Se cerchiamo quali sia il testo filosofico più antico mai scritto difficilmente troveremo una risposta precisa. Ogni popolo aveva il suo, probabilmente. Ma se cerchiamo quello più famoso, invece, la risposta sarà più semplice: la Bibbia.
Nel suo ultimo librio Il Dio dei nostri padri, Aldo Cazzullo ci accompagna in un viaggio letterario alla riscoperta di questo testo, troppo spesso inquadrato solo come un testo sacro alle grandi religioni monoteistiche (cristianesimo, ebraismo e punto di riferimento anche per l’Islam) e quasi mai come un testo letterario o filosofico, da cui poter trarre insegnamenti che esulano dal campo esclusivo della fede.
Il Dio dei nostri padri: la trama
I nostri padri erano convinti di vivere sotto l’occhio di Dio: la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la Bibbia nessuno la legge più. Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. L’autobiografia di Dio. Aldo Cazzullo fa con la Bibbia quel che aveva fatto con Dante: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all’attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende storiche e i capolavori dell’arte.
La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. La storia di Giacobbe che lottò con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti. E poi la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l’eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio.
Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della Bibbia: Giuditta che taglia la testa al condottiero nemico, Ester che salva il popolo dallo sterminio, Susanna che fa condannare i suoi molestatori. E poi l’angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe, l’amore del cantico dei cantici e la disillusione dell’Ecclesiaste (“tutto è vanità”). Sino alla grande speranza della resurrezione, e di un salvatore che viene a riscattare l’umanità: per i cristiani, Gesù.
Dopo averci raccontato la storia millenaria dell’impero romano e aver mostrato come sia ancora viva nei nostri giorni, Cazzullo invita il lettore a un entusiasmante viaggio nella Bibbia, mostrandoci che è il più grande romanzo mai scritto. Il Dio dei nostri padri è un libro appassionante e illuminante, che ci conduce alle radici della nostra cultura e delle nostre famiglie.
Solo un testo religioso o un “romanzo” attuale?
Per molto tempo la Bibbia è stato il principale, se non l’unico, testo filosofico di cui i cristiani delle origini (ma anche gli Ebrei molto prima) si sono serviti per “difendere” la propria fede e combattere, inizialmente i pagani e poi anche eretici e dissidenti religiosi. In essa non c’erano solo le verità di fede, ma anche importanti insegnamenti filosofici utili per la vita quotidiana del tempo.
Come spiega Aldo Cazzullo in Il Dio dei nostri padri prima ancora di essere un testo sacro la Bibbia è una raccolta di storie, di racconti che riproducono la vita dei nostri “padri”, di coloro che ci hanno preceduto. Ed è proprio per questo che essa rappresenta uno dei più grandi capolavori della letteratura occidentale e, non a caso, la Bibbia è anche il libro più ricopiato nell’Antichità e più tradotto ancora oggi.
È un’opera che, in ogni tempo, ha ispirato artisti, letterati, filosofi che in essa hanno trovato, non soltanto verità di fede, ma anche storie potenti, personaggi eroici e tragici, conflitti morali e domande senza tempo, come le riflessioni sul peccato, sulla lotta tra bene e male e sulla giustizia. Proprio come ogni grande “bestseller” la Bibbia ci propone un grande affresco del genere umano, analizzato in ogni sfumatura e da ogni punto di vista: ci sono re, sacerdoti, ricchi, poveri, donne e uomini di ogni età e ceto sociale. Il centro, il nucleo tematico di questo “grande romanzo”, rimane ovviamente Dio e il suo rapporto con l’essere umano.
Questo non vuol dire, rifiutare, per chi crede, le verità di fede custodite nel testo sacro. Si tratta di una lettura complementare, non contraria o sostitutiva, che ci aiuta a comprendere un altro aspetto, forse meno conosciuto e “popolare” della Bibbia.
Per questo Cazzullo invita tutti, credenti e non credenti, a leggere la Bibbia come si leggerebbe un grande romanzo, senza pregiudizi religiosi, e a scoprire in essa storie affascinanti, personaggi complessi e temi universali. In questo modo possiamo riscoprire un testo fondamentale per comprendere le radici della nostra civiltà, delle nostre leggi, dei nostri costumi e della nostra etica. Perché, come spiega Cazzullo nel prologo di Il Dio dei nostri padri:
La Bibbia non è fatta solo di norme e di regole. È soprattutto fatta di parole e di storie. Con la parola Dio crea il mondo. E con le storie ci racconta com’è fatto. Come funziona l’animo umano, di quanti vizi e quanto valore siamo capaci, quale sarà il nostro destino. Ci racconta cos’hanno sognato i nostri padri, il luogo in cui i nostri padri sono adesso, e cosa attende noi.
Le pagine della Bibbia non sono soltanto le fondamenta della nostra fede; sono l’origine della nostra cultura. Chi volesse risalire alle radici dell’identità italiana, cristiana, occidentale, prima o poi arriva alla Bibbia. E da qui deve cominciare.