Il conto delle minne
è il titolo di questo romanzo che oggi ti segnalo per la nostra rubrica Libri, Ricette e Fantasia, caro amico lettore, un piccolo gioiello Oscar Mondadori edito nel 2012, scritto da Giuseppina Torregrossa. Andiamo a conoscerlo insieme.
Come vedi, la cover è proprio golosa, con l’immagine di questi due dolcetti tipici catanesi, le minne di Sant’Agata: per chi non le conosce, queste delizie, chiamate anche minni‘ i’virgini, sono una preparazione tutta Siciliana la cui origine è da rintracciarsi nell’antichità, quando veniva cucinata come segno propiziatorio.
Le minne di Sant’Agata sono composte da un friabile guscio di pasta frolla, mentre il ripieno è di ricotta di pecora lavorata con zucchero e arricchita con canditi e cioccolato fondente. Una volta cotte, queste golose cassatine vengono ricoperte da una candida glassa bianca e decorate sulla sommità con una ciliegia candita. Il risultato è un dolcetto che richiama decisamente la forma del seno delle donne.
Il contenuto de Il conto delle minne, però, è ancora più intrigante e molto più profondo: è l’evocazione storica delle donne siciliane, raccontate attraverso aneddoti e metafore di una nonna alla sua nipotina, che le insegna la vita nella convivialità della cucina casalinga tradizionale.
Personalmente questa usanza la sento mia e ricordo sempre con immenso amore le giornate trascorse in compagnia di mia nonna paterna, ad imparare, anche io, tante cose sulla vita mentre le tavole venivano riempite di pasta fresca fatta a mano, farina, mattarello, tortellini e tagliatelle. Quegli anni hanno segnato tantissimo la mia vita e sono grata di aver avuto degli insegnamenti che ancora mi porto appresso, come un’inestimabile bagaglio di ricchezze.
In questo libro si racchiude tutto ciò e anche molto di più, ecco quindi che ti lascio leggere le sinossi.
Il conto delle minne
“Il conto delle minne dev’essere pari: due seni, e due dolci, per ogni fanciulla – non si stanca di ripetere nonna Agata alla nipote Agatina mentre impastano le cassatelle a forma di seno, le minne appunto, per la festa della santa di cui entrambe portano il nome. Ma la vita è imprevedibile e il seno, morbido viatico di gioia e nutrimento, può celare in sé anche la malattia e il disamore: i conti, allora, potrebbero non tornare.
Lo imparerà Agatina, crescendo, nutrita dei racconti della nonna che, nella grande cucina, rievocava la storia di due famiglie siciliane e delle loro donne fiere o meschine, timide o focose. Per ciascuna di loro le minne che portano sul petto hanno un significato speciale: grandi o quasi assenti, aride o feconde, amate senza pudore o trascurate da uomini disattenti, sane o ammalorate, diventano la chiave per svelare i più intimi segreti della femminilità, dell’orgoglio, dello straordinario potere di queste donne o della sottomissione alle dure leggi del mondo maschile.”
“Ogni anno nonna Agata vuole accanto a sé la nipote Agatina per insegnarle i segreti dei dolci in onore della Santa di cui entrambe portano il nome. Mentre impastano le cassatelle a forma di seno, le “minne”, la nonna racconta il martirio della Santuzza, cui il crudele console Quinziano, non sopportando di sentirsi respinto, fece tagliare le mammelle. La drammatica vicenda rivela una delle regole del mondo maschile:
… devi sapere che gli uomini, se non ci provi piacere quando ti toccano, si sentono mezzi masculi, ma guai a te se ci provi piacere, perché allora ti collocano tra le buttane.
Parte da qui il “cuntu”, il racconto, della storia di una famiglia siciliana e delle sue donne straordinarie. Per ciascuna di loro, fino alla piccola Agatina che dovrà diventare grande, le minne hanno un significato speciale: grandi o minuscole, aride o feconde, amate senza pudore o trascurate da uomini disattenti, sane o malate, diventano la chiave per svelare i più intimi segreti della femminilità e dell’orgoglio di generazioni di donne e di una in particolare, forse la più coraggiosa.”
L’AUTRICE
Giuseppina Torregrossa, classe 1956, è medico e scrittrice di numerosi romanzi, tutti bestseller: oltre a Il conto delle minne ricordiamo Manna e miele, ferro e fuoco (Mondadori 2011) e La miscela segreta di casa Olivares (Mondadori 2014). Adele, (Nottetempo 2012), e A Santiago con Celeste (Nottetempo 2015)
“La scrittura di Giuseppina Torregrossa è intessuta di Sicilia: dei colori, i sapori, gli odori, persino degli sguardi di questa terra. Nei suoi romanzi compaiono piatti simbolo dell’isola, uomini e donne intenti a portare avanti antichi riti, religiosi, sociali e anche culinari. Sì, la cucina ha un posto decisamente privilegiato all’interno delle narrazioni; è a metà tra un rito divinatorio e un movimento sensuale, sempre capace di curare l’anima. C’è un’identità territoriale e umana nei libri di Torregrossa che sgorga fuori quasi arrivasse dalla terra, naturale come foce nel mare, e prende la forma di storie che sanno coinvolgere dalla prima all’ultima pagina.” – Mondadori.
Cercando informazioni sull’autrice mi è venuta voglia di leggere tutti i suoi libri!