Il caso di Giulia Tramontano, insieme forse a quello di Giulia Cecchettin, è forse uno dei casi di femminicidio che più hanno scosso l’opinione pubblica italiana negli ultimi anni. Giulia, infatti, è stata uccisa il 27 maggio 2023 ma soltanto dopo mesi di ricerche, indagini e processi è stato possibile avere una ricostruzione più chiara e precisa dei fatti, nonostante il suo assassino Alessandro Impagnatiello fosse già noto agli inquirenti.
Roberta Bruzzone, celebre criminologa e psicologa forense, assieme a Laura Marinaro, giornalista di cronaca nera, ripercorre le dolorose tappe di questa tragedia nel suo ultimo libro Narcisismo mortale. Il caso di Giulia Tramontano, in uscita il 24 ottobre per Mursia Editore. Nel libro non si sofferma solo sulla vicenda giudiziaria ma offre anche una disamina psicologica sui suoi protagonisti per dimostrare quanto il narcisismo patologico possa, alle volte, diventare pericoloso.
Il caso di Giulia Tramontano
Giulia Tramontano aveva all’incirca 25 anni quando aveva deciso di trasferirsi da Sant’Antimo, Napoli, per andare a vivere con il compagno Alessandro Impagnatiello a Senago, nella periferia milanese. Mentre Giulia trova impiego come agente immobiliare, Impagnatiello lavora come barman presso un noto locale milanese. La loro sembrava una storia apparentemente felice. Alessandro, 30 anni, aveva già un figlio da una precedente relazione quando Giulia nel 2022 gli comunica di aspettare un bambino. Una simile notizia dovrebbe unire una famiglia ma, in questo caso, fu probabilmente l’evento scatenante che diede il via a tutto.
Impagnatiello, infatti, aveva un amante, una collega italoamericana che, forse nello stesso periodo, era rimasta incinta. Ma se quest’ultima aveva scelto di interrompere la gravidanza Giulia, tra alti e bassi, aveva deciso di portarla avanti. Eppure la sua gravidanza non è stata affatto facile. La madre di Giulia riferisce agli inquirenti che la figlia aveva spesso lamentato forti bruciori allo stomaco e che l’acqua e il cibo avevano sempre uno strano sapore. Come chiariranno le indagini sul corpo di Giulia, infatti, Alessandro stava cercando di avvelenare lei e il bambino dapprima con dell’ammoniaca e poi con del veleno per topi.
La situazione precipita presto ulteriormente. L’amante scopre, nel frattempo, della gravidanza di Giulia ma Alessandro la rassicura, mostrandole un falso test del Dna per convincerla che quel figlio non è suo e dicendole che è pronto a lasciare Giulia ma non può farlo ora perché «è pazza, ha tentato il suicidio».
L’amante non gli crede e, dopo aver scoperto che quel test era falso, contatta Giulia in privato per un appuntamento, proprio davanti al locale dove lavora Alessandro. Qui le due donne si confessano e abbattono il castello di bugie così ingenuamente costruito dal loro nemico comune. Dopo quell’incontro dal cellulare di Giulia partono due messaggi: il primo, verso la donna a cui scrive: «Questa persona va rinchiusa in un buon ospedale psichiatrico», il secondo, proprio verso Alessandro: «Sto tornando. Fatti trovare». Era il pomeriggio di sabato 27 maggio 2023.
L’omicidio e l’occultamento del cadavere
Stando alle indagini e alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, Alessandro Impagnatiello avrebbe progettato tutto ciò che accadde in seguito. Appena rientrata a casa quello stesso pomeriggio Alessandro avrebbe accoltellato Giulia Tramontano, ormai al settimo mese di gravidanza, per ben 37 volte prima di provare a bruciarne il corpo nella vasca da bagno.
La sera stessa cerca di incontrare anche l’amante che, però, non lo lascia entrare in casa. Il giorno successivo, spinto dalla preoccupazione dei genitori di Giulia che non riescono a rintracciarla, è lui stesso a denunciare la scomparsa della compagna. All’avvio delle indagini, però, Alessandro sta ancora cercando di disfarsi del corpo: proverà a farlo a pezzi, a bruciarlo ancora in garage per poi liberarsene dietro alcuni box auto non molti distanti dalla sua abitazione.
Le bugie di Alessandro vengono rapidamente smascherate dalle forze dell’ordine che, nel frattempo, ritrovano tracce di sangue sia nell’abitazione che nell’auto. Messo alle strette, sarà proprio Impagnatiello a confessare l’omicidio e a rivelare il luogo dove ha abbandonato il cadavere della moglie e del figlio non ancora nato ma che già aveva un nome: Thiago. Ci vorranno ancora diverse settimane, però, prima di arrivare ad una ricostruzione precisa dell’intera vicenda.
Per la morte di Giulia Tramontano Alessandro Impagnatiello rischia l’ergastolo con l’accusa di omicidio volontario aggravato, interruzione di gravidanza e occultamento di cadavere. È proprio degli ultimi giorni la notizia che ribadisce l’assoluta lucidità dell’Impagnatiello, per il quale la difesa aveva invocato l’infermità psichiatrica.
Narcisismo mortale: il libro di Roberta Bruzzone
Come si può pensare, premeditare e realizzare l’omicidio della propria compagna incinta di sette mesi del proprio bambino? In quale contesto psicologico nasce un delitto simile? Queste sono alcune delle domande alle quali risponde il nuovo true crime della coppia Bruzzone-Marinaro che questa volta si focalizza su una vicenda che ha sconvolto l’Italia: l’omicidio di Giulia Tramontano e del suo piccolo Thiago avvenuto a Senago (Milano) il 27 maggio 2023 per mano di Alessandro Impagnatiello, compagno della vittima e padre del nascituro.
Il libro parte dal racconto puntuale dei fatti e del processo fatto dalla cronista Laura Marinaro, per giungere, capitolo dopo capitolo, alla disanima psicologica e criminologica di Roberta Bruzzone della personalità narcisistica overt dell’assassino. Purtroppo la conclusione è dura: il narcisismo può essere mortale. Il testo si propone un intento anche divulgativo e «preventivo» nei confronti di altre possibili vittime.