Caro iCrewer ho da poco ultimato la lettura de Il Regno della Sfinge. La Leggenda di Eracle. Volume II di Gilbert Gallo edito nella collana editoriale Heroic Fantasy Italia della casa editrice Delos Digital.
La Leggenda di Eracle. Il Regno della Sfinge. Volume II
Inizio con il dirti che come avrai capito anche tu questo è un secondo volume, infatti La Leggenda di Eracle. Il regno della Sfinge è preceduto da La leggenda di Eracle. Fuga verso Delfi:Volume I scritto sempre da Gilbert Gallo.
Di cosa parlano questi romanzi brevi pubblicati da Delos Digital è molto chiaro e comprensibile già dal titolo ovvero della Leggenda di Eracle. Il genere di narrativa in cui rientrano è l’Heroic Fantasy tipologia letteraria che ha dato il titolo alla collana editoriale da qualche tempo inaugurata da questa casa editrice.
Ero un po’ titubante in apertura di questo testo, sai caro iCrewer c’è una materia tra le tante che mi ha da sempre appassionato e anche se è un lato di me che tengo un po’ celato, non posso non ammettere di avere un vero e proprio debole per la Storia, in particolare sai che ho un amore innato per il mondo Greco.
Di recente ho letto un libro che ho poi qui recensito e la cui autrice avevo incontrato durante un’evento, l’autrice in questione era Marta Morazzoni e il libro era Il Dono di Arianna anche in questo testo l’argomento cardine era proprio il mondo greco e i suoi personaggi, anzi le sue erano eroine, al femminile in questo caso.
Nel romanzo breve di Gilbert Gallo invece troviamo come protagonista uno tra i tanti e affascinanti eroi greci, il semidio di nome Eracle. Come ti dicevo, però ho iniziato quest’opera con un po’ di timori: Chissà se l’autore rispetterà la tradizione greca? Chissà quanto si allontanerà dalla leggenda?
Ecco, si trattava di dubbi infondati. L’opera di Gilbert Gallo è veramente bella, s’incentra su una delle tante sfide che il figlio di Zeus e Alcmena deve affrontare, ovvero la sfida contro la Sfinge e proprio durante questa eroica impresa viene risalta la meravigliosa figura di Edipo. Durante questa avventura i due eroi si incontrano e l’autore riesce a mettere in risalto i loro timori, le pene che indossano e le paure di entrambi i giovani che devono lottare contro qualcosa che per i Greci era superiore a tutto, persino a Zeus stesso: il Fato, il Destino. Quello con l’iniziale maiuscola da cui non si può scappare e contro cui è impossibile sfuggire. Di Edipo viene inoltre risaltata l’astuzia, sarà proprio grazie a questo eroe che il celebre indovinello della Sfinge verrà risolto ed Eracle potrà vincere anche questa sfida.
L’indovinello della sfinge lo ricordi?
Qual é quell’animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e la sera tre?
Di recente ho letto altre due opere che si collegano a questo scritto. Sono dei testi scolastici ovviamente, ma che reputo di una bellezza incommensurabile e voglio dedicargli giusto due righe. La prima che ti nomino è una commedia ed è dedicata alla nascita di Eracle, anche se indirettamente perché tratta il momento in cui Alcmena viene imbrogliata da Zeus, è di Plauto e si intitola Anfitrione. In quest’opera come anche Gilbert Gallo racconta nella sua, la moglie di Anfitrione, Alcmena viene sedotta da Zeus, che innamorato della fanciulla prende le sembianze del marito, in quel momento impegnato in una guerra e trascorre con lei una notte d’amore. Al ritorno del marito la donna capisce quanto è accaduto, ma ormai è troppo tardi, infatti dopo l’evento partorirà due gemelli: uno umano Ificle, l’altro che mostra di avere poteri sovraumani Alcide, da Alceo suo nonno paterno.
