Caro iCrewer oggi ti porto in un luogo in cui la modernità affonda le proprie radici nel passato… prepara la valigia e partiamo verso la vigna che fu di Vittorio Emanuele II.
La nostra meta è il Villaggio Fontanafredda. Visitabile tutti i giorni, rappresenta una delle mete enoturistiche per eccellenza e ci porta a riscoprire oltre centosessant’anni di storia.
Dove si trova?
Nel cuore delle Langhe, patrimonio mondiale dell’Unesco.
Direi di iniziare con il presentarti un libro che ho trovato navigando sul web e che credo rappresenti al meglio proprio ciò di cui voglio parlarti.
Mirafiore e fontanafredda Storie di vino e di amori A cura di: Lorenzo Tablino e Anna Santorio
Perché parlarti di questo romanzo anche piuttosto introvabile?
La risposta è piuttosto semplice: il libro racconta, anche grazie a delle immagini di repertorio e anche a importanti testimonianze, proprio della vita di una delle più celebri case vitivinicole italiane. Commissionato e finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Il testo è bilingue: scritto sia in italiano che in inglese e celebra, percorrendo il tempo attraverso un secolo e mezzo, la storia della casa vitivinicola di Serralunga d’Alba, Cuneo, Piemonte.
La casa vitivinicola di cui ti sto parlando si chiama Mirafiore e Fontanafredda ed è una riserva bionaturale di oltre centoventi ettari situati Abbiamo 120 ettari di proprietà, suddivisi tra i comuni di: Serralunga d’Alba, Barolo, Diano d’Alba, Dogliani, Farigliano, Alba e Rodello. Essa risale al 1878, quando la tenuta fu acquistata da niente meno che Vittorio Emanuele II; sì sto parlando proprio di lui: il primo re dell’Italia unita.
La tenuta conserva ancora inalterate le testimonianze del suo nobile passato, tuttavia non perde di vista il rinnovo e presta molta attenzione all’ambiente. Infatti, notizie piuttosto recenti, ci informano proprio dell’impegno preso dall’azienda di produrre il proprio Barolo a emissioni zero.
Seguono i dettagli: entro la fine del 2021 la tenuta Fontanafredda intende essere la prima al mondo a emissioni zero di Co2. Questo progetto è definito come Rinascimento Verde e la prospettiva dell’azienda sarebbe quella di stappare delle bottiglie di un Cru di Barolo 100% green già nel 2025.
Per ottenere questo prestigioso risultato verranno utilizzati dei Trattori di New Holland Agriculture alimentati da un motore a biometano realizzato da FPT Industrial.
Queste le parole di Andrea Farinetti, guida della tenuta e figlio dell’imprenditore Oscar Farinetti che assieme ai suoi soci acquistò la tenuta nel 2008.
A Fontanafredda abbiamo 120 ettari di vigneto biologico, due fitodepuratori, l’ultimo bosco naturale della Bassa Langa ed entro il 2021 tutta la tenuta sarà alimentare con l’energia prodotta dal biometano, nel segno del Rinascimento verde e dell’economia circolare.
Ma quella di cui io voglio parlarti oggi non è solo la storia di un nettare prelibato: il Barolo, ma anche una storia d’amore capace ancora di far sognare.
Vittorio Emanuele II e la vigna donata alla sua Bella Rosina
Se mi ami davvero regalami quella tenuta.
A quanto pare queste sarebbero state le parole di Rosa Vercellana e a quanto pare deve essere proprio andata così la storia della tenuta Fontanafredda.
Ma partiamo dal principio…
La Bella Rosina, anzi per la precisione La Bela Rosin, è il soprannome che noi piemontesi abbiamo da anni attribuito alla nobildonna Teresa Luisa Rosa Maria Vercellana nata a Nizza nel lontano 1833 e deceduta a Pisa nel 1885; compagna tanto amata da Vittorio Emanuele II di Savoia.
La nostra Bella Rosina non aveva delle nobili origini tuttavia è passata alla storia come il più grande amore del primo re d’Italia: Vittorio Emanuele II di Savoia. Ella non fu l’unico amore del re, infatti Vittorio Emanuele II è piuttosto conosciuto per aver avuto alcune amanti, ma certamente il loro fu quell’amore ascrivibile con la a maiuscola.
