I cospiratori di Venezia, di Alex Connor, secondo volume della serie I lupi di Venezia pubblicata da Newton Compton, è un thriller storico da… WOW!
Ecco, mi viene proprio da dire WOW! L’intreccio, il pathos, i tasselli e le informazioni centellinate sapientemente dall’autrice, ne fanno un racconto avvincente, di quelli da cui non ci si stacca volentieri.
I cospiratori di Venezia, di Alex Connor per Newton Compton
Una nebbia fitta avvolge Venezia, afflitta da una serie di omicidi e da ingiustizie connessi ad essi. Personaggi abietti, ricattatori e avidi mercanti si aggirano tra le calli, ricche prostitute mosse dalla brama di riscatto e dall’amore per il lusso, gente umile assetata di giustizia. La descrizione di un cinquecento veneziano che celebra l’opulenza della città e la corruzione che vi si cela dietro. Un gioco dell’inganno che l’autrice non ci svela, preferendo seminare indizi, spargere i semi del dubbio, provocare curiosità nel lettore. Davvero un racconto ottimamente congegnato, un ottimo linguaggio, forse con alcune sbavature moderne nei dialoghi che risultano comunque credibili e naturali.
I cospiratori di Venezia è ricco di descrizioni pennellate, diffuse in modo così magistrale e calzante da far sentire il lettore un guardone, tanto chiare sono le atmosfere e i particolari delle stanze, dei luoghi, degli spazi veneziani. Potrei dire che in alcuni punti l’autrice esagera con gli aggettivi togliendo efficacia alle frasi, ma è una questione davvero sottile, un peccato veniale, uno sfoggio di linguaggio che si perdona facilmente.
Ne I cospiratori di Venezia, Der Witt, il personaggio che funge da traino del racconto corale, speziale olandese, protestante, abortista, malvisto dall’inquisizione e dal Leone della Serenissima, indaga da anni per scoprire chi ha ucciso sua figlia straziandone il cadavere, e chi ha inflitto la stessa disgraziata sorte ad altre ragazze in giro per l’Europa. Mentre indaga, si snodano intorno a lui rapporti malati e ossessivi: uno scrittore ricatta un potente nobile, il Tintoretto difende la memoria di un amico giustiziato ingiustamente, una prostituta di alto bordo mescola le carte e nasconde verità.
Peccato per Der Witt, lo avrei voluto più incisivo, con più dettagli, con più approfondimenti della sua vita. Però comprendo che l’attenzione dell’autrice non si è focalizzata su un solo personaggio trainante ma sull’insieme dei caratteri che compongono una ragnatela complessa e appiccicosa. Bella la caratterizzazione fisica che non descrive il personaggio ma ne fornisce solo alcuni elementi di caratterizzazione, il cappello nero dalla tesa larga e la cappa.
Certo è semplice scrivere un romanzo stupendo ambientato a Venezia, che già da sola è un’opera d’arte, eppure esaltare in modo così pregnante i misteri e la magnificenza di Venezia, è un rischio che l’autrice ha accolto. E, per conto mio, ne I cospiratori di Venezia, Alex Connor è riuscita da dare uno stupendo affresco della città rinascimentale lasciando il lettore a navigare sulle acque limacciose del canale, sballottato da cliffhanger studiati per agitare le onde, sotto le nuvole dei misteri lagunari.
I cospiratori di Venezia è il secondo di una serie che non ha ancora trovato termine ma che davvero merita di essere letta.