Ovviamente il misfatto non sfugge ad Era moglie di Zeus che inizia così a perseguitare il fanciullo con varie sfide che dovrà affrontare durante la sua vita. Da qui nasce appunto il nome di Eracle, ovvero Gloria di Era. Il giovane, dopo essere stato presso l’oracolo di Delfi scopre la verità delle sue origini e anche che avrebbe dovuto compiere varie imprese ed esse sarebbero dovute essere dedicate appunto ad Era, regina degli Dei.
Ci sono poi altri elementi che collegano Eracle ad Era, non trattati in questa opera di Gilbert Gallo, ma uno di essi te lo riporto perché riguarda una leggenda che mi piace e narra di come Eracle venne allattato dalla Dea mentre dormiva sempre grazie all’intervento di Zeus. Quando Alcmena comprese che il bambino sarebbe stato perseguitato dalla Dea e dai suoi seguaci chiese aiuto a Zeus ed egli lo fece avvicinare al seno di Era mentre la dea dormiva per fargli bere il suo latte che essendo divino lo avrebbe reso invincibile. Tuttavia per via di un morso del bambino la dea si svegliò facendole riversare una goccia del suo latte materno e dando vita alla Via Lattea.
Insomma quante storie affascinanti arrivano dal mondo Greco e sono contenta di aver notato come Gilbert Gallo le abbia rispettate e riportate nel suo testo con anche elementi particolari, tra di essi riporto un piccolo dettaglio, ma che per me che mi sono dedicata parecchio allo studio delle opere greche non è stato insignificante.
Devi sapere che presso i greci esisteva la convinzione che negli istanti che precedevano la morte la persona agonizzante era capace di prevedere il futuro, nel senso che aveva la facoltà di lanciare un monito che solitamente rivolgeva al proprio assalitore ed esso si sarebbe avverato. Non so se hai presente la morte di Ettore per mano di Achille. Ettore chiede ad Achille che il suo corpo venga consegnato a suo padre per i consueti rituali funebri, Achille come ben sai glielo nega e nel momento stesso in cui uccide Ettore ecco che egli emana la sua profezia: non potevo persuaderti, no di certo, perché hai nel petto un cuore di ferro. Stai attento, però, che io non sia la causa dell’ira degli dei, quel giorno che Paride e Febo Apollo insieme ti uccideranno, benché tu sia superbo eroe, sopra le porte Scee.
Beh sappiamo tutti come morì Achille.
I greci erano convinti che nel momento in cui il proprio Fato si stava per compiere allora la persona in questione era capace di una sorta di potere profetico. Questo elemento l’ho ritrovato nel testo di Gilbert Gallo e ne sono stata piuttosto contenta.
L’altro personaggio di cui ti volevo parlare, ma su cui magari tornerò con qualche articolo dedicato è l’Antigone, la cui figura viene descritta in maniera esemplare da Hegel e indimenticabile è l’opera di Sofocle. Il suo fascino non mi ha mai lasciata indifferente, in questa occasione mi limiterò a raccontarti brevemente chi è Antigone.
Si tratta di niente meno che della figlia di Edipo, re di Tebe e della sua stessa madre Giocasta. Come infatti saprai e come ci spiega Gilbert Gallo nella sua opera il destino che macchia Edipo è proprio quello di diventare l’assassino di suo padre e finire per sposare la sua stessa madre. Egli durante la sua vita cercherà di sfuggire da questa sorte, ma alla fine da Giocasta avrà ben quattro figli: Antigone, Ismene, Eteocle e Polinice.
Saranno proprio Polinice ed Antigone a far nascere in noi studiosi di questa tragedia tutte quelle questioni inerenti il rapporto tra la morale, il dovere verso la legge e il dover perseguire le tradizioni. Insomma Antigone è una di quelle figure che ha tenuto svegli illustri pensatori e ha affascinato il mondo con la sua storia.
Spero di non averti annoiato troppo caro iCrewer, mi sono lasciata prendere. Tornerò sicuramente a leggere le opere di Gilbert Gallo.