Fratelli è l’ultima creazione di Martina Tognon, un concentrato di emozioni dove ti troverai avvolto in un vortice di sentimenti dal quale ti sentirai irrimediabilmente attratto.
Fratelli: due bambini deliziosi dei quali non potrai non innamorarti
«Quali le possibilità di avere lo stesso cognome, di origine tedesca. In quell’angusto angolo di mondo a chilometri dall’Europa?»
Un fratello, per placida definizione, è colui che è legato a te da un vincolo di sangue, di parentela, insomma. In realtà, non sempre è così, fratello – o sorella, ben inteso – non necessariamente deve essere qualcuno legato a te da un vincolo di filiazione naturale.
Fratello è colui che tu senti vicino al tuo cuore, la persona alla quale sai affideresti la tua vita senza remore.
Norah e Noah sono due bambini di sette anni, si ritrovano nella stessa scuola, scoprono di avere in comune lo stesso cognome, ma non vi sono tra loro legami di parentela, e quindi, come si spiega ciò? I bambini, inoltre, scoprono di essere fisicamente simili e sentono fra loro un’alchimia speciale che li fa sentire come fossero un’unica persona.
«Senza smettere di tenersi per mano i piccoli scivolarono giù dalle sedie. Visti vicini erano davvero molto simili. Entrambi con i capelli castano chiaro e immensi occhi azzurri. Norah era appena più alta di Noah. a quell’età poteva essere una cosa normale, di solito i maschietti crescono più tardi.»
Attorno a loro, una sola mamma e un solo papà.
Per capire cosa accadrà non ti resta che leggere questa emozionante storia.
La cover ci mostra un bambino e una bambina che con fare complice si sorridono: questa copertina trasmette allegria e tenerezza, da restare incantati a osservarla.
Il libro vede i ringraziamenti, la sinossi seguiti da ventisette capitoli che, nel perfetto stile di Martina, recano dei titoli che ti anticipano cosa andrai a leggere senza svelarti troppo. Dolcissima la dedica dell’autrice.
Il linguaggio è pulito, il libro ben scritto -come sempre-, i termini non sono mai banali o scontati, benché la semplicità di espressione la faccia da padrona.
Martina ha saputo dosare bene gli ingredienti, non c’è che dire.
La narrazione si svolge in terza persona, ti mostra il punto di vista dei protagonisti, cosa pensano e come agiscono, questo ti permette di avere a disposizione il quadro completo della vicenda.
La storia non ha momenti piatti, essa mantiene sempre viva l’attenzione e la voglia di andare fino in fondo alla lettura.
I personaggi sono ben costruiti, ognuno è perfettamente delineato nel proprio aspetto fisico e caratteriale.
Fratelli: perché non importa il legame di sangue, ma ciò che sentiamo per l’altra persona
Norah e Noah per essere due bambini sono molto svegli e capaci di comprendere cosa accade attorno a loro. Si mostrano sempre maturi e consapevoli. Il loro ruolo sarà sempre cruciale, anche quando l’attenzione non sarà focalizzata prettamente su di loro. Devo ammetterlo: sono letteralmente impazzita per questi due esserini sin dalle prime battute.
Samantha e Steven, invece, sono due adulti alle prese con i loro personali problemi e fantasmi – talvolta in carne e ossa – che gravitano sulle loro vite come ombre.
Li ho apprezzati entrambi alla stessa maniera, tutti e due sono persone che hanno sofferto, per motivi diversi, sono forti e tenaci con l’aggiunta, tutt’altro che scontata, di essere dotati di un grande cuore.
Steven è un avvocato, mi piace definirlo con una espressione che calzo perfettamente su me stessa, ovvero sui generis – in senso positivo chiaramente –, che si spende senza remore e che mette in ciò che fa cuore e passione.
Un avvocato che va al di là del semplice ruolo professionale e con il quale senti subito di entrare in empatia. Niente fronzoli o grilli per la testa, eppure il nostro personaggio potrebbe ben permetterselo.
«Steven aveva ascoltato in silenzio, gli occhi fissi sulla giovane donna in uniforme da cameriera. Conosceva i colori che indossava e conosceva lei. Tutte le mattine la vedeva alla fermata dell’autobus dove lasciava sua figlia Norah.»
Samantha, dal canto suo, è una donna esile ma forte, che non si tira indietro dinanzi alle avversità nonostante il timore che qualcosa di grave possa accadere. Se deve lottare lo fa, si rimbocca le maniche e si prepara alla lotta.
«Seduto su una sedia poco distante dalla porta c’era un uomo che aveva già visto parecchie volte.
Tutte le mattine per la precisione.
Passava davanti a casa sua con un’auto lunga e larga due volte una normale, lasciava la figlia alla fermata dell’autobus e poi spariva.»
Ad ogni modo, parecchi sono i personaggi che incontrerai in questa storia, Joe, Rolf, il Preside Jompers e non tutti, ti preavviso, saranno dalla parte dei buoni.
Ognuno di loro è stato dipinto a dovere, tanto che non avrai problemi a figurarteli e pensare a loro come personaggi della vita reale.
Insomma, Martina Tognon sa regalarci delle emozioni indiscusse, pure, nelle quali chiunque può ritrovarsi e sognare. Lei racconta le sue storie con delicatezza e senza prepotenza, narra di quel qualcosa che parte da lei, che costruisce tassello dopo tassello con dovizia e amore.
In ogni sua storia io ci ritrovo un po’ di lei, ed è comprensibile: lei scrive ciò che è e ciò che sente, ovvero una persona con un grande cuore e un’anima pura.
Fratelli non ti resta che leggerlo, qualora tu non lo abbia ancora fatto!