Ti chiederai che cos’è il drabble?
Io l’ho scoperto grazie all’articolo riguardante le poesie di Stefano Buzzi e ora cerco di spiegarti di cosa si tratta.
I drabble sono racconti che nascono, vivono e muoiono in cento parole: cento, ne una di più ne una di meno, prova pure a contarle, io non nego di averlo fatto per curiosità. La particolarità sta proprio nel fatto che l’autore deve esprimere le proprie opinioni in poco spazio.
Nato in Inghilterra, come gara a tempo e su un tema specifico fra scrittori al Monty Python’s Big Red Book, il drabble è stato codificato come genere letterario, dall’Università di Birminghan.
L’innocente di Alice Kohler
La vidi seduta in un raggio di sole e ne uscì
dietro gli alberi. Lei sorrise e fece un cenno e io andai avanti,
sdraiati sull’erba e posai la testa in grembo.
Ho visto il pugnale in mano e la morte nei suoi occhi, ma non fino a quando
dopo che il colpo è stato colpito, mi sono ribellato, gridando il mio amore
e dolore Un’altra ragazza apparve accanto al primo e insieme
mi guardarono mentre barcollavo, poi caddi davanti a loro.
“Quell’urlo era quasi umano. Qui, tieni la testa mentre
Ho tagliato il corno.”
Tra gli autori più illustri troviamo Brian Aldiss, Gene Wolfe e Lois McMaster Bujold
In Italia, è poco adottato, mi è capitato di leggere altri esperimenti di drabble, devo dire che però, in nessuna delle mie letture ho trovato panta poesia come si riscontra nei testi di Stefano Buzzi: i suoi drabble, sono piccole prose poetiche.
Uno stile easy, veloce, sintetico che può racchiudere in 100 parole un intero romanzo. Mi piace molto.
Io non lo conoscevo, è interessante e particolare