Il Matricomio – La misura dell’amore – ovvero la ricetta segreta di Jack & Vale (alias Jack Alvino e Valentina Aurino) che farà dimenticare la parola “divorzio” alle nuove generazioni di sposi
Ma cominciamo dall’inizio, caro iCrewer… Il Matricomio cos’è? È l’ultimo di una serie di progetti ideati da Jack & Vale, una coppia napoletana verace di sposi che oltre al loro lavoro “canonico” è appassionata di teatro e che nel 2016 ha deciso di lanciarsi come duo di autori/attori nel sovrappopolato mondo del web, creando un canale youtube e anche una pagina facebook. “La volontà è sempre stata quella di recitare continuativamente“, affermano senza ombra di dubbio. Dapprima hanno creato una sorta di “fotoromanzo” che raccontava del loro viaggio di nozze, poi però hanno optato, per motivi tecnico pratici chiamiamoli così, per creare una serie ironico/parodiaca sulle difficoltà quotidiane incontrate nella vita di coppia. Il successo è arrivato meritatamente, dopo “l’approvazione” virtuale di decine di migliaia di fan che hanno contribuito alla loro crescita, ricevendone in cambio tanta allegria, tanta ironia e, ovviamente, consigli pratici per la salvaguardia del loro bene più prezioso: il compagno/a della vita. Da qui, strada in discesa e poi ecco il libro: Il Matricomio – La misura dell’amore edito da De Agostini. Un traguardo? No, solamente “una nuova entusiasmante esperienza“, giura la coppia più famosa del web.
Era da molto che non andavo a trovare la mia vecchia città, Firenze, e appena saputo della presentazione del libro dei due youtuber/scrittori/attori ho colto l’occasione per farmi un bel giro per le vie del centro e, arrivando comodamente a piedi dalla Stazione di Santa Maria Novella a Via Cerretani, ho varcato le porte della Libreria IBS Libraccio, un gioiello di attività situata in una delle zone più belle della città, vicino alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
La coppia ha presentato la loro ultima creazione cartacea, (Giovanni Ballerini de La Nazione insieme a loro) “Il Matricomio” appunto, ma c’è da dire che hanno offerto molto di più: uno spettacolo unico, divertente, assolutamente spontaneo e rivelatore della loro essenza di intrattenitori. Subito disponibili ad interagire con il pubblico, hanno risposto a chi chiedeva loro il significato della parola “matricomio”: – La volontà era quella di trovare una sintesi per spiegare la follia del vivere insieme, e il risultato è arrivato collegando tra loro le parole “manicomio” e “matrimonio“ – ha raccontato Jack, ammettendo che quando ha cercato su Google la parola per controllare se fosse già usata da qualcun altro è saltato fuori che “matricomio” fosse anche una rappresentazione teatrale, casualità che in ogni caso non ha demotivato la sua scelta finale.
Teatro: questa passione emerge fortemente durante tutta l’intervista; mi confidano entrambi che il teatro è la passione comune che ha mosso gli animi sia di Jack che di Vale aiutandoli ad approdare anche ai lidi assai competitivi del mondo del web, al tempo stesso distinguendoli però dalla massa e donandogli quella capacità comunicativa che, unita alla volontà di perseguire un sogno, non può che donare soddisfazioni e successi. L’esperienza nella compagnia teatrale è stata vissuta anche come coadiuvante nell’integrazione della coppia nella vita in Toscana. Da ex fiorentinaccia ho compreso molto bene che per chi non è toscano è difficile ambientarsi e ritrovarsi in una mentalità qual è quella tipica di questa regione; ma Jack e Vale ci sono riusciti alla grande! Perché il toscano può essere atipico e anche un po’ snob (ammettiamolo) ma quando riconosce passione e vitalità spalanca le porte del cuore e del proprio mondo. Bravi Jack e Vale, ce l’avete fatta – anche – qui da noi.
Entrando nel vivo e nel cuore, appunto, della loro opera, (ché anche la copertina mica è una figura a caso, posso addirittura affermare che il libro è pure interattivo, ma lo scoprirete solo leggendolo – scritto canticchiando -) Jack ci confida, e sempre col benestare di Vale, s’intende, in perfetta simbiosi equa e solidale, che “la fondatezza del loro lavoro si basa sull’autoironia e sulla non volgarità“: una scelta ben precisa per distinguersi dal trash onnipresente del web. “Cretino è la cosa più volgare che diciamo“, confessano sorridendo. E, sempre sorridendo e trasmettendo umiltà e creatività allo stato puro, ci raccontano che l’idea del libro non è arrivata subito, ma sotto forma di proposta, vagliata e approvata dopo varie ore d’insonnia. E che i fan hanno contribuito molto ad alimentare i loro entusiasmi e la loro voglia di non fermarsi mai. Alla mia domanda se i fan arrivano a chiedere consigli strettamente personali sulla vita di coppia che stanno vivendo nella realtà, Jack e Vale rispondono che sì, molti follower gli hanno reso feedback positivi di sincero affetto ma soprattutto stimoli a proseguire nei loro lavori poiché hanno tratto addirittura reali benefici nei rapporti di coppia dai loro… suggerimenti – che Jack ama definire più che altro “ammonimenti”, sempre ridendo, riguardo al fatto che “si è sempre in tempo a non sposarsi, se non si è pronti ad affrontare una follia totale come quella del matrimonio“.
Le ore dedicate all’evento sono trascorse velocissime e veracissime (Jack e Vale mi perdoneranno questo gioco di parole) tra esilaranti gag e firmacopie; alla fine della conferenza sono uscita dalla libreria con tanta allegria ma soprattutto con la vivida sensazione di aver conversato con persone al pari di “vecchi amici“, e non con pseudo-divi o presunti fagocitatori di follower. Positività, umiltà e autoironia: una formula vincente che vale non solo per la salvaguardia di un matrimonio o di cento matrimoni ma che rimane fondamentale per viversi questa grande avventura che è… la vita. Non sono riuscita a confessare alla magnifica coppia che io no, non ce l’ho fatta, ho chiesto il divorzio (e qui sorrido) ma posso virtualmente promettere loro che, semmai mi ricapiterà di tuffarmi in questo tipo di follia nuovamente, mi procurerò assolutamente il loro manuale (e tutte le altre avventure che sono certa inventeranno ancora in futuro, le idee sembra non manchino) e magari chissà che, al secondo giro, non mi ritroverò felice ad affermare loro: “È ghiuto tutto a licchetto“!