Jólakötturinn: La leggenda del gatto natalizio d’Islanda
Caro iCrewer, hai iniziato ad aprire le caselle del calendario dell’avvento? Siamo nei primi giorni di dicembre, ha già nevicato e Natale è sempre più vicino.
Natale porta con sé voglia di casa e calore, di raccontare e ascolta re storie, leggende e usanze, diverse per i diversi paesi nel mondo.
In Islanda hanno la bellissima tradizione chiamata Jólabókaflóð (letteralmente inondazioni di libri) di cui ti ho già parlato in passato, di regalare libri la notte di Natale e poi leggerli insieme.
A questa tradizione si affianca un leggenda un pò inquietante
Jólakötturinn: Il gatto natalizio d’Islanda
La leggenda narra che lo Jólakötturinn che si aggira nei paesi d’Islanda la notte di Natale, sia un enorme gatto nero dai baffi bianchi molto lucidi che luccicano al buio e dall’appetito famelico. Gli occhi brillano come braci ardenti e la lunga coda gli permette di fare lunghi e terrificanti balzi.
Un altro nome con cui è conosciuto questo temutissimo felino è Gatto di Yule. L’antica festa pagana di Yule sostituita dal Natale quando l’Islanda ha iniziato a praticare il cristianesimo.
Il Natale è un periodo gioioso, ma la figura dello Jólakötturinn è molto temuta perché non sono i topi le sue prede, bensì gli uomini. Nel corso dei secoli le sue vittime sono cambiate ma hanno sempre avuto un elemento in comune: non hanno un capo nuovo da indossare a Natale, che sia prodotto con le proprie mani oppure regalato. Il gatto natalizio, quindi, punisce chi non si è organizzato in modo adeguato.
La leggenda dello Jólakötturinn esiste già dal Medioevo e nel’700 c’è un’altra storia raccapricciante che lo vede protagonista
Jólakötturinn: Il gatto natalizio d’Islanda
Un’altra leggenda legata al gatto natalizio Jólakötturinn lo descrive come animale domestico dei mostri Grýla e dal marito Leppalúði che viveva nei vulcani dell’isola. A volte venivano citati come giganti altre volte come troll, in entrambi i casi si nutrivano di carne umana prediligendo i bambini disobbedienti.
L’uso del gatto nero come monito a comportarsi bene obbedendo ai genitori, incutendo loro paura, creava nei piccoli islandesi diversi traumi psicologici, tanto che nel 1764 le autorità arrivarono a promulgare un editto nel quale vietavano la diffusione di questo mito per non spaventare i bambini.
L’editto comunque non fermò il tramandarsi della leggenda e nell’800 in piena rivoluzione industriale, la leggenda del gatto natalizio Jólakötturinn venne usato come stratagemma dai padroni delle fabbriche, per far lavorare ancora di più gli operai, spingendoli a concludere, prima della fine dell’anno, la lavorazione della lana raccolta nel periodo autunnale.
Chiunque avesse lavorato celermente e bene avrebbe ottenuto un capo nuovo per Natale salvandosi così dalle grinfie e dall’ira del malefico felino.
In tempi più recenti viene tramandata una versione più edulcorata di
Jólakötturinn: Il gatto natalizio d’Islanda
Il gatto nero dai lunghi e lucenti baffi bianchi e dallo sguardo di brace è ancora temibile ed aggressivo, ma non attacca gli uomini pigri o i bambini disobbedienti. Chi la notte di Natale non ha un nuovo indumento da indossare viene privato anche della cena natalizia. Una versione più edulcorata e leggermente meno traumatica della leggenda del Jólakötturinn, il gatto natalizio d’Islanda.
Io amo molto i gatti, ne ho sempre avuti e anche adesso ne ho tre, devo ammettere però che questa leggende mi ha inquietato un po’, soprattutto quella che riguarda i bambini.
Tu la conoscevi? Cosa ne pensi? Se vuoi conoscere altre leggende provenienti dal mondo ti consiglio il libro Le più belle storie di Natale dal mondo.
Mah forse significa che anche in un periodo festivo non bisogna stare in ozio completo.