È stata senza dubbio una stagione molto sfortunata quella di Giorgio Chiellini, difensore centrale e capitano della Juventus e della nazionale italiana di calcio. Sfortunata perché un brutto infortunio l’ha tenuto lontano dal campo di gioco per tutta l’annata, e, solo nelle ultime partite di campionato, si è rivisto in panchina tra i convocati di mister Sarri.
Una stagione che comunque, nonostante la lontananza dal calcio giocato, l’ha visto trionfare insieme a tutti i compagni di squadra bianconeri che hanno conseguito la vittoria del nono scudetto di fila regolando, con qualche difficoltà in più rispetto agli altri anni, l’Inter, la sorprendente Atalanta e la Lazio.
GIORGIO CHIELLINI E LA JUVE
Giorgio Chiellini, è l’unico giocatore di questa squadra ad aver vinto tutti e nove gli scudetti, una cavalcata che punta dritta verso il decimo titolo consecutivo e iniziata tanti anni fa con l’ex capitano Antonio Conte in panchina e poi proseguita con i gloriosi anni in cui l’allenatore era Massimiliano Allegri.
In questi nove anni di dominio assoluto bianconero nel mondo del calcio italiano, si sono susseguiti, come detto quattro allenatori, tanti campioni, a partire da Del Piero fino ad arrivare a Cristiano Ronaldo, passando per Pirlo, Pogba, Tevez e tanti altri, ma l’unica costante che ha tenuto insieme le fila e le gesta della squadra dall’inizio alla fine, che non è ancora arrivata, è proprio lui: Giorgio Chiellini.
Un giocatore che ha legato il suo nome a questa squadra, in barba alle dinamiche del calcio moderno che vogliono i professionisti un anno con una maglia e un anno con l’altra, dimostrando che forse esistono ancora le bandiere che soffiano un po’ di romanticismo in questo sport.
Anche se, pensando al Chiello, questo il suo soprannome in campo, l’ultima immagine che ti viene in mente è proprio quella romantica, visto che il suo modo di giocare e di essere leader della squadra è riconosciuto da tutti come rude, basato sulla grinta, sulla determinazione e tante volte più efficace che bello. Caratteristiche che lo hanno portato ad essere uno dei difensori più forti italiani: corretto, leale, rispettato da tutti e fondamentale nella gestione del reparto difensivo.
GIORGIO CHIELLINI: L’AUTOBIOGRAFIA
Chissà che non sia stato proprio il lungo stop a causa dell’infortunio a permettergli di avere il tempo da dedicare a un libro: Io, Giorgio, la sua autobiografia uscita nello scorso mese di maggio per Sperling & Kupfer. Un libro che ha fatto molto parlare di sé, vista l’importanza del giocatore che l’ha pubblicato, ma anche per qualche frase e qualche aneddoto un po’ sopra le righe che ha innescato qualche piccola e sterile polemica, tra l’altro subito rientrata.
Mi riferisco alle dichiarazioni su Mario Balotelli, uno dei talenti più grandi che il nostro calcio abbia mai avuto, che hanno fatto un po’ di scintille mediatiche per il fatto che il Chiello, nelle sue pagine, contestava lo scarso impegno all’attaccante bresciano durante l’ultimo mondiale giocato dagli azzurri. Siparietto che si è protratto sui social fino ad arrivare alla divertente conclusione nel programma TV di Italia Uno Le iene.
Al di là di questo piccolo e simpatico contrattempo, se così vogliamo chiamarlo, il libro, nelle sue oltre duecentocinquanta pagine, racconta sia il calciatore che l’uomo Giorgio Chiellini. Un uomo che non è mai stato sotto i riflettori che rendono uno sportivo un personaggio, un uomo che è riuscito a studiare e a laurearsi in Economia preparandosi tra un allenamento, una partita e una trasferta con la squadra.
Un vero esempio, aggiungo io, per chi vuole approcciarsi al calcio, ed in generale alla vita sportiva. Maestro di serietà, disciplina e mentalità vincente.
Da oggi, vista la particolare ricollocazione dei calendari calcistici post lockdown, Chiellini e compagni saranno impegnati nella Champions League, il massimo trofeo europeo che ancora manca nella sua personale bacheca di trofei, e chissà che il suo contributo, recupero completo dall’infortunio permettendo, non sia davvero ancora una volta decisivo per ottenere ottimi risultati.
Guardando il bicchiere mezzo pieno, il rinvio causa pandemia degli Europei, che avrebbero dovuto giocarsi il mese scorso, darà la possibilità a Giorgio di giocarli, visto che saranno disputati il prossimo anno, e allora speriamo che il destino abbia mosso le pedine in modo da fargli ottenere un successo anche con la nazionale.
Nel frattempo, quest’estate, tra una partita di Champions e una granita al limone, leggeremo il suo libro.
