La storia di Giacomo Bertagnolli è una bella storia! Se lo cerchi su Internet la risposta è: sciatore alpino italiano, a mio avviso riduttivo visto che al di là del ruolo Giacomo è soprattutto un grande campione paralimpico e mondiale dello sci italiano. Nell’ambiente che conta Jack il favoloso, sulla neve fa faville, lo ha dimostrato agli ultimi Giochi Paralimpici invernali di Pechino salendo sul podio per ben quattro volte mettendosi al collo due medaglie d’oro, una di argento e una di bronzo.
Giacomo Bertagnolli la cecità e la passione per lo sci
Tutto facile? Per nulla, visto che Giacomo la neve non è in grado di vederla, a causa della cecità che lo ha colpito fin dalla nascita. Sarà per questo che la sua è una storia che ha dell’incredibile? Probabilmente si, eppure dietro alle sue strabilianti imprese c’è lavoro duro, sacrificio e una volontà di ferro.
“Per arrivare fin qui è necessario tanto impegno. Una medaglia è il lavoro di tanti anni, una medaglia paralimpica non si può improvvisare, h lavorato insieme al mio compago di gara Andrea e con tutta l’equipe per quattro anni. Sono stati importanti anche la mia famiglia e i miei amici che mi hanno sempre supportato.”
L’attitudine a superare i propri limiti, Giacomo Bertagnolli, ce l’ha nel sangue. Già a due anni pur con una diagnosi di atrofia del nervo ottico, è il primo a buttarsi senza paura rotolando nella neve.
Una passione che a tredici anni lo porta a partecipare alle prime gare agonistiche. La sua è una vita tranquilla e riservata così come il suo carattere, un atleta tenace in gara ma nella vita quotidiana amante della natura e del suo silenzio.
Giacomo continua ad allenarsi, viene subito notato dall’entourage della nazionale e nel febbraio del 2015 fa il suo esordio ufficiale al Mondiale di Saint Moritz in Svizzera.
Due anni più tardi, il campione trentino si presenta ai Mondiali di Tarvisio e vince un oro nella combinata, un argento nello slalom gigante e un bronzo nel supergigante.
Giacomo Bertagnolli e Andrea Ravelli una coppia vincente
Il CONI lo ringrazia prontamente premiandolo a fine anno con il Collare d’oro al merito sportivo a cui Giacomo risponde conquistando nel 2018 altre quattro medaglie ai suoi primi Giochi Paralimpici di Pyeongchang. Un risultato che rinvigorisce l’ambiente paralimpico italiano a secco di risultati da Soči 2014.
La prima medaglia è quella di bronzo nella discesa libera dietro al canadese Mac Marcoux, il giorno dopo conquista l’argento nel supergigante, l’oro nel gigante e nello slalom speciale.
Nelle gare, Giacomo non è mai stato solo, dopo Fabrizio Casal, il primo compagno di gare e compagno di scuola, dal 2020 ha come guida Andrea Ravelli.
Si allenano Insieme per quattro anni senza interruzioni con l’obiettivo di confermare i risultati di Sochi. Il premio più grande quello del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) che lo sceglie come portabandiera per rappresentare l’Italia alla cerimonia di apertura dei Giochi.
Questa volta è lui a ringraziare tutti conquistando da vero campione 2 ori nella Supercombinata e slalom speciale e 2 argenti nel Super-G e slalom gigante.
Luca Pancaldi Presidente del Comitato Paralimpico Italiano è fuori di se dalla gioia
“Che gara spettacolare, una gioia incredibile! Grazie ragazzi vi siete superati!” scrive in un tweet il Presidente orgoglioso per il risultato e non potrebbe essere altrimenti. Credo non si possa rimanere indifferenti davanti ad esempi cosi significativi. Giacomo Bertagnolli non è l’unico atleta a rendere orgogliosa la bandiera italiana, di certo la sua forza e e la sua determinazione insegnano che nella vita ” è davvero tutto possibile, basta volerlo con tutte le forze!”