Dal 30 aprile è possibile trovare in libreria e negli store digitali Spegni questo ca**o di telefono di Giulio Vincent Gambuto, edito da Newton Compton.
Quante volte durante l’arco della giornata prendiamo il mano il nostro cellulare? E quante di queste volte è realmente necessario?
Ormai non facciamo altro che “scrollare” sullo schermo del nostro telefono senza nemmeno accorgerci di tutto quello che, nel frattempo, ci stiamo perdendo. E non solo! Anche la nostra vita ne risente: siamo sempre più stressati, stanchi e ossessionati dagli impegni.
Con Spegni questo ca**o di telefono Giulio Vincent Gambuto ci esorta a rivoluzionare radicalmente le nostre abitudini quotidiani per poter recuperare la serenità e la tranquillità perdute. Un manuale agile e pratico che ci esorta ad agire. Eccone la sinossi!
Giulio Vincent Gambuto e il suo Spegni questo ca**o di telefono: la sinossi
Negli ultimi anni, complice lo stop forzato della pandemia, in tanti abbiamo lasciato il lavoro, cambiato casa, dedicato più tempo a famiglia e hobby: potevamo finalmente essere onesti sui nostri problemi e dire ad alta voce cosa volevamo. Questa libertà, per Giulio Vincent Gambuto, aveva il potere di scuotere la società dalle fondamenta. Ma, sfortunatamente, non sarebbe durata a lungo: non ce lo avrebbero mai permesso. Per mandare avanti il mondo servono i nostri click, i nostri soldi, le nostre conversazioni, i nostri voti. Era necessario che tornassimo tutti “alla normalità”.
Così, rieccoci al punto di partenza: stressati, insoddisfatti, ossessionati da impegni e deadline, reperibili a tutte le ore. Una via d’uscita c’è, e questo libro ce la mostra. Cancellare notifiche e messaggi indesiderati è solo il primo passo per liberarsi da abitudini, persone e comportamenti che ci impediscono di star bene. Una guida rivoluzionaria e piena di consigli pratici per sbarazzarci del trillo irritante dei seccatori e cominciare a vivere davvero.
«La nostra vita non è più piena di gioia, ma di str***ate. È tempo di cancellarle: dal tuo telefono, dalla tua casa, dalla tua testa».