Una vita tra scienza, amore e sacrificio. Così si può riassumere la storia di Filomena Nitti, figlia dell’ex presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti e moglie del premio Nobel per la medicina Daniel Bovet. Collaboratrice instancabile del marito, protagonista di importanti scoperte, Filomena rimase però esclusa dal più prestigioso riconoscimento scientifico: il Premio Nobel.
La sua vicenda è raccontata nel libro di Carola Vai, Filomena Nitti e il Nobel negato, edito da Rubbettino Editore, scritto con la collaborazione di Maria Luisa Nitti, nipote della scienziata.

Filomena Nitti: un destino tra luci e ombre
Nata a Napoli il 10 gennaio 1909, ultima di cinque figli, Filomena crebbe in un ambiente colto e stimolante. Ha trascorso un’infanzia serena tra Napoli, Roma e le estati nella casa di famiglia ad Acquafredda, in Basilicata, fino all’esilio in Svizzera e poi a Parigi nel 1924, dovuto alle persecuzioni fasciste contro il padre.
Educata all’indipendenza, a vent’anni sfidò le convenzioni sposando un giovane giornalista polacco, con cui ebbe due figli. Dopo un periodo difficile a Mosca, il matrimonio si concluse e Filomena tornò dai genitori, ottenendo il divorzio in Francia.
La carriera scientifica e l’amore per Daniel Bovet
Determinata a costruire la propria strada, Filomena riprese gli studi e ottenne una borsa di ricerca presso l’Istituto Pasteur di Parigi. Qui lavoravano sia il fratello Federico Nitti sia lo scienziato svizzero Daniel Bovet, con cui nacque un sodalizio umano e professionale destinato a durare tutta la vita.

Si sposarono e insieme firmarono ricerche fondamentali in chimica e farmacologia. Nel 1947 si trasferirono a Roma, all’Istituto Superiore di Sanità, lavorando fianco a fianco nello stesso laboratorio e pubblicando articoli sempre a doppia firma.
Il Nobel che non arrivò mai
Il 23 ottobre 1957, una telefonata dall’Accademia svedese annunciò la vittoria del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia. Ma il riconoscimento andò solo a Daniel Bovet. Nessuna menzione a Filomena Nitti, nonostante il suo contributo fosse stato determinante.
Una ferita che segnò la sua vita professionale e che, come lei stessa dichiarò, rese difficile “non scomparire nell’ombra” di due figure ingombranti: il padre politico e il marito premio Nobel.
Una donna dimenticata dalla storia
Coetanea di Rita Levi-Montalcini, Filomena Nitti non ottenne mai la stessa visibilità. Eppure, la sua storia dimostra come talento e dedizione non bastino sempre a infrangere i limiti imposti dal contesto storico e dal ruolo femminile nella scienza del Novecento.
Il libro di Carola Vai non è solo una biografia, ma anche un atto di giustizia storica, che restituisce voce a una donna che ha contribuito in modo significativo alla ricerca scientifica, pur rimanendo ai margini del riconoscimento ufficiale.

Il libro di Carola Vai: la trama
Filomena Nitti, figlia dell’ex Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti, moglie di Daniel Bovet, Nobel per la medicina 1957, madre, scienziata, in un mondo di uomini tentò di destreggiarsi tra vari ruoli: scienza, famiglia, figli, politica. Ma dal Nobel, benché indispensabile collaboratrice del marito, rimase esclusa.
Cosa la penalizzò? Carola Vai, autrice di Rita Levi-Montalcini, per Rubbettino, ancora unica biografia completa sulla scienziata torinese, cerca nel libro di dare una risposta. Filomena e Rita, coetanee, caparbie, ambiziose, instancabili, diversissime, incrociarono spesso le proprie vite in pubblico e in privato, senza mai diventare amiche. Il libro, con la collaborazione della nipote Maria Luisa Nitti, ripercorre il cammino di una donna del meridione d’Italia legata alle proprie radici anche abitando all’estero molti anni. Un personaggio femminile dalla volontà di ferro e una passionalità indomita, con un’esistenza intrecciata a eventi storici che influenzarono la sua realtà come quella di milioni di persone. Una storia terminata bruscamente nell’ottobre 1994.