Io viaggio da sola…
…non è solamente il titolo del testo con cui Maria Perosino ha iniziato la sua carriera letteraria ma è un vero e proprio stile di vita che ha portato molte donne e scrittrici a viaggiare in solitaria e a condividere le loro esperienze in racconti di successo come questi.
Nata a Torino il 10 dicembre 1961 e morta nella sua città natale il 16 giugno 2014 a causa del maledetto male incurabile, è stata scrittrice e storica dell’arte, promotrice di diversi eventi culturali, curatrice di mostre e responsabile della realizzazione di diversi cataloghi.
La sua vita serena e ricca di soddisfazioni professionali fu sconvolta da un evento di dolore immane: la morte del compagno nell’ottobre del 1998. Quello è stato il momento in cui ha deciso di iniziare a viaggiare da sola. Non è stata l’unica ad avere questa reazione. A spingere una donna a partire da sola, spesso, non è solo la passione innata per i viaggi ma anche un dolore o un evento di qualunque natura che scuote l’animo a tal punto da indurlo a provare emozioni ancora più forti di quelle che si tenta di superare in quel momento.
Partire da sola in fondo richiede grande coraggio. Bisogna fare i conti con paure e pregiudizi e non è di certo facile per tutte. Devi essere pronta ad affrontare un’avventura in un luogo che non conosci, dove potresti incontrare anche delle difficoltà che devi essere capace di superare contando solo su te stessa. Se lo fai è perché forse hai già imparato a vivere da sola, hai già acquisito sufficiente autonomia e sicurezza in te stessa. O magari hai bisogno proprio di quest’esperienza per renderti conto di quanto sei forte. Perché come spesso accade, non ci rendiamo conto di quanta forza si nasconde dietro la nostra apparente fragilità fin quando la vita non ci mette in ginocchio.
E nel caso di Maria Perosino, credo che la vita abbia un po’ esagerato visto che la sua scomparsa è avvenuta a poco più di 50 anni. Nel suo racconto d’esordio Io viaggio da sola: Istruzioni per un corretto uso di valigie, solitudine e buonumore (Einaudi, 2012) offre alle donne che viaggiano da sole una sorta di kit di sopravvivenza con consigli pratici ed esistenziali. Fu con questo romanzo che nel 2013 vinse la sezione opera prima del Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice.
Le scelte che non hai fatto (Einaudi, 2014) è il suo secondo e ultimo libro pubblicato esattamente quando se n’è andata.
“Le cose che si lasciano indietro, case, fidanzati, lavori, figli, non scompaiono come avviene nei film o nei romanzi. (…) Non avviene così nella vita reale. Qui quelle cose cui abbiamo scelto di non dare corso continuano a vivere accanto a noi. Camminano su strade parallele alla nostra, appena qualche metro più indietro. Su altre gambe”.
In fondo, se ti soffermi caro iCrewer, compiere delle scelte non è mai facile. E le conseguenze di ciò che abbiamo scelto e soprattutto di ciò che abbiamo lasciato non smetteranno mai di far parte della nostra vita. E se non saranno più rappresentate da segni tangibili, resteranno comunque dentro di noi per sempre, nella mente, nel cuore e nell’anima. Esattamente come i ricordi di un viaggio. Indelebili.