorno a me.
I momenti di resa o di pace, sembrano essere più riflessivi e lenti. Si assaporano i momenti di chi è sopravvissuto agli scontri. La disperazione di non vedere i propri cari e le ansie che si accumulano. La resa difronte la forza bruta degli ottomani.
Riuscivo ad immaginare ad occhi aperti le galee e la bastarda (una grossa galea che era anche la capitana di una squadra navale veneziana), e anche i brigantini che solcavano i mari o la Sultana che si rifugiava durante una tempesta. Anche le descrizioni dei personaggi sono molto dettagliate, in particolare, ha messo in evidenza le caratteristiche dell’abbigliamento e i tratti psicologici. Ne La Battaglia del Leone di Venezia troverete anche le meticolose presentazioni del Cadì, del Comito, dei Corbac e dei Basci-buzuk. In questo modo, mentre leggerete le vicende e le peripezie del giovane Marco, conoscerete meglio i trattati fisici di personaggi storici che si trovano semplicemente elencati o nominati nei libri di storia.
Di grande importanza sono le descrizioni del territorio, che mi hanno permesso di viaggiare con la fantasia e andare indietro nel tempo. Il giornalista Castelli ha proprio questo dono, riuscire a catapultare il lettore in tempi e luoghi storici che sembrano essersi persi nella memoria delle culture e ancorati alle pagine dei libri di storia.
Castelli usa termini molto dettagliati e ricercati, ma questo non deve spaventare il lettore, perché tra le prime pagine del libro troverete un fornito glossario che vi aiuterà a capire i termini più specifici. Vi sarà facile capire la differenza tra un cannone e una colubrina, tra un veliero e un brigantino.
Imparerete che i galeotti non sono da intendersi come ricercati, ma come prigionieri di guerra ridotti in schiavitù e condannati ai remi fino al loro ultimo respiro. Le navi erano le galee o le galeotte, e da qui il termine galeotto.
Oltre al glossario, troverete, sempre tra le prime pagine, una serie di mappe e cartine che vi aiuteranno a collocare geograficamente scontri e battaglie.
L’autore è fedelissimo a fatti ed eventi storici, e l’unica libertà che si concede e nel descrivere la storia d’amore tra Marco e Thea, la vendetta di Melania e l’alleanza tra un mercenario e un ex moschettiere. L’autore, nella premessa scrive:
Gli episodi storici narrati nel romanzo sono documentati e il racconto è fedele a quanto realmente accaduto se si escludono le vicende personali dei protagonisti.
Un romanzo bellissimo e dettagliato che vale davvero la pena leggere!