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Lettura: Il cannibale di Gianluca Valenti: un romanzo tra sfumature di grigi
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Il cannibale di Gianluca Valenti: un romanzo tra sfumature di grigi

Da oggi è in prevendita il libro "Il cannibale" di Gianluca Valenti, un romanzo complesso su un tema altrettanto sfaccettato.

Cristina Speggiorin 9 mesi fa Commenta! 8
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Da oggi, 16 settembre, è disponibile in prevendita sul sito della casa editrice Bookabook il romanzo Il cannibale di Gianluca Valenti. Si tratta di un romanzo profondo, complesso, che indaga le complessità della verità, quando le versioni degli interessati cozzano tra di loro. Un tema attuale, eppure di cui si parla ancora troppo poco.

Contenuti
Conosciamo meglio Gianluca ValentiEcco di cosa parla Il cannibale di Gianluca Valenti

Prima di leggere la trama del romanzo – e un piccolo estratto – iniziamo con un’intervista che Gianluca Valenti ha gentilmente rilasciato al nostro sito.

Conosciamo meglio Gianluca Valenti

Innanzitutto, è un piacere poter presentare l’opera di Gianluca Valenti. SI tratta di un’opera dall’argomento impegnativo! Ci puoi dire di cosa parla il romanzo?

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La tematica, in effetti, non è leggerissima. Il romanzo ruota attorno al presunto stupro di Eleonora da parte di Fausto, ma questo evento funge da pretesto per parlare del vero argomento del libro, che permea – sullo sfondo – ogni pagina: il giudizio sociale. Prima ancora che il tribunale lo assolva o lo condanni, Fausto – il cannibale – sarà giudicato colpevole da una sentenza popolare espressa dalla società, e non gli verrà accordata alcuna possibilità di difendersi, né di redimersi.

Come mai hai scelto questo tema?

Credo che, in modi diversi, tutti noi prima o poi sperimentiamo la brutalità del giudizio sociale: a volte da lontano, osservando inerti il linciaggio di persone che, pur sbagliando, provano a rimediare, senza però venire perdonate da coloro che le circondano. A volte il giudizio ci tocca da vicino, quando veniamo (più o meno giustamente) accusati, e si fa subito il vuoto attorno a noi. Ho scelto questo tema perché è un problema universale, ma è molto difficile parlarne in modo equilibrato.

Hai voglia di raccontarci qualcosa del tuo processo creativo?

La mia scrittura narrativa deve fare i conti con il fatto che – tra la famiglia e il lavoro – la mia vita ha davvero poche pause, e ogni minuto libero è prezioso. Quello che succede, di solito, è che per giorni, o settimane, rifletto a ciò che vorrei scrivere, e poi non appena ho un’ora a disposizione apro il computer e butto giù le idee che ho in mente. Poi rileggo e modifico, rileggo e cancello, rileggo e riscrivo almeno dieci volte, e a quel punto sono arrivato più o meno… alla prima versione del testo! Da rileggere e riscrivere ancora molte altre volte prima di avere un testo più o meno finale.

Qual è il tuo rapporto con i personaggi di una vicenda così complessa?

Ognuno di loro rappresenta una parte di me. Da Fausto (il cannibale), Eleonora (la vittima), Lorenzo (un amico di Fausto che con il passare delle pagine prenderà sempre più importanza) fino al marginalissimo Lupo Velanti, giornalista che appare di sfuggita solo per fare una breve intervista a Eleonora. Ognuno di loro ha delle caratteristiche che provengono dalla mia esperienza, amalgamate con altre caratteristiche che invece mi sono totalmente estranee.

Ti sei fatto ispirare da un fatto di cronaca reale?

Non particolarmente, nel senso che non c’è stato un singolo evento di cronaca che mi ha fatto scoccare la scintilla, però di situazioni del genere ve ne sono tantissime, anche molto più estreme di quella che racconto io. Solo pochi giorni fa per esempio è uscita – anche in Italia – la storia di un marito francese che, per dieci anni, ha drogato sua moglie e l’ha fatta violentare ripetutamente da almeno cinquanta uomini diversi. Ora, siamo tutti d’accordo sul fatto che la vicenda sia abominevole, non voglio assolutamente dire il contrario.

Quello che mi chiedo (ed è una domanda complicatissima) è se esiste un limite al castigo che deve essere inflitto a una persona che ha compiuto un’azione del genere. C’è un modo in cui quell’uomo può fare ammenda del suo colossale, smisurato delitto, e venire in qualche modo perdonato? Oppure è destinato – qualunque cosa faccia – a restare per sempre ai margini della società? Sono domande vere, né retoriche né provocatorie, a cui del resto io non so dare una risposta, ma sulle quali credo sia importante che tutti si fermino a riflettere.

A chi consiglieresti il tuo libro?

A tutti ovviamente! E soprattutto consiglierei ai suoi futuri lettori di comprarlo adesso, che è in prevendita sul sito dell’editore, così intanto potranno leggere il pdf prima di ricevere a casa, tra qualche mese, il libro cartaceo (e tanta, tanta gratitudine da parte mia!).

il cannibale gianluca valenti bookabook

Ecco di cosa parla Il cannibale di Gianluca Valenti

Eleonora e Fausto si conoscono e, poche ore dopo, fanno sesso. Sei mesi più tardi si ritrovano in
tribunale: lei lo accusa di violenza, lui sostiene che la donna era consenziente. Fra le due
posizioni, opposte e inconciliabili, viene lentamente delineandosi – attraverso le deposizioni dei
presenti alla serata, i commenti di gente estranea alla vicenda e i ricordi dei loro amici – un
prisma di sfumature che rende impossibile, anche al più intransigente dei lettori, parteggiare in
maniera netta per uno solo dei due contendenti.

In questo romanzo “in scala di grigi” ogni sistema di valori è sottoposto a giudizio, ogni
interpretazione è attesa al varco dalla sua controprova e ogni opinione, anche la più granitica, è
destinata ad essere rimessa in discussione: fino all’ultima pagina, o forse anche fino all’ultima
riga.

Dall’incipit del romanzo di Gianluca Valenti
«Non so cosa pensiate del discorso dell’avvocato difensore. Ammetto che, ascoltandolo, mi sono
quasi dimenticata di me, della mia umiliazione e della mia sofferenza. Io stessa sono stata sul
punto di cambiare idea e confermare la sua versione dei fatti. Purtroppo, nulla di quanto ha
detto corrisponde a verità».

Nell’aula volteggiavano piccoli demoni gialli e viola, ma nessuno dava segno di preoccuparsene.
L’unica che ne percepiva la presenza – sebbene in modo imperfetto e irrazionale – era Eleonora,
i cui i gesti rimasero pacati, morbidi e al tempo stesso consapevoli della propria austera dignità
per tutta l’estensione del suo breve monologo, durante il quale evitò di guardare il giudice negli
occhi: forse per non risultare troppo aggressiva, come le era stato suggerito, o forse per non
distrarlo dalla descrizione degli eventi, l’unica cosa davvero importante.

Sull’autore: Gianluca Valenti
Gianluca Valenti è ricercatore in linguistica italiana all’Università Telematica Pegaso: si occupa soprattutto di analizzare testi italiani tra medioevo e rinascimento. Nel 2008 ha pubblicato Vanitas, un poema in endecasillabi liberi. Il cannibale è il suo primo romanzo.

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