Paura per finto pacco bomba alla Minerva di Bologna e alla Racconti di Roma
Ore di panico presso la casa editrice Minerva di Bologna e la Racconti di Roma, entrambe vittime di un pessimo scherzo di un uomo di 47 anni residente ad Imperia che nei giorni scorsi ha costruito due finti pacchi bomba con lucine al led, batterie e fili di ferro. Ha inserito anche un libro e fingendo una restituzione, l’uomo è riuscito a spedire i plichi dalla libreria Mondadori di Imperia. L’uomo denunciato per procurato allarme, ha problemi psichici e in passato ha già messo in atto gesti simili.
Arrivando da una libreria Emanuele Gianmarco e Stefano Friani, responsabili della casa editrice indipendente Racconti di Roma, una volta ricevuta la confezione, hanno pensato ad un semplice reso. Solo quando i genitori di Stefano hanno aperto il pacchetto si sono accorti dei fili e hanno subito chiamato i carabinieri. L’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine e degli artificieri dell’Arma ha permesso di constatare che si trattava di un finto pacco bomba contenente materiale innocuo. Tanta la paura, visto anche l’invio nelle scorse settimane di diversi pacchetti esplosivi proprio a Roma e nel Lazio.
La casa editrice Minerva Edizioni di Bologna è stata la prima vittima del finto attentato. All’arrivo del plico il proprietario Roberto Mugavero ha pensato ad un semplice reso oppure uno dei tanti manoscritti che ricevono regolarmente. Non lo ha aperto subito e proprio mentre stava controllando cosa contenesse il plico è arrivata la chiamata della casa editrice Racconti di Roma per avvisarli del possibile pacco bomba.
Abbiamo contatto il proprietario della casa editrice di Bologna che ci ha gentilmente raccontato quanto accaduto:
Presso la sua casa editrice, Minerva, con sede ad Argelato in provincia di Bologna è stato recapitato un pacco, può dirci cosa è successo dopo e quali sono state le vostre reazioni?
La mia casa editrice ha i propri uffici nel Comune di Argelato e tutto è iniziato due giorni fa quando un corriere ci ha consegnato un plico proveniente da una libreria Mondadori di Imperia.
Il pacco l’avevo ricevuto io stesso, poiché essendo chiusi per i noti problemi legati al Covid-19, ma ho pensato che fosse o un libro che una nostra libreria ci rendeva, oppure un manoscritto da valutare come capita giornalmente a noi editori. Nel mio caso essendo una media casa editrice italiana con i nostri oltre 100 titoli all’anno riceviamo mensilmente circa 150/200 manoscritti da valutare al mese, un vero mestiere il nostro per il tanto lavoro che porta necessariamente anche a dire molti “gentili NO”.
E fra questi nostri “no, grazie non è adatto alle nostre collane” ci sono anche persone che si offendono del nostro diniego. A volte ci giungono anche manoscritti scritti da persone in carcere, quindi un mestiere – il nostro – bellissimo, ma delicatissimo.
Ieri, la mia assistente passata per controllare quello che in questi giorni era arrivato in casa editrice ha visto il plico e lo ha iniziato ad aprire, poi – per fortuna – si è accorta che in segreteria c’era un messaggio. Si è così fermata e ha ascoltato il messaggio che proveniva da una casa editrice di Roma che chiedeva di essere richiamata d’urgenza. Nel frattempo io rientravo dal pranzo mentre la mia assistente era al telefono con questa signora e collega romana la quale mi ha chiesto se avessimo ricevuto un plico da Imperia. Al nostro assenso e che lo stavamo aprendo proprio in quel momento, lei ci ha urlato di non farlo che poteva essere un “pacco bomba” e che anche loro lo avevano ricevuto e leggermente aprendolo avevano visto spuntare dei cavi elettrici. Si sono quindi bloccati e hanno chiamato i carabinieri e in parallelo la libreria Mondadori di Imperia da dove era stato spedito il loro pacco, la quale ha confermato l’invio da parte di un loro cliente (che non conoscevano) e che era stato inviato un identico plico alla casa editrice Minerva di Bologna, così ci hanno contattato.
Io ero sbigottito e senza parole e ho bloccato con un urlo la mia assistente che con il cutter come sempre stava peer incidere lo scotch telato che chiudeva il plico.
Nel mentre questi colleghi romani mi hanno passato i carabinieri che erano nel frattempo intervenuti da loro e ci hanno detto di chiamare immediatamente il 112 di Bologna, cosa che abbiamo fatto.
Dopodiché è iniziato l’incubo durato dalle 14 fino alla sera con tanti carabinieri accorsi e gli artificieri che nonostante i raggi fatto al pacco sospetto e non essendo certi del contenuto hanno fatto evacuare il nostro palazzo, fatto chiudere al traffico le due strade che confinano con noi per far “brillare” all’esterno il plico che era strano (allego foto) con disegnata a mano una grande nota musicale con attorno fiamme e delle onde nere fatte da tante singole perline di plastica incollate una ad una sopra, il tutto chiuso stranamente da uno scotch telato, di quelli che si usa per trattenere proprio l’esplosivo.
Ore di terrore vero, finito per fortuna bene poichè all’interno non c’era esplosivo, ma cavi elettrici, una batteria, delle luci led, dei fogli scritti il cui contenuto non mi è stato reso noto.
Sig. Roberto, oltre ad essere il proprietario della casa editrice Minerva, è anche un consigliere comunale conosciuto nel territorio, ha pensato potesse essere un attacco politico personale, vista anche la difficile situazione causata dal Covid-19?
Ovviamente gli interrogativi sulla mia attività sono stati diversi ma come ho detto alle forse dell’ordine di non aver ricevuto mai minacce e poiché svolgo da 25 anni anche un impegno civico come consigliere comunale ho escluso anche questo tipo di collegamento, anche perché un pacco analogo è stato inviato ad un collega a Roma.
Le indagini sono ancora in corso e probabilmente si è trattato di uno psicopatico, ma attendiamo fiduciosi gli esiti delle indagini dell’Arma dei carabinieri alla quale voglio trasmettere il mio personale senso di gratitudine e stima per come hanno gestito perfettamente tutto con grande professionalità e attenzione alle persone.
Nel frattempo grazie all’immediata denuncia relativa al pacco bomba e alle indagini del capitano Davide Leo e alla sua squadra del nucleo operativo della compagnia di Imperia la situazione si è evoluta e in poche ore il colpevole è stato identificato.
Fortunatamente l’epilogo non è stato tragico come avrebbe potuto essere, ripetiamo che in nessuno dei due casi era un vero pacco bomba. Un pensiero ai proprietari delle due case editrice colpite e al loro staff.