Completato Il Giro d’Italia, il pubblico delle poesie in cornice ha decretato i vincitori e la classifica finale: il Club degli autori di Melegnano ringrazia e rimanda al prossimo Giro…
Il Giro d’Italia delle poesie in cornice: se ricordi, caro iCrewer, ho dedicato il mese scorso un articolo a questo singolare concorso itinerante (e se non ricordi puoi andare a rileggerlo), rimandando l’appuntamento all’esito finale, dato dal conteggio delle posizioni di classifica ottenute nelle varie tappe svolte da nord a sud, isole comprese, in giro per lo stivale… E quindi, eccoci. Giro completato, concorso concluso, classifica stilata. Detto così, in maniera stringata e sintetica, sembra che tutto si sia svolto in uno schiocco di dita e invece so bene quanto l’organizzazione di un concorso singolare come questo, abbia un background fatto di infinite riunioni, centinaia di contatti telefonici e non, giornate e serate, se non notti, passate dagli organizzatori a studiare la maniera di rendere ogni cosa più fluida e facile, sia per gli autori partecipanti che per i visitatori chiamati ad esprimere il loro voto. C’è tutto un impegno dietro ad ogni qualsivoglia concorso che è inimmaginabile per i non addetti ai lavori. Un plauso al Club degli Autori di Melegnano, a questo punto, è quasi d’obbligo per l’intera l’organizzazione.
E classifica fu, dunque. Se, con un pizzico di empatia, provo a mettermi nei panni di un qualsiasi autore partecipante, posso immaginare l’impazienza di conoscerne sia i risultati della classifica nelle varie tappe che, cosa più importante, il risultato finale. Per chi scrive di poesia, anche se lo fa soltanto per una pura necessità personale (i poeti sono spesso così, scrivono per raccontare la loro anima), riuscire ad entrare in sintonia con il lettore, quindi comunicare il se stesso più intimo, può significare molto, la poesia in quel caso diventa scambio, diventa veicolo non solo di emozioni ma anche di profondi sentimenti universali, quelli che accomunano il genere umano e lo rendono vivo e sensibile, di carne e non di pietra. E poi, vogliamo mettere la soddisfazione, la gioia di vedersi apprezzati da un vasto pubblico, di capire e constatare che ciò che si scrive piace e interessa? Un autore ha anche bisogno del riscontro da parte dei lettori per avere stimoli e continuare ad esprimersi al meglio: è un po’ come quando un bambino riceve lodi per aver fatto bene un compito. Il Pascoli nazionale non aveva poi tutto i torti con la faccenda del Fanciullino che ci vive sempre dentro…
Basta divagare, adesso vado al sodo, la classifica c’è e noi di libri.iCrewPlay ma tutta iCrewplay, abbiamo un motivo in più per esserne contenti, se pur di riflesso: il nostro Stefano Buzzi (nostro perchè fa parte della redazione di libri.iCrewPlay, come ben saprai), ha ottenuto il terzo posto nella classifica generale e la sua legittima gioia è anche la nostra! La sua poesia in cornice dopo aver avuto un secondo posto nella tappa di Milano, il quindicesimo nella tappa di Padova, il settimo in quella di Rieti, il trentunesimo posto nella tappa di Guspini in Sardegna, il quarto nella tappa di Messina, e ancora il secondo posto nella tappa di Latina, ha ottenuto la fatidica medaglia di bronzo nella classifica generale del concorso con una poesia dal titolo possibilista: Si può.
Ci si può innamorare
di te
senza dirtelo
senza che tu lo sappia.
Di te e della tua bellezza sconfinata.
Accidenti se si può.
Ci si può anche ammalare.
Ogni volta che ti ammiro
soffro
di Sindrome di Stendhal.
La poesia è in perfetto stile Buzzi: leggibilissima, lieve, leggera e profonda al tempo stesso. Caratteristica principale del nostro poeta è proprio questa apparente nonchalance nello scrivere di poesia, Buzzi, sembra sorvoli sugli argomenti, li sfiora, li accarezza senza invaderli: offre una chiave di lettura quasi eterea ma solo in apparenza.
Si può di Stefano Buzzi ha, a mio avviso, una doppia chiave di lettura: quella apparente, più semplice e di primo impatto che ad una prima lettura, chiunque può cogliere e un’altra più profonda e recondita se vogliamo ma, forse, più vera. Ci si può innamorare/ di te/ senza dirtelo/, è la confessione di un amore che diventa metafora di una passione che può sì, essere carnale ma nello stesso tempo, può essere l’amore per la stessa poesia, può essere un amore che trascende dall’umano. La bellezza sconfinata, da ammirare così tanto da diventare malattia, Sindrome di Stendhal, ha un respiro molto più ampio di quello che appare ad una lettura superficiale: è Bellezza con la B maiuscola, bellezza che non conosce tempo, ne cellule in deterioramento, quella Bellezza Eterna che Agostino racconta in Tardi t’amai.
Non so cosa abbia veramente ispirato Stefano in Si può, ma il bello della poesia è proprio questo: chi legge e ha sensibilità, forse anche allenamento, occhio lungo e sopratutto passione, legge oltre le parole, oltre le righe e tra le righe. A proposito, prossimamente avremo ancora modo di approfondire la poetica di Stefano, c’è, infatti, in uscita l’undici Novembre, una sua nuova raccolta Poesie fatte in casa che aspettiamo di leggere…
Il Giro d’Italia delle poesie in cornice ha visto vincitore del primo posto Cristian Consilvio di Rieti mentre al secondo si è classificato Paolo Piga di Favaro Veneto. I nostri complimenti ai vincitori e a tutti i partecipanti ricordando, a coloro che occupano i posti più bassi della classifica che il valore di autore non si valuta da un solo concorso e che, a volte, occorre insistere senza demoralizzarsi perchè come dice un vecchio proverbio… se son rose, fioriranno prima o poi. E non importa se la fioritura sarà apprezzata da pochi: se la poesia serve a propagare profumi e suscitare emozioni, vale sempre la pena di scrivere.