DeA Planeta le novità natalizie sono pronte per essere messi sotto l’albero. Ce ne sono per tutti i gusti e tutti davvero molto belli. Il primo che ti segnalo è senza dubbio un regalo per gli amanti della fotografia d’autore, Il viaggio di Veronica di Ferdinando Scianna. Non è un libro qualsiasi! È uno di quei regali da tenere in bella mostra nella propria libreria o sul mobile del salotto come oggetto prezioso non solo per l’autore, gigante indiscusso della fotografia, quanto per la storia che accompagna la nascita della fotografia stessa.
Ferdinando Scianna, il pensiero del maestro della fotografia
Per chi della fotografia ha fatto la sua passione Ferdinando Scianna è senza dubbio un punto di riferimento fondamentale.
Le semplici note biografiche ci dicono che il fotografo è nato nel 1943 nella famosa Bagheria, ridente paese siciliano. Già nel periodo dell’adolescenza concentra la sua attenzione alla fotografia. Bagheria, la sua famiglia, gli amici diventano gli oggetti da immortalare nei suoi ritratti, tutti all’inizio rigorosamente in bianco e nero sfruttando i colori e le ombre della Sicilia.
“È questo che fa il fotografo. Guarda il mondo e ogni tanto ne riconosce un istante significativo, significativo sul piano del racconto, e naturalmente tanto di più la forma lo accompagna tanto di più e di più significante viene raccontato. Insomma, per me foto e racconto è veramente un sinonimo. Non ho mai pensato alla fotografia altrimenti che così.”
Nel 1963, ad appena 21 anni, Scianna incontra Leonardo Sciascia con il quale pubblica Feste religiose in Sicilia, il libro che ottiene subito il Premio Nadar. Non sarà l’unico libro. la collaborazione con Sciascia durerà a lungo.
I suoi scatti fanno parlare, lo nota anche Henri Cartier Bresson fotografo francese, considerato un pioniere del fotogiornalismo (chiamato per questo “occhio del secolo“). L’amicizia con il fotografo francese è il passepartout per entrare nella famosa agenzia Magnum dove approfondisce la sua tecnica alternando la fotografia di moda e di pubblicità al ritratto e al reportage.
“Nel 1983 ero un fotografo di Magnum, ma disoccupato. Quando decisi di andare in Spagna per fare un lavoro sulla Guerra Civile, Sciascia mi consigliò di andare a trovare Manuel Vásquez Montalbán. E così a Barcellona trovai un nuovo amico: la mia vita è scandita da incontri straordinari”
Ferdinando Scianna e la moda
Negli anni ottanta Scianna accetta, non senza qualche scrupolo, di firmare la campagna pubblicitaria di Dolce e Gabbana per la moda. Il fotografo sceglie la Sicilia e le sue tradizioni popolari per immortalare quello che definisce “teatro dell’esistenza umana”. Una scelta controversa perché lontana dal pensiero di Bresson ma che consentirà al fotografo, in seguito, di collaborare con Vogue e Grazia.
Come avrai capito, Fernando Scianna è considerato uno dei più grandi fotografi al mondo. Nel suo libro racconta la storia della fotografia di ritratto attraverso i suoi scatti, arricchito da immagini che hanno caratterizzato un’epoca.
“Veronica sfugge al controllo del centurione, si avvicina a Cristo e imprime un candido panno sul suo volto istoriato di piaghe e sangue. Quelle piaghe e quel sangue lasciano sul panno la traccia, l’immagine esatta e irripetibile dell’uomo-dio. Che fotografia accidenti! Che ritratto!
È così che Scianna indica la prima fotografia universale, quella fatta a Cristo.
Secondo un vecchio ma efficace cliché, la prima fotografa della storia fu santa Veronica. La leggenda narra che vedendo Cristo piegato sotto il peso della croce, ricoperto di sudore e sangue, Veronica si sia avvicinata e gli abbia asciugato il viso con un panno, sulla cui tela rimasero impressi i tratti di Gesù. Ecco, allora, il primo ritratto “fotografico” della storia.
Bisognerà aspettare l’inizio dell’Ottocento per un procedimento chimico e meccanico in grado di rivaleggiare con la Veronica, quando in pochi mesi, quasi in contemporanea, Niépce e Daguerre, Fox Talbot e Bayard arrivano a mettere a punto l’invenzione fatale che Sir John Herschel battezza col nome di fotografia.
I primi ritratti fotografici servono per catalogare e studiare le tribù indigene di Asia e Africa, ma anche a Lombroso per mettere a punto il concetto di fisiognomica criminale e a Galton per cercare sostegno alle sue idee sull’eugenetica. Nel frattempo, per l’apparato burocratico statale la fotografia diventa una risorsa indispensabile, da declinare in milioni di ritratti in formato tessera, già prima che la propaganda la sfrutti per raccontare e sostenere il potere.
Ma se da un lato il ritratto viene usato per analizzare e incasellare gli esseri umani, dall’altro sono presto evidenti le potenzialità estetiche di questa tecnica rivoluzionaria. Nadar la eleva all’altezza dell’arte figurativa classica, aprendo la strada ai grandi fotografi di ritratto: da Margaret Cameron a Lewis Hine, da Dorothea Lange a Richard Avedon, fino ai capolavori di Cartier-Bresson, “il Mozart della fotografia”.
