Fernando Aramburu e il suo romanzo Patria vincono il premio europeo
Ieri a Torino è stato proclamato il vincitore della quinta edizione del Premio Strega Europeo. Il premio è stato istituito nel 2014 in occasione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea per diffondere la conoscenza delle voci più originali della narrativa contemporanea; è promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, dall’azienda Strega Alberti Benevento, dalla Casa delle Letterature, e dal Festival Internazionale Letterature di Roma.
Al Salone Internazionale del Libro di Torino è stato premiato lo spagnolo Fernando Aramburu col il romanzo Patria (Guanda), tradotto da Bruno Arpaia. La cerimonia di premiazione ha avuto luogo ieri, domenica 13 maggio, alle ore 18.30 presso la Sala Azzurra.
Il libro di Fernando Aramburu è stato votato da una giuria composta da alcuni scrittori vincitori e finalisti del Premio Strega (Alessandro Barbero, Laura Bosio, Rossana Campo, Antonella Cilento, Maria Rosa Cutrufelli, Antonio Debenedetti, Paolo Di Paolo, Ernesto Ferrero, Mario Fortunato, PaoloGiordano, Nicola Lagioia, Rosetta Loy, Melania G. Mazzucco, Edoardo Nesi, Lorenzo Pavolini, Romana Petri, Antonio Scurati, Elena Stancanelli, Domenico Starnone) e dai responsabili delle istituzioni che collaborano all’organizzazione del premio.
La cinquina dei finalisti era composta da:
- Fernando Aramburu, Patria (Guanda), tradotto da Bruno Arpaia
Premio Nacional de Narrativa 2017, Spagna.
- Olivier Guez, La scomparsa di Josef Mengele (Neri Pozza), tradotto da Margherita Botto
Prix Renaudot 2017, Francia.
- Lisa McInerney, Peccati gloriosi (Bompiani), tradotto da Marco Drago
Baileys Women’s Prize 2016, Irlanda.
- Auður Ava Ólafsdóttir, Hotel Silence (Einaudi), tradotto da Stefano Rosatti
Icelandic Literature Prize 2016, Islanda. - Lize Spit, Si scioglie (E/O), tradotto da David Santoro Nederlandse Boekhandelsprijs 2017, Belgio.
Fernando Aramburu è stato premiato con un riconoscimento del valore di 3.000 Euro; mentre al traduttore del libro, Bruno Arpaia, sono andati 1.500 Euro, premio offerto dalla FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori).
Aramburu è nato a San Sebastiàn, nei Paesi Baschi nel 1959 da una famiglia operaia, Patria è un bestseller in Spagna ed è un libro molto amato anche dai lettori italiani. In Italia lo ritroviamo dall’agosto 2017 edito da Guanda.
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Questa la trama
Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’eta, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato… Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte.