I cantastorie, scritto da Giulio Marra e pubblicato da Linea Edizioni, è un romanzo che vede protagonista un ragazzo di nome Roman e un cantastorie di nome Kanè. Siamo nella periferie di una grande città e Kanè inizia a raccontare una serie di storie in occasione del quattordicesimo compleanno di Roman. Le storie si articolano in un percorso attraverso emozioni e tematiche diverse: si parla di amore, guerra, vendetta, errori, morte, nascita, genitorialità, …
La narrazione è piacevole, mai banale, con un linguaggio sartoriale per ogni personaggio. È un libro che presenta diversi livelli di lettura, diversi strati di profondità in cui addentrarsi. Ci sono le storie che racconta Kanè e c’è una storia nella storia, qualcosa dal significato più profondo, che puoi cogliere oppure no. È stato un libro piacevole da leggere e alla fine, mi è rimasta impressa questa frase di Kanè:
«La vita del cantastorie è così, è un atto d’amore che deve ripetersi sempre per non essere dimenticati. Questo è vero anche per il grande artista o il sublime esecutore… cosa rimane dopo l’applauso?».
E io mi chiedo, sarà così anche per un libro dopo la lettura dell’ultima pagina? Oppure il fatto di esser scritto lo difende da questo oblio?
I cantastorie, di Giulio Marra
Alla periferia di una grande città, un ragazzino di nome Roman compie 14 anni. Per celebrare il suo compleanno un cantastorie, di nome Kanè, inizia a raccontare storie che egli definisce «d’amore, di guerra e di saggezza», storie che ha raccontato per piazze e strade nel corso della vita, storie a prima vista autonome che però s’intrecciano in un ordito che tutte le comprende, man mano che la narrazione procede verso la risoluzione. Non è così, in fondo, la vita di un uomo? Si chiede Kanè. E non è così la storia delle nostre civiltà? Accanto a Roman e a Kanè appaiono altri personaggi «marginali», di varia provenienza, e tutti si riconoscono nelle vicende raccontate da Kanè.
Roman stesso si identificherà con la figura di un ragazzo protagonista, Leon, tanto da decidere di assumere le funzioni di Kanè alla fine del racconto, facendosi portavoce del suo testamento di cantastorie. Ha compreso che le storie raccolgono l’essenza dell’esperienza di vita di Kanè che deve essere necessariamente tramandata come quella di un aedo classico e moderno al tempo stesso?
Le storie riguardano la società, la legge e il suo valore, l’amore in vari aspetti, la vendetta e l’odio come incapacità di affrontare la verità degli errori commessi, la maternità voluta e ricercata, la paternità persa e ritrovata, i sogni di ricchezza e di felicità, il mito della Creazione come narrato nelle tradizioni popolari, figure e sensibilità occidentali e orientali. Oggi stiamo capendo che è dalla periferia e dalla marginalità che può arrivare un messaggio, se non addirittura la spinta a conoscere.
Giulio Marra
Già docente di Lingua e Letteratura inglese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Giulio Marra è autore di numerosi volumi e saggi su William Shakespeare, sulla letteratura del Settecento inglese, sul teatro canadese e australiano. Fondatore della rivista dedicata alle letterature post-coloniali Il Tolomeo, è stato anche cofondatore e presidente dell’Associazione Italiana delle Letterature in inglese.
Tra i romanzi scritti da Giulio Marra ricordiamo: Et in Arcadia Ego (premio Osservatorio, Bari 2005; premio Il Convivio, Taormina, 2005); Ca’ del Lov (premio Tulliola, Formia 2011; premio Penna-calamaio, Savona 2011); Roman e Kanè (premio Nabokov, 2016); Viaggi e altri Racconti (premio Senigallia, 2016); Antonio e il cavallo di Seneca (premio PNIN Nabokov, 2016). Giulio Marra è anche un autore di testi teatrali, tra i quali: Alias Alias (premio Mesagne, 2013); L’indovino, Il mistero della tredicesima bara (premio Mesagne, 2015 e 2016); Prospero e Caliban. Il tempo e la storia (premio Accademia Francesco Petrarca, Viterbo, 2016); Sempre per segreti sentieri.