Caro Lettore, dopo essere stati nel Lazio, il viaggio di Romanzo Italiano prosegue in Basilicata, terra che in per me prima suscita tante emozioni, ricordi d’infanzia e storie di famiglia. Proprio come dice la nostra Annalena Benini, arrivando in Basilicata si ha la sensazione di arrivare in un posto remoto, adornato di colori che nascondono qualcosa di più profondo e doloroso.
Questa terra “difficile” ha costruito l’identità di Mariolina Venezia, nata a Matera e autrice di Mille anni che sto qui, nonché della fortunata serie sul sostituto procuratore Imma Tataranni. Matera fa proprio da palcoscenico alle vicende dell’inarrestabile magistrato, che si delinea come un personaggio piuttosto insolito, una donna moderna, protesa verso il mondo ma che allo stesso tempo è profondamente legata alla sua cultura e alle tradizioni della sua terra. In Via del riscatto, l’autrice descrive una Matera uterina, dove ci si inoltra, ci si perde e dove si viene riaccolti come da una madre.
L’autrice materana nasce però come poetessa: la poesia è un elemento imprescindibile nella sua vita e in cui il paesaggio della Basilicata, estremamente poetico, gioca un ruolo importante, regalando scenari estremamente evocativi. È proprio durante l’infanzia lucana che è nata la sua vocazione di scrittrice: i pomeriggi costellati dai racconti misteriosi e suggestivi della nonna hanno creato in lei la grande curiosità che l’ha portata poi alla lettura, una via di fuga verso un mondo parallelo. La Basilicata per Mariolina Venezia è un luogo da cui ha sentito il bisogno di partire molto presto, ma che è sempre rimasto nel suo immaginario e nel suo cuore: fin dall’infanzia è stato per lei il luogo in cui la fantasia poteva viaggiare libera.
Da Matera ci spostiamo a Potenza per incontrare Gaetano Cappelli, scrittore borghese e a tratti un po’ dandy che non ha mai pensato di vivere lontano dalla sua Basilicata, dove ha trovato la propria identità letteraria. Conosciuto dal grande pubblico e dalla critica con Parenti lontani, nei suoi romanzi l’autore indaga la vita borghese, sempre sul filo dell’ironia.
Ma i temi trattati da Gaetano Cappelli non sono quelli tipici degli scrittori meridionali: in lui è forte l’amore per gli scrittori nord-americani, di cui si può scorgere una certa influenza nei suoi romanzi. L’intento dell’autore infatti è sempre stato quello di raccontare la comédie humaine che si vive nella piccola città di provincia.
Il terzo e ultimo autore che incontriamo è nato in Campania, ma è stato in un certo qual modo adottato dalla Basilicata per il suo fortissimo legame con il piccolo paese di Aliano. Franco Arminio, autore di molte raccolte, tra le quali Cedi la strada agli alberi, nutre un grande amore per questo piccolo paese, nonostante il suo essere disabitato: «La desolazione può anche essere beatitudine; in questi posti, dove la vita se ne è un po’ andata, affiora il sacro e l’intensità». C’è un forte legame tra la continua e mai sazia ricerca di quiete dei suoi versi e l’inquietudine estrema di questi luoghi.
Franco Arminio ama definirsi un paesologo: vi è una relazione profonda tra la sua scrittura e i luoghi. Il paesologo ricerca l’epica nei luoghi più vicini, non ha bisogno di andare lontano.
Il viaggio termina qui, con una Basilicata raccontata da tre voci diverse ma tutte legate da un grande affetto per questa terra di suggestioni, misteri e di tratti arcani.