Jimi Hendrix è considerato una vera e propria leggenda. Un’icona che va oltre alla passione per la musica, per la sua musica, e che rappresenta l’espressione massima di una generazione che negli anni sessanta ha fatto del genio e della sregolatezza un vero e proprio stile di vita.
Artista che ancora oggi è considerato il più influente chitarrista della storia della musica rock, per via del suo essere ribelle, anticonformista e sopratutto decisamente irriverente verso le tecniche classiche dell’arte del prendere in mano il più famoso strumento a corde. Jimi Hendrix ha re-inventato il modo di suonare la chitarra.
JIMI HENDRIX: SUONI E VISIONI, IL LIBRO
In occasione dell’anniversario della sua scomparsa, avvenuta nel mese di settembre del 1970, esce per Edizioni White Star, il 1 settembre, il libro Jimi Hendrix. Suoni e visioni scritto dal giornalista e critico musicale Ernesto Assante.
Un libro che celebra i cinquanta anni senza la più influente e più famosa rock star di tutti i tempi, attraverso il racconto di performance indimenticabili ed entrate nell’immaginario comune per la grandezza delle immagini e delle canzoni, foto inedite e citazioni importanti.
Del resto Jimi Hendrix è stato uno che con soli tre album all’attivo e soli ventisette anni di vita è riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo della Hall of Fame del rock’n’roll. Uno di quegli artisti definiti dannati e inseriti nel club dei ventisette insieme a Jim Morrison, Janis Joplin, Brian Jones e Amy Winehouse, tutti morti all’età di ventisette anni.
Assante ripercorre la breve ma intensa vita di Jimi Hendrix partendo dagli anni dell’infanzia fino ad arrivare al racconto delle più grandi esibizioni dal vivo del talento puro, due su tutte: il Festival di Monterrey nel 1967 e Woodstock nel 1969, un festival questo che non ha certo bisogno di presentazioni.
La chitarra utilizzata come cannocchiale per guardare il futuro, così dice l’autore nell’introduzione, a dimostrazione della novità e dell’irriverenza che Hendrix portò nella musica.
È chiaro che oggi risulta complicato capire questo concetto fondamentale e imprescindibile se si vuole raccontare chi era Jimi Hendrix. Oggi siamo abituati a tutto, probabilmente abbiamo già visto tutto quello che si può immaginare di vedere, ma facendo un piccolo sforzo possiamo ipotizzare la forza e l’urto che pezzi come Foxy Lady, Hey Joe e Purple Haze potevano aver scatenato in quegli anni.
Tutto quello che esiste oggi è figlio dell’innovazione di Hendrix, che è riuscito attraverso i suoi assoli indiavolati e visionari a trasformare in musica il fermento di una intera generazione, un clima di cambiamento che si respirava nell’aria.
Per quanto mi riguarda, ho conosciuto Jimi Hendrix una mattina sul treno verso Mantova. Avevo diciannove anni credo. La sera prima, un mio cugino più grande mi aveva detto: “Visto che domani devi fare un viaggio di qualche ora, ascolta questo cd”: era un live di Jimi Hendrix, non ricordo quale in particolare.
Mi sono reso subito conto di essere al cospetto di qualcosa di grande, di unico. Quella mattina è entrata nella mia vita la canzone Little Wing e non ci è mai più uscita. Se non la conosci, caro iCrewer, mai come questa volta il mio consiglio di andare a recuperarla, attraverso il link che condivido alla fine di questo articolo, è così tanto sentito.
L’AUTORE
Ernesto Assante è un giornalista e un critico musicale. Nel suo percorso professionale ha collaborato con numerosi periodici italiani e stranieri, tra i quali L’Espresso e Rolling Stone. Ha scritto numerosi testi di storia della musica, per White Star ha già pubblicato: Woodstock 69 – la rivoluzione del Rock’n’roll, Le leggende del rock, Chitarre Rock, 5 Seconds of Summer e I giorni del rock.