Il 17 ottobre si celebra la Giornata mondiale del rifiuto della miseria. La prima volta che è stata celebrata tale ricorrenza è stato il 17 ottobre del 1987 a Parigi, quando centomila difensori dei diritti umani si riunirono sul Sagrato dei Diritti dell’Uomo, al Trocadéro.
La Giornata mondiale del rifiuto della miseria
L’iniziativa di padre Joseph Wresinski venne ufficialmente riconosciuta, dalle Nazioni Unite, solo nel dicembre del 1993. Il messaggio di questa giornata è racchiuso nelle parole di padre Wresinski:
“Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro”.
Il 17 ottobre del 1987 all’appello di padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento Atd-Quarto Mondo, risposero centomila persone che si riunirono sul Sagrato “delle libertà e dei diritti dell’uomo” del Trocadero a Parigi per rendere onore alle vittime della fame, della violenza e dell‘ignoranza e per annunciare il loro rifiuto della miseria.
Questa giornata si riallaccia alla lapide che nel 1987 Padre Joseph fece scoprire a Simone Weil. Su questa lapide vi erano scritte i diritti della persona: si trattava, per l’appunto, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani siglata a Parigi il 10 dicembre del 1948.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.(Art.1 della Dichiarazione universale dei diritti umani)
La lapide
Da allora, ogni anno il 17 ottobre i poveri e coloro che combattono miseria ed esclusione sociale si riuniscono in diverse parti del mondo perché la dignità e la libertà di tutti siano rispettate: così è nata la Giornata mondiale del rifiuto della miseria. La lapide attualmente è posta sul Sagrato del Trocadero ma le repliche sono sparse in tutte il mondo. Dal 15 ottobre del 2000, in Italia, la troviamo posta sul Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano (Roma). Sempre in merito a questa lapide padre Joseph Wresinski disse:
“Con questa lapide l’umanità deve potersi ricordare i grandi testimoni della storia; gli umili, i piccoli, le inezie di tutti coloro che, giorno dopo giorno, provano a vivere i valori che forse loro non hanno appreso, ma che le loro vite, i loro cuori e le loro intelligenze hanno fatto loro scoprire”.
La lapide rappresenta dunque un monito per tutti i cittadini, che devono prendere coscienza delle sofferenze dei più poveri e combatterle; ma al tempo stesso è anche una traccia, la memoria del passaggio sofferto nella storia di una parte fondamentale dell’umanità, i più poveri, che Padre Joseph non esita ad indicare come i “veri” testimoni di Dio. La fede di Padre Joseph nelle risorse e nei valori dei più poveri si univa quindi alla difesa della loro dignità poiché essi vengono considerati inutili e invisibili (fonte: Avvenire.it).
Le parole di Papa Francesco
Per “combattere la povertà” occorre “creare posti di lavoro”: lo ha detto il Papa incontrando un gruppo di imprenditori spagnoli. Il Pontefice guarda ad “un’economia che riconcili tra loro i membri delle varie fasi della produzione, senza disprezzarsi a vicenda, senza creare maggiori ingiustizie o vivere una fredda indifferenza”.
È il lavoro che dà “dignità” alle persone, dice il Papa. “C’è un rimedio per combattere la malattia della miseria: il lavoro e l’amore per i poveri” superando così “gli economici e sociali“.
Il rapporto Caritas 2022
Nel 2021 la povertà assoluta conferma i massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia. Le famiglie in povertà assoluta sono un milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). Lo afferma il XXI Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale. L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%)”.
I livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all’età, spiega il rapporto: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni bambini e i ragazzi poveri), all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 (valore sotto il la media nazionale).
Tra il 2020 e il 2021 l’incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, le famiglie con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. È cresciuta meno della media per le famiglie piccole, con anziani, composte da soli italiani”
Caritas italiana spiega che “nel 2021, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati, le persone incontrate e supportate sono state 227.566. Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri); non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno”.
Il presidente dei vescovi italiani, card. Matteo Zuppi: “Il reddito di cittadinanza che è stato percepito da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti. Quindi c’è un aggiustamento da fare ma mantenendo questo impegno che deve essere così importante in un momento in cui la povertà sarà ancora più dura, ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilità di uscire da questa zona retrocessione”.