Il cercatore di fortuna, ovvero Jacob Barocas, è il protagonista della quinta puntata del podcast Per antiche strade. Storie di viandanti che hanno fatto l’Europa, realizzato da Matteo Caccia e che racconta in 8 puntante il nuovo libro di Mathijs Deen. Una nuova storia dopo quelle di Boiorix, Bulla Felix e di Gudrid Thorbjarnardóttir.
Jacob Barocas
Ebreo sefardita, Jacob Barocas è sfuggito dall’inquisizione spagnola e con la sua compagnia di attori girovaghi è arrivato in Olanda, più precisamente ad Amsterdam, dove ha fatto conoscere il grande teatro spagnolo del ‘600 e, in particolare, il drammaturgo Lope de Vega.
«E poi vide per la prima volta Lope de Vega, messo in scena da immigrati ebrei sotto un tetto spiovente all’ultimo piano di un magazzino arredato in modo provvisorio e ciò che vide lo colpì come un fulmine a ciel sereno.»
Inizia così questa quinta puntata del podcast, con la lettura di un brano del libro Per antiche strade di Mathijs Deen. Matteo Caccia ci svela un elemento che ricorre nel modo in cui Mathijs Deen ha composto questo libro. L’autore, infatti, inizia ogni capitolo con un breve aneddoto, che ha vissuto personalmente, e legato al luogo in cui si è svolta la storia che va a raccontare o a un luogo di passaggio dei protagonisti di questa storia. Quello di questo capitolo te lo lascio scoprire direttamente dalle parole di Matteo Caccia.
Oltre a Jacob Barocas, protagonista indiretto di questo racconto è Lope de Vega, un famoso e rivoluzionario poeta, scrittore e drammaturgo spagnolo, che Cervantes definì «un prodigio della natura». Lope de Vega non appare direttamente, ma attraverso una delle sue opere più famose, La Hermosa Ester. In questo capitolo del libro Per Antiche Strade, viene narrata la prima rappresentazione di questo testo fuori dalla Spagna, in Svezia, davanti alla Regina. Ma non solo.
Mathijs Deen ci racconta che una volta tornati ad Amsterdam questa compagnia ha operato un’altra rivoluzione nel mondo teatrale di quell’epoca, facendo impersonare i personaggi femminili da donne, e non da uomini, com’era consuetudine.
Il racconto di Matteo Caccia e quello di Mathijs Deen sono talmente belli che ho deciso di lasciare direttamente a te l’emozione di ascoltarli e leggerli. Io, invece, ti parlerò un po’ di Lope de Vega.
Lope de Vega e il teatro spagnolo
Lope de Vega è visssuto nella Spagna del Siglo de Oro, quel periodo di fermento culturale che va dalla nascita dell’Impero spagnolo alla metà del Seicento. Scrittore prolifico, ha esplorato diversi generi letterari: racconti, sonetti, romanzi, epopee, commedie. Ebbe una vita avventurosa, avvolta di mistero in alcuni passaggi e ricca di amori e passioni brucianti, contese letterarie e singolari fatti d’armi. Per conoscerlo meglio, ti suggerisco questi libri: Il teatro dei secoli d’oro, di Lope de Vega, Tirso de Molina, Miguel de Cervantes e a cura di M.G. Profeti; Sonetti Scelti, di Lope de Vega, traduzione di Virgilio Zanolla; Novelle per Marzia Leonarda, di Lope de Vega, a cura di M.G profeti e traduzione di P. Ambrosi.
Il teatro dei secoli d’oro
Tra la seconda metà del Cinquecento e la prima del Seicento, la Spagna conosce un’eccezionale stagione letteraria: “Secoli d’Oro” segnati, particolarmente, da una straordinaria “spettacolarità” che investe, allo stesso titolo, il palcoscenico e la vita. Nei due volumi della nostra collana – coordinati da Maria Grazia Profeti – sono raccolte le opere principali dei più geniali commediografi spagnoli di tutti i tempi.
In questo primo tomo figurano ben dieci commedie: cinque di Lope de Vega (La dama sciocca, I capricci di Belisa, Fuente Ovejuna, il cavaliere di Olmedo, Non è vendetta il castigo), quattro di Tirso de Molina (Il timido a Palazzo, Don Gil dalle calze verdi, Dannato perché incredulo, L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra) e una di Cervantes (La spassosa).
Tutte le pièces – oltre ad avere il testo spagnolo a fronte – sono dotate di traduzioni in versi, di introduzioni, di note e di relativa bibliografia. Il lettore potrà così avere a disposizione alcuni dei testi che hanno reso celebre in Europa il teatro del Siglo de Oro.
Sonetti Scelti
Poeta, drammaturgo e scrittore, «mostro di natura» e «fenice degl’ingegni» secondo le note definizioni di Cervantes, Félix Lope de Vega Carpio (Madrid, 1562 – ivi, 1635) è da annoverare tra i massimi ingegni della letteratura universale. Distribuiti tra i libri di poesia, le opere teatrali, vari testi a stampa e manoscritti, i circa 1400 sonetti che ci restano di lui, dei tremila che gli sono stati attribuiti, abbracciano tutti i generi (amoroso, morale, sacro, celebrativo, funebre, burlesco, ecc.) e ne fanno uno dei più completi e appassionati interpreti di questa forma poetica d’origine italiana.
Questa scelta, curata da Virgilio Zanolla, che oltre alla traduzione firma gli apparati critici, ne propone 125, relativi a ogni genere trattato e ordinati cronologicamente quasi a comporre una sorta di diario artistico e di vita; tradotti in rima nel rispetto più rigoroso dello schema metrico, della scansione sillabica e della lingua letteraria allora in uso.
Novelle per Marzia Leonarda
Nella smisurata produzione di Lope de Vega, le “Novelle per Marzia Leonarda”, preziosa prova per qualsiasi letterato, rischiano di passare quasi sotto silenzio. Eppure esse appaiono interessanti per molti motivi. Innanzi tutto per lo sperimentalismo cui Lope è sempre sensibile: egli prova infatti qui la sua versatilità su un tipo di scrittura venuto dall’Italia e che si andava acclimatando in Spagna.
Poi per la tessitura teorica, per la riflessione sul raccontare, struttura portante del testo, che viene sostenuto dall’apostrofe diretta e affettuosa a Marzia Leonarda, trasparente pseudonimo letterario dell’ultimo e drammatico amore di Lope, Marta de Nevares. L’opera viene presentata per la prima volta in Italia in una traduzione che tenta di salvarne i registri letterari alti, allusi ed elusi da Lope, e nello stesso tempo di renderne la piena leggibilità. Si è anche provveduto a un controllo dei passi dubbi sulle edizioni principes, restituendo letture corrette e talora sanando luoghi corrotti.
Il commento poi tenta di accompagnare le quattro novelle, indubbiamente non facili nella loro falsa ingenuità, con una analisi al microscopio, per rilevare passo per passo motivi, digressioni, apostrofi, rotture.
Il podcast Per antiche strade. Storie di viandanti che hanno fatto l’Europa è realizzato da Matteo Caccia e prodotto da Iperborea, in collaborazione con l’Ambasciata e il Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi.