Cari iCrewers, per “Inchiostro d’artista” oggi vi propongo una biografia nata per caso a partire da una conversazione tra l’artista e lo scrittore che la cura.
Sto parlando di “Passo d’uomo“, edito da Laterza, a cura di Antonio Gnoli. A raccontarsi è uno dei cantautori italiani migliori di tutti i tempi:
Francesco De Gregori
L’artista si racconta e lo fa conversando con il giornalista Antonio Gnoli. Una chiacchierata inedita che diventata un volume, uscito allo scoccare dei 65 anni del cantautore, che non è però circoscritto al solo perimetro del suo lavoro.
… Se lo avessimo voluto programmare avremmo rinunciato …
… è una finestra sul backstage della mia esistenza…
(F. De Gregori)
Il libro “Passo d’uomo“
Nel libro si susseguono pensieri, ricordi ed emozioni, in un intreccio costante della storia propria e quella d’Italia.
“Come un velo che sta per cadere e non cade mai interamente – scrive Gnoli – così la lingua del ricordo ha in sé un nucleo enigmatico. Eppure è lì, in quel territorio progressivamente divorato dalle ombre o smaltato dalla luce, che si sono svolte le conversazioni, che Francesco chiama storie e io vita”.
“Passo d’uomo” non è la fine di un percorso. Ma una parte di esso. E continuerà, attraverso musica e canzoni. Come spiega lo stesso De Gregori:
Passo vuol dire anche passaggio. E io sto passando ma non mi fermo con questo libro.
Il libro-intervista è una conversazione a due sulla vita, sull’arte e la bellezza, sulla filosofia e la letteratura, su Dio e le religioni, sulla politica. E sulla musica, ovviamente.
Una conversazione che mette in relazione gli aspetti personali dell’artista con una visione più generale della vita.
Il libro, che prende il titolo da un brano del 2012 di Francesco De Gregori, parte dell’infanzia del cantautore nell’Italia del dopoguerra per passare -nelle 230 pagine e oltre- ad affrontare tanti aspetti.
Ma mettendo le cose in chiaro fin da subito:
Mi interessa che venga fuori un ritratto, il primo e forse l’unico, in cui vorrei che non passasse mai in secondo piano la fisicità del mio lavoro. Che ho le ‘mani sporche’. Guarda i miei calli.
De Gregori, inoltre, tiene a ribadire di non essere un intellettuale, ma un artista, un cantante, uno con i calli alle mani, sia pure prodotti dalla chitarra.
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Pareri sul libro
Ciò che alla fine s’apprezza maggiormente leggendo il romanzo intervista di Gnoli è la figura di un uomo che ha fatto della riservatezza il proprio rifugio e della chitarra, e quindi della musica, e della sua in particolare, la propria arma. Uno che odia farsi chiamare intellettuale, perché come dice egli stesso: “… l’intellettuale puro e semplice è colui che spesso non fatica fisicamente e riesce a vivere del suo semplice intelletto. Io invece mi sporco le mani sulla chitarra, sugli spartiti, con i ragazzi della band e con il pubblico che m’ascolta…“ .
(Ciro Andreotti, Amazon.it)
Gnoli e De Gregori hanno imboccato una strada che ho seguito con grande partecipazione ed attenzione; forse non proprio a ‘passo d’uomo’, ma con l’alta velocità che veicola il piacere della lettura.
(Pier Morandi, Amazon.t)
Dentro il libro c’è molta Italia, la nostra storia politica, la nostra cultura pop e non, i nostri umori buoni e cattivi, infine la nostra presente incertezza. Dalla e De André, il Festival di Sanremo, Nicola di Bari e Caterina Caselli, Berlinguer e il Pci, Craxi e Di Pietro. Raccontati con una misura invidiabile, non “da protagonista” che ambirebbe a impartire qualche lezione, ma da cittadino democratico (cioè: uguale agli altri) che partecipa alla vita collettiva, ascolta, riflette.
(Michele Serra, repubblica.it)
L’artista De Gregori
Nasce a Roma il 4 aprile 1951. Le sue esperienze come artista in campo musicale iniziano presso il Folkstudio dove – fortemente ispirato dalla musica di Bob Dylan – inizia ad esibirsi.
Il repertorio di De Gregori annovera brani di Bob Dylan e Leonard Cohen, debitamente tradotti in italiano.
Il successo e i tours
Il successo e la grande notorietà arrivano solo nel 1975 con l’album “Rimmel“, un disco contenente delle perle che proiettano Francesco De Gregori nell’Olimpo dei grandi autori della musica italiana.
Seguono altri lavori tra cui ricordiamo l’album “Bufalo Bill” (1976), e “Titanic” (1982); poi il Q-disc “La Donna Cannone“, fino ad arrivare a quella che assomiglia a una svolta rock di De Gregori, quando nel 1989 esce “Mira Mare 19.4.89” e, poi, gli album successivi “Canzoni d’Amore” e “Prendere e lasciare”.
Solo nel 2001 Francesco De Gregori riprende in mano la propria chitarra per il nuovo lavoro, “Amore nel pomeriggio” e inizia una tournée tra teatri e periferie.
Gli ultimi album
Nel 2008 esce l’album “Per brevità chiamato artista”. Seguono diversi tour e concerti in Italia e all’estero. Nel 2012 esce il nuovo album “Sulla strada”, bissato in varie edizioni. Tra il 2012 e il 2013 il cantante si cimenta alla conduzione di alcuni programmi radiofonici su Radio Capital e Radio Tre.
Nel settembre 2014, inoltre, esce in libreria “Guarda che non sono io“, a cura di Silvia Viglietti e Alessandro Arianti, una ricca biografia fotografica e non solo, a cui ha collaborato per la prima volta anche lo stesso De Gregori.
Sempre nello stesso anno, esce il doppio album “Vivavoce” che conquista il disco di platino e porterà a nuovi tour e concerti-evento come “RIMMEL2015” in cui festeggerà i suoi 40 anni.
Sul palco, Francesco De Gregori si è avvalso dell’aiuto e della complicità di alcuni amici e colleghi: Malika Ayane, Caparezza, Elisa, Fedez, L’Orage, Fausto Leali, Ligabue, Giuliano Sangiorgi, Ambrogio Sparagna e Checco Zalone.
A seguire, nel 2015 esce “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto“, un nuovo album in cui traduce e interpreta, con amore e rispetto, 11 canzoni di Bob Dylan.
Segue, infine, il tour in cui, durante l’ultima tappa a Taormina, è stato registrato il disco dal vivo “Sotto il vulcano”. Questo è uscito pochi mesi fa e contiene una sua versione di “4 marzo 1943” di Lucio Dalla per omaggiare il compianto amico e collega e una versione rivista di “Rimmel”.
Vi lascio con il link d’acquisto di alcuni tra i suoi album più belli…
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