Il cielo sopra Bellini è il libro che quest’oggi ti voglio presentare. Nel fartelo conoscere, sono particolarmente emozionata perché il suo autore, Salvatore Giglio, è un mio conterraneo, quindi, sono orgogliosa di poter parlare del suo romanzo.
Il cielo sopra Bellini, un libro che ci prende per mano e ci porta fra i colori, le tradizioni, la magia di Catania: ridente cittadina siciliana
Come ho più volte ribadito, sono una persona molto legata alla propria terra, alla sue origini, sono, insomma, quella che si definisce una campanilista doc.
La Sicilia è una terra che sa essere aspra, rude, alle volte crudele, ma allo stesso tempo è forte, indomita, passionale, piena di colore e calore, un luogo ove le tradizioni assumono un sapore sacrale.
Una Terra spesso bistrattata e dileggiata, che è stata soggetta a dominazioni ed umiliazioni, ma che con orgoglio e forza d’animo ha sempre saputo risollevarsi e risorgere.
Adesso, Salvatore Giglio ci presenta la sua raccolta di racconti brevi e ci porta con sé, in quella cittadina che si chiama Catania che profuma di storia, tradizioni, ma anche di contraddizioni.

Lo stesso autore ci dice «Penso che se dovessi portare uno straniero in giro per Catania, dovendogli mostrare un luogo che meglio la racconta nel suo animo contraddittorio, non lo porterei al Duomo o a piazza Stesicoro, ma lo condurrei sorprendentemente a Piazza Verga.
In questa piazza, luogo di profonde e significative trasformazioni nel corso degli anni, attualmente dimorano due monumenti: uno è la Dea della Giustizia, simbolicamente eretta dinanzi al monumentale ingresso del tribunale, l’altro è la rappresentazione de I Malavoglia di Giovanni Verga.
A poche decine di metri vi è la giustizia dei codici, dei tribunali, degli avvocati e proprio di fronte vi è rappresentata l’ingiustizia della povertà, con la barca di Bastianazzu che affonda tra innumerevoli rivoli d’acqua con suo carico di lupini.»
Ho voluto riportare le parole di Salvatore Giglio perché hanno la capacità di trasmetterti e farti immaginare la beltà di questa cittadina, di conseguenza puoi assaporare ciò che nel suo libro egli ha voluto descrivere, ovvero raccontare.
Il cielo sopra Bellini: corri a tuffarti fra le pagine di questo testo intriso di amore, sicilianità, storia e cultura.
Il cielo sopra Bellini è la prima raccolta di racconti brevi di Salvatore Giglio, autore catanese, nato nel 1976 proprio nella cittadina etnea. Egli lavora presso un’azienda di semiconduttori; l’autore è un perito elettronico e operaio della scrittura, è un appassionato di letteratura, ma anche di cinema e calcio.
Salvatore ha iniziato a scrivere poesie e racconti brevi da giovanissimo, pubblicando le proprie opere in svariate riviste locali. Di recente ha collaborato con l’opera Personaggi e vicende di Catania vol. 4 sempre per Alga Editore.
La sinossi de Il cielo sopra Bellini è stata realizzata da Alessandro Russo, il quale è un medico, ma anche uno scrittore, vediamo cosa ci dice dell’opera.
«È un omaggio gentile alle candelore di S. Agata che danzano, a un vulcano che s’infiamma e al mare che lo addolcisce. Un arcipelago di piccole storie senza tempo dove i marciapiedi chiacchierano con i citofoni e i lampioni giocano a nascondino con i gatti.
Un lungo camminamento di pennellate artistiche dedicate agli abitanti del capoluogo etneo, un caleidoscopico metafisico di similitudini tutte catanesi.»
Già da queste parole, si percepisce la grande devozione nei confronti della Santa Patrona della città, Sant’Agata, celebrata con grande venerazione e preghiera il 5 febbraio di ogni anno, la tradizione delle candelore, ovvero la cera che viene offerta alla Santa da ogni ceto sociale quale atto di devozione.
Ma la raccolta di racconti ci parla anche di lui, dell’Etna, il maestoso vulcano che tiene compagnia agli abitanti catanesi: una delle immagini simbolo della Sicilia, con il suo aspetto imponente che genera timore e deferenza allo stesso tempo.
Non sarà, però, solo questo che noi troveremo in questa accorata raccolta di racconti, leggeremo tanto di più, ragion per cui non possiamo non gettarci a capofitto nella lettura di quest’opera tutta siciliana.
«Una lingua di fuoco disegna il fianco del Vulcano, reso invisibile dalla notte» (Salvatore Giglio)