Appena letto il titolo del libro, Ristoceutica, ho pensato ad un’altra ennesima bella trovata del nutrizionista di turno, in effetti bisogna ammettere che l’arte culinaria con le sue varianti ha ormai monopolizzato tutte le piattaforme, da quella letteraria a quella televisiva per finire costantemente sul web, dove senza fine scorre tutto ciò che possiamo e non dobbiamo mangiare, ciò conviene o a cui è meglio rinunciare, eliminando o aggiungendo cibi a seconda delle situazioni.
L’obiettivo da raggiungere è senza mezzi termini oltre che il fantomatico peso ideale, sedersi a tavola tranquilli di aver mangiato cibi sani nella quantità giusta. E fin qui, in teoria, va tutto bene, è all’atto pratico che le buone intenzioni vanno a farsi benedire, a meno che non si abbia a che fare con eccessivi problemi di obesità (e qui non si discute), sfido chiunque, magari con qualche piccolo chilo di troppo, a sedersi con il sorriso per aver dovuto rinunciare a un bel piatto di bucatini all’amatriciana: a me verrebbe subito il magone, ma la speranza è sempre l’ultima a morire anche per gli amanti della buona tavola che alla carbonara non vogliono rinunciare.
Una buona notizia arriva da un libro il cui titolo non mi ha destato troppa simpatia, mi ha dato la sensazione di trovarmi di fronte ad un nuovo concentrato di pillole magiche per frenare o addirittura bloccare il metabolismo: più un antibiotico che una guida dietetica. La spiegazione è semplice Ristoceutica, questo è il titolo, deriva dalla fusione tra ristorazione e nutraceutica, la scienza che studia i cibi nutrienti che fanno bene alla salute, e quando si parla di salute non si può più scherzare, anche perché è da tempo consolidato il concetto che il cibo sano aiuta a vivere meglio e a prevenire patologie importanti. Il primo organo a beneficiarne, in questo caso, è il cuore, per gli addetti ai lavori limitandosi alle giuste dosi e associando i cibi giusti molti dei problemi legati alle malattie cardiovascolari potrebbero ridursi se non addirittura sparire.
A primo impatto potrebbe sembrare un pensiero scontato, in questo caso, il principio che lo regola nasce da una importante ricerca svolta da Vincenzo Lionetti, professore associato di Anestesiologia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, impegnato in prima linea nella sperimentazione per rigenerare il cuore dopo un infarto. Dagli studi effettuati Lionetti è giunto alla conclusione che il consumo di pasti nutrienti e correttamente bilanciati possa, senza alcun dubbio, migliorare la salute. Dai risultati si è infatti notato come i principi molecolari contenuti nelle sostanze, una volta combinati, sono capaci di esercitare effetti positivi nell’organismo, per questo quando si parla di ristoceutica si fa riferimento ad una dieta per migliorare la funzionalità cardiaca.
“Ogni volta che consumiamo un pasto”, spiega il professor Lionetti, “abbiamo la possibilità di pilotare a distanza l’espressione dei geni di una cellula. È quindi di fondamentale importanza ricercare le associazioni “vincenti” tra i diversi alimenti, e anche i metodi di cottura e di conservazione ottimali, affinché le proprietà epigenetiche positive di ciascuno vengano valorizzate per preservare il nostro stato di salute”.
Di cosa si occupa la ristoceutica?
Alla luce di quanto già citato, è facile intuire che gli sforzi degli addetti ai lavori sono diretti soprattutto allo studio non solo delle interazioni tra gli alimenti funzionali ma soprattutto alla ricerca delle combinazioni più favorevoli per ottenere risultati positivi evitando chiaramente interazioni negative per l’organismo Non solo, si studiano i metodi di conservazione e della cottura dei cibi oltre alla interazione dei composti attivi con farmaci o patologie già presenti. Per chiarire meglio le idee, dopo tanto ricercare, i risultati di Leonetti ci dicono che i polifenoli di olio extravergine d’oliva e cacao, gli omega 3 di pesce azzurro, le noci, i sulforafani dei broccoli e il beta-glucano dell’orzo influenzano positivamente il nostro DNA, per questo fondamentali nella nostra dieta quotidiana.
Si sa, la scienza, qualunque progresso faccia, è un bene da condividere così Leonetti ha preso carta e penna e ha deciso di divulgare le sue fatiche scientifiche in una bella guida gastronomica in cui dispensa consigli culinari e ricette sopraffine mirati al benessere del cuore. Non solo, sono ben spiegate le proprietà dei vari alimenti, le loro categorie, il loro valore nutrizionale. In sostanza, se vogliamo un cuore sano e forte possiamo, anzi dobbiamo, sforzarci di mangiare una bistecca circondata da erbette con un contorno di pasta fredda, ma alla fine la cosa importante è comprendere che sederci a tavola più consapevoli ci rende migliori in tutti i sensi, più sani e più belli.