Buongiorno iCrewer! Il libro di cui ti parlerò oggi è stato ispirato dal famoso gioco da tavolo Descent: Il Destino di Falowhearth, di Robbie MacNiven, pubblicato a giugno di quest’anno da Aconyte Books, casa editrice che ha la particolarità di dare alle stampe molti lavori che si rifanno ai giochi collaborativi di Asmodee.
Tornando al volume di Robbie MacNiven, è con sommo piacere che ti annuncio il genere di cui fa parte: il fantasy! E non urban fantsy o paranormal romance, ma fantasy ambientato nel medioevo, con i lunghi viaggi a cavallo, le taverne, gli archi, le spade e le lance. I castelli con le sentinelle di guardia e i ponti levatoi. I nani, gli orchi, le streghe, i mostri e la magia. Insomma, il contesco che per primo mi ha fatto innamorare dei libri (prometto di non essere di parte, durante la recensione).
Torniamo, però, a parlare de Il Destino di Fallowhearth, cominciando proprio dall’inizio.
Iniziamo il viaggio con la trama
Logan aveva promesso a se setesso che non si sarebbe più imbarcato in qualsivoglia avventura. Aveva appeso il mantello al chiodo e votato la sua felicità alla tranquilla vita di campagna.
E allora perchè si trova a cavallo, tra le inospitali terre delle contee del nord? Per quale accidenti di motivo ha deciso di rimettersi in viaggio, anche se l’età si fa sentire e, ormai, intere giornate in sella e nottate all’adiaccio, tra terreno duro e turni di guardia, sono più che altro un incubo? Semplice: ha ricevuto una lettera, un invito, e l’avventuriero che c’è in lui si è risvegliato.
Che poi siano bastati tre minuti alla corte della baronessa per fargli cambiare idea e desiderare di fare dietro front, beh, si tratta soltanto di dettagli.
Ormai il viaggio è iniziato. Non gli rimane altro da fare che reincontrare vecchi amici, salvare l’erede al comando della baronia, e tornare a casa tutto intero.

Il Destino di Fallowhearth: la recensione
Come ti accennavo poco più su, iCrewer, quello di Robbie MacNiven è un libro fantasy che trae ispirazione dai personaggi e dalle ambientazioni del gioco da tavolo Descent. Devo dire che, nel complesso, l’opera mi è piaciuta, anche se non mi ha trafitto con un colpo di fulmine. Andiamo, però, con ordine.
L’aspetto che mi è principalmente piaciuto de Il Destino di Fallowhearth è il fatto che i protagonisti non siano giovincelli nel fiore degli anni. Solitamente (o, per lo meno, nei fantasy che ho letto io fin’ora) i personaggi principali tendono a essere di un’eta compresa tra le quindici e le trenta estati, in base anche al target di riferimento. Quelli di Robbie MacNiven, invece, sono avventurieri che hanno già avuto la loro età d’oro, hanno già compiuto l’impresa che li ha resi famosi in tutto il regno e oltre.
Bello anche che la squadra si riunisca dopo vent’anni di separazione, proprio come capita a volte tra vecchi amici. Ed esattamente come accade di solito, si trovano cambiati, anche se così profondamente simili.
Tutto il parlare di avventure passate e giorni di glora, però, mi ha dato la forte impressione di trovarmi davanti al secondo libro di una serie, più che a un volume auto-conclusivo. Quindi ho controllato, ma pare che questa sia l’unica, tra le tante opere di Robbie MacNiven, a essere ambientata nell’universo di Descent. Ti assicuro, però, che la storia si capisce molto bene, e che la mia era soltanto una sensazione, non una convinzione data da mancanza di informazioni.
Interessante è stato anche il sottogenere che mi sembra sia presente in Il Destino di Fallowhearth. Al di là della sconfitta del nemico e degli elementi magini, infatti, quella che si dipana pare quasi la trama di un giallo: tre amici intenti a indagare per roportare a casa l’ostaggio, tra raccolta di indizi e prove poco convincenti. Da premiare è il fatto che, quasi fino alla fine, la risoluzione dello snodo principale non mi è stata chiara (qualche altro dettaglio si intuisce, ma il grosso è stato una sorpresa).
Per quanto riguarda lo stile di Robbie MacNiven – e della traduttrice Elisabetta Colombo – devo putroppo ammettere che non mi ha fatto impazzire. Non che ci siano errori o altro – qualche piccola svista, ma nulla di chè – è semplicemnte che a volte mi è sembrato un po’…artefatto? Costruito? E non rientra esattamente nella mia preferenza personale (sottolineo, nella mia preferenza personale). Ciò a parte, la trama è intrigante, con picchi di suspance, scene di battaglie e cari vecchi viaggi a cavallo su strade fangose.
Tra i personaggi, mi sono piaciuti molto Logan e Dezra, in quanto mi sembra che siano quelli con più spessore, con una migliore definizione psicologica. Logan è un furfante, un ammaliatore che è abituato a usare le parole per sbrogliarsi dagli inghippi. Tuttavia, nel corso della storia si dimostra coraggioso, leale e in grado di superare le sue paure.
Di Dezra non ti dirò più di tanto, per non fare spoiler, ma ritengo che sia l’esempio perfetto del proverbio “non giudicare un libro dalla copertina”. Avrei preferito che anche gli altri protagonisti godessero di più spazio o di una maggiore esplorazione, al di là della loro funzione nel racconto, ma è andato benissimo anche così.
La cover non mi fa esattamente impazzire. Mi dà l’impressione di essere stata creata per fare presa prima di tutto su un pubblico adolescente, visti i colori accesi e la scena di battaglia. Ciò, però, mi sembra sia andato a discapito del resto della vicenda, al di là di queto episodio in particolare. Tuttavia, si tratta, di nuovo, di impressioni personali e soggettive.
Per concludere, direi che Il Destino di Fallowhearth di Robbie MacNiven mi è piaciuto, non solo perchè mi mancava leggere di imprese in territori fantasici, ma soprattuto per il suo staccarsi dallo stereotipo dell’eroe al cumine della forza e delle capacità. È un libro che ha messo in luce un aspetto a volte dimenticato: non bisogna per forza essere giovani e prestanti per vivere un’avventura e salvare il mondo.

Robbie MacNiven
Robbie MacNiven è uno scrittore e giornalista freelance originario delle Highlands scozzesi. Laureato in storia, collabora con molte riviste e pubblica sia opere di fiction, sia di non-fiction.
Il Destino di Fallowhearth è il suo primo libro dedicato al mondo di Descent.