Il visconte che mi amava, di Julia Quinn, è il secondo volume della serie Bridgestone, pubblicato da Mondadori e, cari iCrewers, è un libro proibito. Avete presente il piacere immenso di una merendina? (o di un pacco di merendine…) con mille mila conservanti e tanti grassi che se ne potrebbe fare volantinaggio? Ebbene, il senso di colpa dopo aver chiuso l’ultima pagina è quello. E ho provato la stessa intensa goduria.
Intendiamoci, caro iCrewer, Il visconte che mi amava, di Julia Quinn, non sarà un libro che rimarrà nella storia della letteratura mondiale. Ci sono anacronismi grandi come case e la veridicità storica è pari a quella del Robin Hood della Disney, quello con la volpe e l’orso nei panni di Little John. Quando un Duca viene presentato per nome proprio e il tu risulta de rigueur nei dialoghi, si capisce che non ci siamo a livello storico. Ma neanche di ambientazione storica, cosa che richiede una dovizia di particolari che ne Il visconte che mi amava, di Julia Quinn, decisamente mancano.
Il visconte che mi amava, di Julia Quinn. Serie Bridgerton vol 2
La trama è di una banalità sconcertante, un lui bello, nobile e ricco. Una lei non tanto ricca e nemmeno bella, sorella di una miss ben più appariscente, un ‘difetto’ di fabbricazione del personaggio maschile, in questi caso la convinzione di morire giovane come il di lui padre (è una convinzione assai diffusa tra gli uomini rimasti orfani da ragazzi. Mio padre, orfano dai 16 anni, era convinto che non avrebbe superato i 56 anni, età di suo padre quando morì. Ebbene ne ha 67, mangia troppo ma va tutto ok!).
Il lieto fine è assicurato con qualche colpo di scena e una splendida, accanita partita a Pall Mall per conclusione. Ebbene, nonostante non ci sia nulla che lo rende speciale, per chi sa leggere tra le righe Il visconte che mi amava, di Julia Quinn è un vero gioiellino. Un altro della serie. Dialoghi frizzanti, personaggi in movimento, la tensione tirata e rilasciata esattamente nei momenti giusti, nè prima nè dopo. Scene di sesso erotiche e non spinte che dicono un po’ e lasciano immaginare un altro po’.
Insomma, un manuale di ottima scrittura: come prendere qualcosa che potrebbe essere un già letto, già visto, già valutato e trasformarlo in qualcosa di delizioso, goloso e peccaminoso. Uno di quei libri che i puristi della fedeltà storica, tra cui io ho il privilegio di annoverarmi, non dovrebbero leggere e, se proprio costretti, guai a chi lo apprezza. E invece, caro iCrewer, Il visconte che mi amava, di Julia Quinn, è una crostatina alla crema di nocciola che vi darà dipendenza!