Caro Icrewer,
quest’oggi il nostro viaggio tra le pagine della Sapienza ci porta agli albori, tra le terre e i templi dorati in cui, si dice, sia nata la Filosofia stessa. E se la Grecia è il luogo di nascita, il suo padre putativo è certamente Socrate, colui che ha rivoluzionato il modo di pensare e di relazionarsi con gli altri.
Tuttavia, ciò che è davvero sorprendente, a mio avviso, è che ancora oggi, a distanza di più di duemila anni, la sua lezione è ancora estremamente attuale e moderna.
La sua filosofia è ricca e variegata e tocca i più svariati argomenti: logica, politica, etica, religiosità e molto altro. Ma oggi voglio concentrarmi su una delle tecniche di cui era indiscusso maestro: la maieutica. Se sei interessato a scoprire nel dettaglio di cosa si tratta e il perché questo filosofo greco è tanto importante allora unisciti a me e, come sempre…filosofiamo!
Socrate: vita, opere e pensiero
Socrate è senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti ed enigmatici della storia. Le fonti lo ritraggono come un uomo ammirevole, integerrimo, dotato di grande umanità e dignità morale ma anche divertente e arguto. Enigmatico perché, a dispetto della sua fama, tutto ciò che sappiamo su di lui ci viene dai suoi allievi come Senofonte e, soprattutto, Platone. Quest’ultimo si è fatto carico di tramandare la volontà del maestro che si è sempre rifiutato di lasciare opere scritte. Per questo Socrate è il protagonista di molti dei dialoghi platonici e molto spesso è difficile capire se è davvero Socrate a parlare o se è Platone.
In ogni caso, sembra che Socrate sia nato ad Atene attorno al 469 a.C. Era figlio di uno scalpellino e di una levatrice e votò la sua intera esistenza alla filosofia intesa come una ricerca incessante di sé stesso e degli altri. Per questo scopo sacrificò ogni altra attività pratica vivendo una vita modesta e tranquilla con la moglie, i figli e quelli che si professeranno suoi discepoli.
Come filosofo, Socrate conosceva bene i suoi “colleghi” che l’avevano preceduto, ma aveva ben presto abbandonato ogni corrente filosofica precedente perché troppo discordanti tra loro e perché troppo “astratte”. Si concentravano infatti sulla ricerca della verità e sulle origini del mondo ma trascuravano le questioni etiche e più squisitamente “umane”.
Socrate, al contrario, metteva al centro della sua ricerca l’essere umano. «Conosci te stesso» (frase presa in prestito dal tempio di Delfi) è il fine ultimo della filosofia socratica. Solo conoscendo sé stessi, infatti, sarebbe stato possibile conoscere gli altri e il mondo in cui viviamo. L’unico modo per farlo, però, è mettersi in discussione, partire dalla propria ignoranza come stimolo per cercare risposte. «Io so di non sapere» è il motto del pensatore ateniese: se ammettiamo la nostra ignoranza, allora possiamo metterci alla ricerca della verità ma se ci illudiamo di averla già in tasca, allora resteremo immobili e ben lontani da essa.
Socrate fu condannato a morte nel 399 a.C. accusato di “corrompere le menti dei giovani” con bizzarre filosofie e di non rispettare i valori religiosi tradizionali. La verità è che la sua predicazione “critica” che aveva il potere di dimostrare la vacuità della politica ateniese del tempo, era diventata pericolosa. Certo, durante il famoso processo avrebbe potuto liberarsi facilmente di quelle accuse, raggirando i giudici o fuggendo dalla città. Ma la sua integrità morale glielo impedì, consegnandolo alla memoria come il filosofo che bevve la cicuta attendendo la morte facendo ciò che aveva fatto in tutta la sua vita: filosofare con i suoi amici.
La maieutica: un’arte da riscoprire
Socrate è un tesoro. E noi oggi, circondati da persone che si presentano con certezze inossidabili, abbiamo un gran bisogno di lui e della sua pungente ironia. Per risvegliarci dalla nostra apatia.
Così inizia il libro La formula di Socrate, edito da Mondadori, in cui l’autrice Cristina Dell’Acqua, professoressa di latino e greco, ci guida alla riscoperta del padre della filosofia per farci comprendere quanto sia attuale il suo insegnamento. Oggi, infatti, la comunicazione si è fatta caotica: sui social tutti sembrano essere in possesso delle proprie verità che non esitano a sbattere in faccia agli altri; nei salotti televisivi, opinionisti, giornalisti e persino politici si urlano addosso nel tentativo di imporre ognuno il proprio pensiero sull’altro.
Insomma, più che da Socrate, sembra che la società di oggi si lasci ispirare da quella cattiva sofistica, corrente filosofica che, al tempo di Socrate, era diventata una vera e propria moda. I sofisti si proclamavano dei tecnici della parola, dei professionisti del sapere che, dietro compenso, erano in grado di insegnare le migliori tecniche di persuasione per costringere gli altri a pendere dalle labbra dell’oratore, a prescindere dalla veridicità o della bontà delle sue parole.
Per combattere i sofisti Socrate aveva ideato l’arte della maieutica, termine che in greco indica “l’arte della levatrice”. Il filosofo, infatti, intendeva attraverso il dialogo intendeva, non imporre la propria idea, come i sofisti, ma aiutare chi conversava con lui a partorire la propria verità. Attraverso una serie di domande, un dialogo pacato e ragionato, Socrate conduceva il suo interlocutore dapprima a riconsiderare le proprie posizioni, a mettersi in discussione, fino ad aiutarlo a “partorire” autonomamente il proprio pensiero.
In un’epoca segnata da disinformazione, polarizzazione e superficialità, il metodo socratico offre un antidoto prezioso. Oggi, infatti, ci siamo abituati a non pensare più: internet ci dà tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno e i media sono pieni di “esperti” che cercano di imporci il loro sapere come assoluto ed esclusivo. Socrate ci invita a “svuotare la mente”, a liberare i nostri occhi e le nostre orecchie da ciò che vediamo e sentiamo per poter ragionare autonomamente. Ma la conoscenza non si raggiunge da soli. Solo attraverso un dialogo costruttivo, mai invadente, è possibile crescere, maturare ed infine raggiungere la saggezza.
Ed è significativo che Socrate continua oggi a combattere un atteggiamento “sofistico” facendoci da guida in una ricerca della verità che, dopo più di duemila anni, non sembra essersi ancora esaurita.