Iosif Aleksandrovič Brodskij è nato nel 1940 a San Pietroburgo, morto il 28 gennaio del 1996 a New York.
Si stabilì definitivamente in America dopo l’espulsione del 1972 dalla Russia dove non tornerà più; disse:
Probabilmente un giorno prenderò un aereo o un treno e mi ritroverò a camminare per la strada di casa mia. Ma non credo che quello sarò io.
A quindici anni Josif Aleksandrovič Brodskij, durante una lazione a scuola si alza, osserva un’ultima volta tutto ciò che lo circonda e chi lo circonda e comincia a camminare, lentamente, verso l’uscita; con quel gesto c’è inizia il suo essere dissidente, non necessariamente sotto il profilo politico, quanto sul piano etico e linguistico.
Sarà costretto a fare ogni genere di lavoro, per aiutare la famiglia di origini ebree che, dopo il congedo forzato del padre, attraversa un periodo di gravi difficoltà economiche.
Il suo studio della letteratura è inizialmente come autodidatta e da questi inizi difficoltosi nascono le prime poesie.
Negli anni dal 1959 al 1961 alcune sue poesie vengono pubblicate dalla rivista Syntaksis; viene notato da un gruppo di giovani intellettuali che prenderà il nome di Il circolo di Pietroburgo. I successi letterari dati da poesie anticonformiste e lontane dal regime lo portano a essere arrestato. A novembre 1963 una campagna di stampa lo accusa di avere influenze negative sui giovani, questo lo porterà a sostenere un processo che si dimostrerà essere non tanto contro la persona di Iosif Aleksandrovič Brodskij quanto contro la sua scrittura vista come gesto che insegnava a vivere la libertà, che l’uomo Brodskij.Sarà un caso discusso dai giornali di tutto il mondo.
Uscito di prigione e tornato in patria Brodskij dovrebbe firmare un contratto per la prima edizione delle sue poesie: non si concluderà nulla, perché la situazione politica dell’URSS precipita e il KGB lo inserisce tra gli indesiderati.
Nel 1972 gli viene consigliato di richiedere il visto per Israele; sarà l’inizio dell’esilio che non lo riporterà mai più in patria.
Gli Stati Uniti sono il paese che lo accoglie e dove si sistemerà. Brodskij migliora doti poetiche che lo pongono, per giudizio unanime della critica, tra le voci più raffinate del panorama russo. Nel 1977 diventa cittadino americano.
Nel 1987 viene insignito del Premio Nobel per la letteratura, con la motivazione
“Per una letteratura di livello universale, piena di lucidità e di intensità poetica”
Innamorato dell’Italia e in particolare di Venezia, quando i suoi problemi di salute diventano gravi esprime il desiderio di venire seppellito nella sua “personale forma del Paradiso“. Dal 28 gennaio del 1996 riposa a Venezia.
Le opere di Iosif Aleksandrovič Brodskij
Il linguaggio della sua poesia rappresenta un mezzo di avvicinamento al vero.
Tra le opere più famose Fondamenta degli incurabili, inno a Venezia o Dall’esilio e Poesie 1972-1985. Nel 1986 pubblica una raccolta di saggi uscita in Italia in due volumi: Il canto del pendolo e Fuga da Bisanzio.
Lo scrivere in inglese aveva un significato simbolico per Brodski, era un omaggio a W.H. Auden, che lo aiutò nel 1972 quando lasciò la Madre Patria e che considerava come il massimo poeta inglese del periodo.
San Pietroburgo, sua città natale, è ricordata in diverse poesie insieme a Venezia che ritiene la gemella di San Pietroburgo:
“Città che affondi, dove/ la ragione più salda si tramuta/ d’un tratto in occhio umido, dove il fratello/ delle sfingi del nord, leone alto alato e colto/ non grida “da che parte stai”?”, chiudendo il libro,/ felice di annegare/ dentro lo sciabordio degli specchi.“.
Venezia ispirò a Josif Aleksandrovič Brodskij lo splendido libretto, dove descrive se stesso, dal titolo Fondamenta degli incurabili.