Oggi, caro iCrewer, vorrei parlarti di un libro che ha messo in discussione alcune delle certezze che avevo, in fatto di romanzi: Finché le stelle saranno in cielo, di Kristin Harmel, pubblicato da Garzanti.
In che senso ha smosso le mie convinzioni? Beh, devi sapere che parte della sua trama sconfina in uno di quegli argomenti di cui, per quanto io mi sforzi, proprio non riesco a leggere. La prima volta che ho visto Finché le stelle saranno in cielo, ad attirarmi sono stati tiolo e copertina. Poi, però, ho letto la trama, e non appena gli occhi si sono posati su Olocausto ho subito riappoggiato il volume sullo scaffale.
Qualche mese dopo mi sono trovata nella stessa identica situazione e alla fine mi sono detta: prova, se poi proprio vedi che non ce la fai, lo rivendi o lo regali in biblioteca (ho fatto un ragionamento simile anche con Storia di una ladra di libri). E devo proprio dirlo, per fortuna ho comprato quest’opera.
Non è stato solo l’inizio di un’avventura, ma anche la nascita di una predilezione per le opere di Kristin Harmel, che mi ha portato ad acquistare altri suoi titoli come Quando all’alba saremo vicini, So che ci rivedremo presto e Farò di tutto per tornare da te.
Perchè ti consiglio il romanzo di Kristin Harmel?
Le motivazioni sono davvero molte, ma cercherò di andare più nel dettaglio.
Prima di tutto c’è una trama coinvolgente, intrigante, che intreccia in modo spettacolare presente e passato, Stati Uniti e Francia. Lo stile dell’autrice è scorrevole, coinvolgente. Lascia con il fiato sospeso, ma avvolge anche come una carezza. È delicata e forte allo stesso tempo.
Kristin Harmel entra in punta di piedi nel racconto, tratteggia realtà diverse ma che si ricongiungono alla perfezione. Anche quando parla dei campi di concentramento, lo fa senza esagerazione, senza marcare più del necessario (e quindi sì, ho pianto, ma poi sono anche riuscita a dormire senza lasciare l’abat jour accesa).
Disegna personaggi forti, ben delineati, che hanno il coraggio di fare scelte difficili in momenti cruciali. E non parlo solamente di Rose, che fa di tutto per rimanere in vita in uno dei periodi più oscuri della storia dell’umanità; ma anche di Hope che, sebbene potrebbe portare avanti la ricerca modi che non implichino un volo transatlantico, opta per la decisione più rischiosa e coraggiosa. Per fortuna, se posso permettermi.
Questo romanzo è una di quelle storie meravigliose, in cui alla fine tutto combacia, ma senza esplosioni e fuochi d’artificio. Con la tranquillità e l’armonia di amori che travalicano tempo e spazio.
Se, a tutto ciò, aggiungiamo le ricette di dolci che aprono ogni capitolo, non si può fare a meno che aver voglia di leggerlo! Per il momento io non ho ancora provato a realizzarne neanche una, ma conto che Kristin Harmel l’abbia fatto, prima di inserirle nel libro!
La trama di Finché le stelle saranno in cielo
Da sempre Rose, nell’attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del crepuscolo. È quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulla rive della Senna. Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno l’amatissima nipote Hope. Ma adesso per Rose, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce a un ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una promessa.
Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un elenco di nomi e una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod. Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all’Olocausto.
Hope è sconvolta ma determinata: conosceva l’Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all’eccidio. Per questo, per dare un senso anche al proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in cielo.