Oggi, per la rubrica Sport in book, e per la scomparsa di Silvio Berlusconi, ho deciso di scrivere su una delle figure italiane che ha cambiato la storia del calcio in oltre 30 anni. Grande figura imprenditoriale e da sempre attento alle esigenze, anche personali, di chi lavorava insieme a lui, ha risollevato le sorti di due squadre di calcio: il Milan in primis e il Monza in tempi recentissimi.
Vediamo insieme qualche aneddoto e quali sfide ha vinto da tutti coloro che lo ricorderanno come Il Presidente.
Silvio Berlusconi e il Milan: una storia d’amore lunga più di 30 anni
Tutte le cose di cui mi occupo sono profane; ma il Milan è sacro.
Tra Silvio Berlusconi e il Milan è stato un colpo di fulmine, una vera scintilla che è poi diventata un incendio di passione e ardore. Una società presa a cuore dal grande imprenditore che aveva deciso di salvare nonostante gli scandali finanziari e gli enormi buchi neri dei debiti che stavano collassando i rossoneri.
Un amore che nasce nel 1986, anno in cui Berlusconi diventa il successore di Farina. Non perde tempo il neo presidente che da subito decide di apportare linfa nuova, un calcio offensivo e soprattutto trasferisce molte sue peculiarità all’interno del gioco: stile, classe, eleganza, carisma e soprattutto cuore.
Per tutta la mia vita ho fatto sogni che a tutti sembravano irrealizzabili. Quando ho preso il Milan volevo che il Milan diventasse la squadra più forte del mondo e ci sono riuscito.
I tifosi rossoneri ricorderanno per sempre l’arrivo all’Arena Civica di Milano di Berlusconi che decide di presentarsi ai Diavoli Rossi con un elicottero e il sottofondo musicale della Cavalcata delle Valchirie; quello era il segnale che qualcosa stava cambiando, che doveva esserci un nuovo spettacolo per l’Italia del calcio.
Grazie alla gestione aziendale, alle campagne acquisti faraoniche e al bel giuoco, Berlusconi riesce nell’impresa e, grazie alla sua filosofia, guida per 31 anni la squadra con il braccio destro Adriano Galliani e l’allenatore Arrigo Sacchi.
Speriamo di aver confezionato una squadra capace di produrre spettacolo perché abbiamo precisi doveri verso i nostri tifosi e verso il resto del mondo, dove siamo la realtà italiana più conosciuta dopo la mafia e la pizza.
Il Monza: una nuova impresa calcistica per Berlusconi
Berlusconi ama le sfide e nel 2018 diventa proprietario del Monza. Un acquisto che arriva poco più di un anno dopo la cessione del club rossonero.
Un club che si trasforma in uno stimolo avvincente e ambizioso che porta il presidente biancorosso a passare dalla Serie C a essere in Serie A, riuscendo a realizzare la migliore stagione di una neopromossa dai tempi del Chievo Verona.
Merito di un progetto basato sul dare fiducia a giocatori italiani come Pessina, Rovella, Caprari, Ciurria e Colpani, lanciando in massima serie in panchina Raffaele Palladino, ora uno degli allenatori più in rampa di lancia della Serie A.
In questi giorni, a seguito della scomparsa di Berlusconi, tantissimi i messaggi di cordoglio e di ricordo dei due club lombardi e una delle proposte che si stanno vagliando è la richiesta dell’intitolazione dello stadio Brianteo di Monza in sua memoria.
La sinossi de Il Milan col sole in tasca di Giuseppe Pastore
Uno dei libri cult a mio parere e che non puoi perdere è intitolato Il Milan col sole in tasca di Giuseppe Pastore: un volume pubblicato dalla casa editrice 66thand2nd che descrive appassionatamente l’era del grande Milan e fotografa in modo incisivo il Presidente Berlusconi.
Ecco la sinossi!
L’avventura del Milan di Berlusconi inizia tra ironie e scetticismo, viene interpretata come la follia presuntuosa di un uomo tanto ricco quanto inesperto di calcio vero. La squadra però cambia radicalmente corso dal 1987 e la sua ascesa viene scandita dal ritmo dei trofei italiani e internazionali e da un’impronta di gioco spettacolare, piuttosto lontana dalla tradizione difensivista italiana.
Il «bel giuoco» chiesto dal presidente è realizzato da Arrigo Sacchi, allenatore visionario, geniale e troppo esigente (con gli altri e ancora di più con sé stesso), e da una rosa lussuosa, coronata dalla difesa più forte di ogni tempo (Baresi, Maldini, Costacurta, Tassotti) e dai tre magnifici olandesi: Gullit, Rijkaard, Van Basten. Agli anni della ricerca ossessiva della perfezione seguono gli anni della maturità e del pragmatismo, sotto la guida decisa di Fabio Capello e di una società sempre più punto di riferimento mondiale.
Giuseppe Pastore, grande narratore e formidabile milanologo, racconta i mille destini e le mille storie che si incrociano, fra trasferte rischiose in campo e fuori, discorsi ispirati, battute memorabili, incidenti che avrebbero potuto essere fatali e notti insonni per l’ansia o i festeggiamenti. Il culmine di quella squadra dorata viene raggiunto nella Finale Perfetta: Milan-Barcellona 4-0, 18 maggio 1994, in una notte in cui le vicende sportive e politiche di Silvio Berlusconi, passato dalla presidenza del Milan a quella del Consiglio dei ministri, si fondono come nel più avvincente e spregiudicato dei romanzi. Ma è tutto vero: è storia, è leggenda, è il Milan col sole in tasca.