Ho terminato da un po’ di giorni la lettura del nuovo libro, il sesto della serie Firefighters, di Elizabeth Giulia Grey:
Il fuoco del sospetto
pubblicato in Self publishing, è già disponibile da qualche giorno per te caro iCrewer.
Come tutti i libri di questa autrice anche questo rientra nella categoria Romatic Suspence.
La vicenda è ambientata a New York, ai giorni nostri, in particolare in una caserma dei pompieri.
La trama è ben costruita, si capisce che sono state effettuate accurate ricerche sui modi e le consuetudini adottate da questi “angeli del fuoco”, così come per il linguaggio usato che è perfettamente in linea con i tempi odierni. Ci sta anche che, trattandosi di un ambiente prettamente maschile, l’arrivo della nostra protagonista, Julia, se da un lato viene guardato con curiosità e calore, dall’altra il maschilismo latente sembra non voglia lasciarla in pace.
Ed infatti, sin dal primo giorno del suo arrivo come membro di questa squadra deve fare conti con le difficoltà che le vengono assegnate e che la mettono a dura prova, ma la sua determinazione è fortissima e non riescono a scalfirla. Ciò che la sostiene, innanzitutto, è la sua voglia di lottare.
Il fuoco
le ha portato via tutto, ma le ha fatto nascere la smania di riscatto convertendo il suo dolore nel desiderio di aiutare gli altri perchè nessuno abbia a patire ciò che ha dovuto sopportare lei.
Tutto questo dolore traspare man mano che si va avanti nella lettura, ed è messa in evidenza anche la rabbia di Jamie Fox, uno dei tenenti della squadra, che appena la scorge non sa darci pace; oltre al senso di protezione che il capitano Miles ha nei confronti di Julia, la conosce sin da piccola, quando l’aveva tratta in salvo insieme al suo collega, che a sua volta l’aveva presa in adozione d’accordo con la moglie.
E poi c’è…
Ribadisco che il linguaggio usato è perfettamente in linea con i tempi moderni, però sento di dover sottolineare alcuni punti che in un testo dovrebbero avere una maggiore attenzione; mi riferisco per esempio all’allineamento dei paragrafi, ad alcuni refusi, uno in particolare mi ha colpita: è stato usato Quando invece di Quanto.
Forse, e dico forse, l’affidarsi ad un serio correttore di bozze, invece di pretendere di voler fare tutto da sola, consentirebbe alla nostra autrice di ottenere dei capolavori.
Tutto sommato è un buon romanzo, che mette in evidenza non solo la dura realtà che ancora oggi ogni donna deve affrontare in un mondo, che fino a poco tempo fa, era appannaggio dei soli uomini, ma anche il percorso di crescita di ciascun personaggio e la riscoperta di sé stessi, che li porterà ad un cambiamento profondo aiutandoli con un passato mai davvero compreso.