Caro iCrewer, quando sentiamo il termine “biblioteca“, è facile che la prima immagine che la nostra mente crei sia quella di un edificio le cui stanze sono occupate da scaffali, allineati uno affianco all’altro e pieni zeppi di libri. Tuttavia, i creatori di The Human Library hanno avuto la capacità di guardare oltre.
La nozione in sè può sembrare abbastanza strana. Come fa ad esserci una biblioteca fuori dagli schemi? Dopotutto, per quanto tecnologica possa essere, sempre di opere letterarie si parla. Che poi ad esse vangano aggiunti file, archivi, manoscritti, fotografie o mappe, il settore rimane quello: cultura, arte e conoscenza rese pubbliche e disponibili per chiunque voglia ampliare i propri orizzonti.
Cosa fa, allora, di The Human Library Organisation qualcosa di così speciale? Beh, la risposta è piuttosto semplice, ed è racchiusa nel nome: questo ente non-profit non da in prestito libri, ma persone (tranquillo, non letteralmente).
Human Library: unjudge someone.
Human Library è un progetto che nasce nel 2000, a opera di Ronni Abergel, di suo fratello Dany e dei suoi colleghi Asma Mouna e Christoffer Erichsen. La sede principale dell’organizzazione è a Copenaghen, in Danimarca, luogo dove tutto ha avuto inizio, anche se negli ultimi vent’anni sono sorte succursali in ben sei continenti e ottantacinque Paesi diversi (Italia compresa).
Durante gli eventi succede un po’ quello che capita solitamente in una biblioteca: i lettori scelgono di approcciarsi al libro che più attira il loro interesse, stuzzica la loro curiosità o li invoglia a provare a conoscere meglio argomenti che ritengono spinosi o taboo. La differenza è che, invece di aprire la mente a fatti, nozioni ed emozioni impresse su carta, è la voce dei volontari, dei libri umani, a far compiere il viaggio.
Così come ogni libro è unico e speciale, ogni storia preziosa e fonte di insegnamento, allo stesso modo queste persone si raccontano, si mettono a nudo intimamente. Problemi, paure, momenti difficili diventano il tramite attraverso cui combattere pregiudizi, stigmati e razzismo. Nella Human Library non ci sono taboo, si può parlare di qualsiasi cosa, senza la paura di essere giudicati per ciò che si dice.
Lettori e volontari interaggiscono liberamente, conversano e, così facendo, ambe due le parti si aiutano a vicenda: c’è chi si trova davanti un nuovo paesaggio di possibilià inesplorate e chi scopre nuove sfaccettature, nuove vissioni e punti di vista sulla propria storia personale che, da solo, mai avrebbe potuto immaginare.
E dopotutto, non è forse questo il compito che assolvono anche i libri tradizionali? Quello di smuoversci dalla nostra zona di confort, di metterci davanti a modi di vivere, pensare, credere, amare diversi da ciò a cui siamo abituati?
“Great spirits have always encountered violent opposition from mediocre minds. The mediocre mind is incapable of understanding the man who refuses to bow blindly to conventional prejudices and chooses instead to express his opinions courageously and honestly.”
Albert Einstein
Non solo biblioteca, ma anche dipensatrice di sapere
Devi sapere, iCrewer, che Human Library non si limita ad organizzare serate d’incotro tra lettori e volontari-libri, ma si occupa anche di creare corsi di formazione per le aziende, in modo da formare personale capace di interagire in modo adeguato, che non si faccia fermare da discriminazioni o stereotipi. Che sia in grado di sospendere il giudizio su chi ha di fronte, per ripartire da zero nella conoscenza, creando così un rapporto vero e proprio.