Quello che avvenne tra i due innamorati sarebbe stato un vero e proprio colpo di fulmine, avvenuto presso il castello di Racconigi. Si racconta che correva l’anno 1847 quando il principe avrebbe notato una bellissima fanciulla, all’epoca quattordicenne, affacciata ad una balconata e ne sarebbe rimasto ammaliato. La giovane era la figlia di Giovanni Battista Vercellana, il tamburo maggiore dell’esercito del Re Carlo Alberto, padre di Vittorio Emanuele II. Ai tempi Vittorio Emanuele II era sposato da circa cinque anni con Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, aveva già quattro figli e anche alcune amanti come l’attrice Laura Bon.
Tuttavia da allora in poi fu la giovane Rosina la sua prediletta, da lei ebbe tre figli: nel 1848 Vittoria, nel 1851 Emanuele Alberto e quindi un terzo bimbo che però morì subito dopo il parto. Il loro amore era così grande che per far tacere tutti i pettegolezzi relativi alle umili origini della donna, Vittorio Emanuele II arrivò nel 1859 a conferirle il titolo nobiliare di contessa di Mirafiori e Fontanafredda, inoltre comprò per lei il Castello di Sommariva Perno, in provincia di Cuneo.
Mirafiori è un territorio situato a sud di Torino, mentre Fontanafredda, presso Serralunga d’Alba è proprio la tenuta di cui ti sto parlando!
Ma soffermiamoci ancora un attimo a parlare di questa meravigliosa storia d’amore, perché devi sapere che precisamente il 7 novembre del 1869, presso la tenuta di San Rossore nei pressi di Pisa, i due innamorati riuscirono a convolare a nozze tramite rito religioso, considerato il fatto che Vittorio Emanuele II era rimasto vedovo nel 1855. Successivamente, presso la Villa Mirafiori di Roma sarebbe avvenuto anche un matrimonio civile, del quale però non esistono testimonianze scritte e inoltre in esso venne stipulato che alla bella Rosina non venisse attribuito il titolo di regina e né lei, né i figli, alla morte del re, avrebbero mai potuto vantare nulla riguardo alla successione al trono.
Nonostante ciò i due rimasero legati per tutta la vita e se nessuno era riuscito a separarli, fu la morte a dividerli: Vittorio Emanuele perì nel 1878, a Roma per una polmonite; mentre Rosina si trovava nei pressi di Torino, impedita da una forte influenza. Successivamente alla morte del re a Rosina vennero requisite tutte le residenze in cui abitava, ad eccezione del Castello di Sommariva Perno e infine anche lei si spense nel 1885 per via del diabete a Pisa, presso Palazzo Beltrami, luogo che il re aveva acquistato e donato alla figlia Vittoria.
Alla sua morte, Rosina, non essendo una regina, non venne sepolta accanto al suo amato, ovvero all’interno del Pantheon di Roma, tuttavia i due figli riunirono idealmente i genitori facendo costruire un Pantheon di dimensioni ridotte, nelle vicinanze di Torino e in esso vi deposero la madre. Tale luogo conosciuto come Mausoleo di Mirafiori ed anche come Mausoleo della Bela Rosin è oggi gestito dalle biblioteche civiche torinesi, mentre le spoglie della donna e dei discendenti sono, dagli anni settanta, custodite presso il Cimitero Monumentale di Torino.
Ecco un immagine del Pantheon di Mirafiori.
Per concludere immagino che ti starai chiedendo cosa accadde alla Tenuta di Fontanafredda dopo la morte della Bella Rosina.
Dopo la morte di entrambi i genitori fu il loro primogenito, Emanuele Alberto che con i possedimenti in Barolo e Fontanafredda, grazie alla sua passione, amore verso l’eccellenza e ad un’indiscutibile grande ambizione fondò l’azienda vinicola Casa Emanuele di Mirafiore che successivamente cambiò nome in tenuta Fontanafredda e ancora oggi fa decisamente parlare di sé.