Caro lettore, cercando uno spunto per l’articolo del caffè letterario motivazionale di oggi mi sono imbattuta in questa frase:
«Noi tutti, vedenti e non vedenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma nell’uso che ne facciamo, nell’immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi.» Helen Keller, The five-sensed world, 1910
Non conoscevo la storia di questa donna straordinaria che è riuscita a trasformare un ostacolo che sembrava impossibile da superare in qualcosa di meraviglioso: la sua vita dedicata al riscatto dei non vedenti e dei sordi.
E’ stata una scrittrice, attivista e insegnante statunitense, si è battuta per i diritti delle donne e in molte battaglie civili.
La sua istitutrice riuscì ad insegnarle a leggere in cinque lingue, ad ascoltare, toccando le labbra e attraverso le vibrazioni della trachea e anche a parlare.
Alla sua storia, e a quella dell’istitutrice che le insegnò a interagire con il mondo esterno, è stato dedicato il romanzo Anna dei miracoli (The Miracle Worker), da cui sono stati tratti un film e una rappresentazione teatrale.
Helen Keller è nata il 27 giugno 1880 ed è morta il 1º giugno 1968.
Una malattia contratta a 19 mesi l’ha resa sordo-cieca: per lei era molto difficile comunicare.
Fino a quando sua madre Kate, leggendo su American Notes uno scritto di Charles Dickens nel quale si parlava di una bambina ,cieca e sorda di nome Laura Bridgman, che era andata a scuola con successo, contatta la scuola dove era stata educata, il Perkins Institute for the Blind.
La scuola sceglie come insegnante per la piccola Helen Anne Sullivan, che era poco più che ventenne, anche lei parzialmente cieca, ed era stata ex allieva dello stesso istituto.
Grazie alla sua preziosa maestra, Helen impara a leggere e scrivere e a comunicare.
Decise in seguito di iscriversi all’università, nonostante i genitori non fossero d’accordo. Ma con Anne sempre al suo fianco, Helen sostenne tutti gli esami fino alla laurea in lettere, diventando la prima persona cieca a raggiungere questo traguardo.
Nel 1903 pubblica la sua autobiografia The story of my life. E questo sarà il primo di una serie di libri e di diversi articoli.
Dopo essersi laureata in legge Helen si impegna anche nelle cause per i diritti dei disabili ed in molte altre questioni, come il voto alle donne e il controllo delle nascite.
Ma il vero miracolo sta nella tenacia e nella perseveranza di queste due donne, perché è proprio lì che si cela il segreto di ogni traguardo raggiunto.
Il racconto della sua vita mostra come malgrado tutto, o forse proprio grazie alla spinta data dalla necessità di superare gli ostacoli che la malattia le ha imposto; insieme al coraggio e ad un’intelligenza notevoli, sia riuscita a lasciare un’impronta indelebile nel novecento americano, diventandone una figura centrale.
La sua autobiografia, è stata pubblicata dall’editore e/o con il titolo Il silenzio delle conchiglie, traduzione dell’originale Story of my Life.
Nella storia di Helen Keller il momento che rappresenta lo spartiacque decisivo è quello in cui, grazie all’aiuto della fedele Anne Sullivan, sua inseparabile insegnante, amica e mentore per circa un cinquantennio, Helen, da creatura selvaggia e totalmente istintiva che era, associa per la prima volta le lettere che compongono la parola “acqua” alla realtà fisica dell’acqua che le scorre tra le dita.
Da quel momento in poi la luce della comprensione che si accende nella mente di Helen è destinata a non spegnersi più: è con una tenacia decisamente fuori dal comune che supera gli ostacoli che la separano dal raggiungimento di una vera istruzione, fino al conseguimento della laurea al Radcliffe College nel 1904, prima persona sorda e cieca a riuscire a laurearsi.
Negli ultimi anni della sua vita, si dedica a raccogliere fondi per la American Foundation for the Blind.
Il 14 settembre 1964 riceve dalle mani del Presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson la Medaglia presidenziale della libertà, l’onorificenza civile più alta negli Stati Uniti, conferita a coloro che hanno dato:
“un contributo meritorio speciale per la sicurezza o per gli interessi nazionali degli Stati Uniti, per la pace nel mondo, per la cultura o per altra significativa iniziativa pubblica o privata“.
Muore il 1º giugno 1968 nella sua casa di Easton all’età di 87 anni.
Anche questa donna ha scelto di non arrendersi: è vero ci vuole tanto coraggio e forza di volontà ma io credo che ognuno di noi ne sia dotato.
A volte si riesce a tirarli fuori da soli, dopo aver toccato il fondo di una situazione che ci fa davvero stare male, altre volte basta anche che ci sia una persona accanto a noi capace di farci vedere ciò che in quel momento non siamo in grado di scorgere, altre volte un libro può aprire la mente e il cuore.
Qualunque sia il “mezzo” per tirare fuori quella forza l’importante, come ci insegna anche Helen Keller, è non arrendersi alla prima difficoltà.
Spero che questo caffè sia stato piacevole e rigenerante. Ti aspettiamo lunedì!
Come sempre buona lettura!