Bentornati dalle vacanze cari iCrewer, settembre è arrivato portando con se un nuovo inizio e un nuovo carico pieno di progetti e di idee, almeno così sarà per me. Prima di proiettarmi nel futuro prossimo, però, vorrei condividere con voi il racconto della mia giornata trascorsa al Vittoriale degli Italiani, la storica residenza di Gabriele D’Annunzio.
Un parco museo situato a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana dello splendido Lago di Garda, che, durante le mie piccole e brevi vacanze di questo agosto particolare per via della pandemia, ho girato in lungo e in largo con sorprendente stupore e compiacimento.
IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI
Come tutti sanno il Vittoriale degli Italiani è l’ultima dimora del vate Gabriele D’Annunzio, costruita, ideata, realizzata e allestita secondo il suo bizzarro estro e il suo volere. Si tratta di una grande tenuta ricca di piazze, vie, rivoli d’acqua, giardini e teatri che convogliano in buona parte verso la piazzetta centrale, quella che ospita la Prioria, ovvero l’appartamento vero e proprio del poeta.
L’intenzione di D’Annunzio, una volta trasferitosi in questa storica villa con una splendida vista sul lago, era quella di fermarsi per pochi mesi, giusto il tempo per finire un romanzo, ma poi, innamoratosi del luogo (e non si può certo dargli torto), ha finito per trascorrerci gli ultimi decenni della sua inimitabile vita.
In questi lunghi anni, l’istrionico autore, con l’aiuto dell’architetto Giancarlo Maroni, ha reso la tenuta del Vittoriale degli Italiani un vero e proprio specchio della sua anima e del suo modo di essere. L’intento di D’Annunzio era quello di creare un luogo dove l’arte splendesse in ogni sua forma, in modo poi, una volta lasciata la vita terrena, di regalarlo agli italiani. E così è stato.
Io trovo che questo pensiero sia di una genialità assurda, passare anni e anni a far costruire statue e giardini, ad allestire ogni angolo della casa con il pensiero che poi tutto sarà messo a disposizione degli italiani per essere visitato e, a questo punto bisogna dirlo, adorato. Una iniziativa che evidenzia l’ego e la vanità che hanno contraddistinto la figura di questo eroe di guerra che ha legato il suo nome, indissolubilmente, alla letteratura italiana.
Vanità che trova la sua massima forma di ispirazione all’interno della Prioria, luogo incredibilmente magico ed eterno.
IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI: LA PRIORIA
La visita all’interno della casa di D’Annunzio è guidata e ci si può entrare soltanto in sei persone alla volta, previa prenotazione. Consiglio vivamente di fare i biglietti da casa, on line, sul sito del Vittoriale degli Italiani, molto ben fatto e altrettanto pratico e semplice nella sezione della biglietteria.
Io mi ero prenotato l’ingresso delle dodici, e come da programma, cinque minuti prima mi sono fatto trovare nella piazzetta in cui la porta d’ingresso domina la scena.
Varcata quella porta si entra in un mondo alternativo, ci si catapulta nella vita dell’autore e, grazie alla elevata professionalità della guida, sembra di assistere ad alcune scene di quella vita. La fantasia trova tizzoni ardenti per il suo braciere in ogni piccolo anfratto, a dimostrazione che l’intento del proprietario, ovvero quello di allestire una casa che ne portasse per sempre la sua memoria, è pienamente soddisfatto.
La visita inizia dalla Stanza del mascheraio, la sala d’attesa per le visite ufficiali. Perché D’Annunzio aveva predisposto due sale in cui parcheggiare i suoi ospiti in attesa dei suoi comodi, questa, appunto dedicata alle visite ufficiali, e quella denominata Oratorio dalmata, riservata invece agli amici. Stanza posta di fronte alla prima ma che secondo il senso del percorso guidato si visita per ultima, prima di salire al piano superiore.
