Paolo Grugni ci porta a Berlino nel 1976, è qui che ambienta Il Palazzo delle lacrime libro pubblicato da Laurana Editore.
Un libro complesso che è Paolo Grugni ambienta a Berlino, una città che, ancor più delle altre in Europa, viveva di equilibro molto precari, dove la presenza del muro era fisicamente e psicologicamente importante. Berlino est diversa in tutto e per tutto da Berlino ovest, due realtà che non potevano venire in contatto.
Servizi segreti, droga, ragazze che si prostituiscono, omicidi di giovani donne sono la base di questo romanzo che potrebbe quasi definirsi storico per come tratta i fatti di quegli anni concentrando tutta la trama nel 1976. Non è un libro semplice, per apprezzarlo dovresti conosce la storia di quel periodo altrimenti alcuni passaggi rimangono oscuri e si rischia una lettura superficiale.
Intanto il perchè del titolo: Il Palazzo delle lacrime era lo stabile in cui tutti dovevano fermarsi per passare dalla parte ovest a quella est della città, era il luogo dove le famiglie dovevano salutarsi perchè non tutti avevano i permessi per valicare il muro, da qui il nome. Oltrepassare la cortina di ferro per vie non legali era oltre quasi impossibile tremendamente pericoloso.
Diviso in tanti piccoli paragrafi racconta le giornate del protagonista, il maggiore Martin Krause del controspionaggio, tra la vita privata lasciata in secondo piano e quella lavorativa che lo obbliga a tenere rapporti con poca gente e a non fidarsi di nessuno, nemmeno della donna che tenta di stare al suo fianco.
Sicuramente per apprezzare a fondo il contenuto bisogna leggere questo libro con calma e conoscere alcuni passaggi relativi alla vita e alla politica tedesca degli anni ’70 del secolo scorso.
Scritto bene, è comunque scorrevole nonostante il tema complesso, ho trovato qualche errore, potrei dire di battitura, per il resto nulla da segnalare.
Complimenti all’autore che deve aver fatto una lunga ricerca per poter scrivere un libro di questa portata; non saprei se definirlo un romanzo che si avvicina al thriller o un testo di narrativa per l’ambientazione spazio temporale così ben curata.
La cover l’ho trovata in linea con quanto raccontato non solo per la presenza del muro quanto per i colori utilizzati e la semplicità delle linee che mi ricordano l’austerità descritta da Paolo Grugni.