Che siano immagini glamour accuratamente studiate in teatri di posa o scatti rubati alla realtà inconsapevole, i ritratti raccontano tanto sul soggetto rappresentato quanto sul fotografo, sulla sua visione del mondo e sull’idea che sorregge quello scatto. Un gioco di specchi affascinante in cui si riflette la storia di come l’uomo ha codificato la propria immagine, di come osserva e rappresenta se stesso. Un gioco in cui si è appassionatamente fatto coinvolgere Ferdinando Scianna, che, mentre costruisce il suo personalissimo percorso nella storia della fotografia, mentre critica o elogia, scarta o riscopre, rivela cosa è il ritratto per uno dei maestri della fotografia italiana.
Invece Alessandro Mari ci svela il segreto per mettere in ordine i libri
Alessandro Mari con Ginevra Azzari e Matilde Piran sono gli autori di Libri, Istruzioni per l’uso L’arte di scegliere, organizzare e disordinare le librerie di casa.
Il libro che ogni lettore dovrebbe leggere (o almeno avere in bella vista nella sua libreria)
Il consiglio introduttivo migliore che si potesse dare, non credi? Se ci penso, non so quante volte mi sono ritrovata a guardare la libreria cercando il modo per ordinarla donandole un tocco personale.
Non voglio passare per la maniaca dell’ordine, anche una libreria volutamente disordinata ha il suo perché, anzi il colore sparso della cultura fa piacere. Non è però così per tutti e allora ecco pronto il libro che in carenza di idee, da una mano per risolvere il problema. Non solo, i consigli sono rivolti a tutti e per tutte le variabili che circondano e condizionano la vita di un libro.
Il manuale è in qualche modo il risultato di un lavoro di equipe dove ogni autore ha dato il suo contributo in base alle competenze. Il primo che ti presento è Alessandro Mari, narratore, performer, traduttore. L’esordio letterario è con il romanzo Troppo umana speranza pubblicato con Feltrinelli con il quale vince nel 2011 il Premio Viareggio-Rèpaci. In seguito pubblica Gli alberi hanno il tuo nome, L’anonima fine di Radice Quadrata, Cronaca di lei e la graphic novel Randagi.
Tradotto in Europa e in America Latina Mari ha firmato e condotto programmi di cultura per la televisione, curato la traduzione di opere come Just Kids di Patti Smith e Tipi comuni del premio Oscar Tom Hanks, oltre a collaborare come maestro alla Scuola Holden e direttore creativo di Holden Studios.
Anche Ginevra Azzari una delle autrici che hanno collaborato alla stesura del libro, si è diplomata alla Scuola Holden, oltre ad aver acquisito una laurea in lettere moderne. Ha curato Playlist una raccolta di racconti racchiusi in quattro volumi pubblicati da Feltrinelli oltre a collaborare alla realizzazione di La seconda luna l’antologia per il biennio delle scuole superiori scritta alla Scuola Holden.
Esce dalla Scuola Holden e una laurea in filosofia Matilde Pira, autrice con Andrea Falcone di Storto uno spettacolo teatrale, vincitore del Premio Scenario Infanzia 2018, e del romanzo Tutto Storto pubblicato da Marietti Junior. Dal 2019 lavora per Holden Studios.
Pensiamo alla nostra libreria e vediamo cosa ci consigliano gli egregi autori…
Mettere ordine tra i libri, come sanno tutti i lettori, è un po’ come mettere ordine nella vita: ognuno lo fa a modo suo e nessuno ci riesce mai veramente. Le variabili sono innumerevoli: l’argomento, l’affetto che ci lega ai diversi volumi, la loro altezza, larghezza e peso, ma anche le dimensioni del mobile libreria, la disposizione delle pareti e delle stanze di casa (i libri di cucina in cucina? I libri più letti sul comodino accanto al letto?). In più, si trasloca, si rompono convivenze (e si separano anche le librerie), si cambiano gusti.
Il fatto è che i libri sono una tecnologia complessa: hanno una lunga storia, moltissimi usi, tradizioni estetiche disparate. Riuscire a tenere comodamente in mano un volume e decidere dove metterlo può sembrare un atto scontato, ma porta con sé il peso di secoli di addomesticamento del sapere: dalle tavolette alla pergamena al libro a stampa, dal tablinum degli antichi romani agli scriptoria medioevali alle boiseries vittoriane, dai monasteri ai palazzi nobiliari ai monolocali in periferia, i volumi hanno sempre richiesto un loro posto, un ordine, un metodo.
È un manuale dove la vita quotidiana si mescola con la storia, la filosofia, l’architettura di interni e il marketing editoriale. E le domande che si fanno sono tante! “Come dispongono i loro libri gli scrittori? Quanti libri contiene una libreria Billy di Ikea? È giusto disporre i volumi sullo scaffale per colore del dorso? O bisogna attenersi a un rigido ordine alfabetico (o cronologico)? Per trovare le risposte bisogna leggere il libro ma non è detto che ci sia una risposta per tutto, almeno così dicono loro…
DeA Planeta, le novità natalizie non sono finite, anzi, segui i nostri articoli, ne troverai altri e molto interessanti! Ti ricordo che entrambi i libri sono disponibili da oggi nelle librerie e sulla piattaforma digitale!
Buona Lettura!