Si dice che nella stanza degli ospiti ufficiali, D’Annunzio abbia lasciato Mussolini in sua attesa per ben due ore. Mentre è certo che con gli amici, il poeta si intrattenesse più che volentieri nella sala d’aspetto dalmata, che tra i tanti cimeli annovera anche, appesa al soffitto, l’elica dell’idrovolante con cui nel 1925 Francesco De Pinedo, aviatore e generale italiano, compì il volo a tappe da Sesto Calende a Melbourne e poi a Tokyo.
Del resto il poeta era tremendamente attratto dalle grandi imprese, il Vittoriale degli Italiani è ricco di cimeli legati a imprese straordinarie o più semplicemente a fatti, eventi o opere d’arte che attiravano la curiosità e l’entusiasmo del proprietario. D’Annunzio chiamava il diretto interessato, lo invitava nella sua tenuta e arricchiva la sua collezione con un nuovo souvenir da lasciare poi ai posteri, a noi. Lo sottolineo ancora, non è un concetto da dimenticare.
Si prosegue arrivando nella Stanza della musica, quella in cui il poeta si intratteneva ascoltando concerti di musica da camera. Abbellita da oggetti di ogni tipo, anche di provenienza orientale, e da strumenti musicali.
In questa stanza ho avuto un sussulto, ho pensato:“io qui ci sono già stato”. Pensiero che poi ha trovato conferma dalle parole di mia madre, che raggiunta telefonicamente, mi ha confermato che eravamo stati in visita tanti tanti anni fa, quando io avevo solo cinque anni. Trovo incredibile come il ritrovarsi immersi in una sensazione di bello, possa fare riaffiorare un ricordo che definirei cancellato. Probabilmente tutto ciò è merito di questa sensazione che lascia a bocca aperta, provata anche da un bambino di cinque anni. Chissà…
La Stanza del mappamondo è forse la mia preferita. È quella che grazie al percorso imposto si può osservare da due lati opposti, perché non pensate che si possa girare liberamente nelle stanze, si osservano come si osserva un quadro. E in effetti di quadri si tratta. Incredibilmente vivi, veri ed entusiasmanti.
In questa stanza, ma anche per tutto il resto della casa, ci sono una quantità infinita di libri. Tutti catalogati, e, a detta della guida, tutti consultabili per scopi di studio e di ricerche universitarie. Ovviamente non sono a portata di mano dei visitatori, e quelli stipati nelle tante librerie dei corridoi sono protetti da una rete con maglia fitta.
Che peccato! Una casa così piena di volumi, per noi lettori è il paradiso, anche se in questa stanza domina raggiante una edizione del 1919, se la mia memoria non mi inganna, ma potrei aver preso un abbaglio, dell’Inferno di Dante.
Un libro molto voluminoso che ha subito attirato la mia attenzione, la mia voglia di aprirlo, sfogliarlo, fotografarlo, ma ahimè, all’interno di tutta la casa è proibito fare fotografie. Meglio così, sarei ancora dentro. E invece la visita guidata dura circa trenta minuti. Brevi ma intensi, e magici.
Caro iCrewer… da fare!
Incuriosito dalla disposizione di tutti gli oggetti in ogni stanza della casa, ho chiesto alla guida quanto c’è di allestito a museo e quanto invece è rimasto nella posizione originaria, beh, la risposta è stata chiara, netta e a ripensarci prevedibile: Nulla è stato toccato. D’Annunzio viveva in un museo costantemente in allestimento. Il che mi ha fatto sorridere, pensando a quanta destrezza occorreva per muoversi in quegli spazi così ricchi di gingilli e statue senza rompere nulla ad ogni passo. Io avrei fatto un disastro.
Come un disastro rischia di diventare questo articolo se lo prolungo oltre, in quanto mi sembra già molto lungo.
Preferisco dunque dividerlo in due parti, anche per rendere più piacevole il percorso, invitandoti a continuare a seguire il nostro sito in attesa della seconda parte della mia visita al Vittoriale degli Italiani.