Exitus è il primo romanzo scritto da Salvatore Enrico Anselmi e pubblicato da Ginevra Bentivoglio EditoriA.
“La scrittura di Salvatore Enrico Anselmi mi ha sempre affascinato, è raffinatissima, lenta e precisa. Ha una modalità di descrivere che m’invischia in un gorgo sensuale spronandomi a reagire alla brutale superficialità del parlato corrente, quello, per intenderci, che su autorizzazione del Vocabolario della Crusca, sdogana “siede il bambino” oppure, orribilmente, “scendi a pisciare il cane”. Questa scrittura non è però un’isola dei morti da raggiungere solennemente e con mestizia da soli, magari in barca come nel noto quadro di Böcklin, questa scrittura è una terra felice di ristoro, un’arcadia moderna dove godersi la sensualità del bello stile, un Locus Amoenus.”
Così scrive Marcello Carriero, autore e critico d’arte, nella prefazione del libro e credo che questo passaggio sia fondamentale per comprendere Exitus, il primo romanzo Salvatore Enrico Anselmi. Già dalle prime righe si intuisce il grande potere della scrittura di Salvatore Enrico Anselmi, capace di ricreare una realtà che ha toni pittorici, ricercata e raffinata, profondamente estetica e sublime.
Exitus e la sua scrittura pittorica
Salvatore Enrico Anselmi riesce a portare tutta la sua conoscenza dell’arte in una scrittura che ne trasuda la bellezza e, a volte, anche il suo essere un piano ‘altro‘ da quello che siamo abituati ad attraversare. Leggere Exitus mi ha spiazzata. Ci ho impiegato molto più tempo di quanto avessi previsto, perché la narrazione procede lenta e intreccia le storie con metafore che rimandano a diverse sfere dello scibile umano. Proprio come ha detto Marcello Carriero qui sopra, Exitus è un Locus Amoenus, di quelli che trovi nei dipinti, di quelli di cui senti parlare nei racconti venuti da lontano. Ma, aggiungo io, lo è se riesci a capirlo, a superare le mura invisibili che lo proteggono.
E, ammetto, io per prima non sono sempre riuscita a farlo. A volte la sua scrittura era a un livello di intreccio troppo alto per la mia formazione. Questo però mi è servito da sprone per arrampicarmi su quelle mura e vedere, anche solo da lontano, quella felice terra di ristoro che è Exitus. Exitus non è un libro semplice da leggere, sia per la scrittura che per l’intreccio delle tre storie di cui non rivelerò nulla perché suggerisco a te lettore di leggere la nota introduttiva che trovi nel libro, subito dopo la prefazione.
Exitus però è un libro che vale la pena leggere se ci si vuole immergere in una dimensione narrativa originale, guidati da una scrittura a tratti difficile ma molto gratificante nel momento in cui si entra in sintonia con il suo narratore.
Salvatore Enrico Anselmi
Storico e critico d’arte, docente MIUR, Salvatore Enrico Anselmi, è dottore di ricerca in Memoria e materia delle opere d’arte, presso l’Università degli Studi della Tuscia. Il suo curriculum è denso di studi e collaborazioni, tra cui quella con il Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma per la redazione dell’Atlante del Barocco in Italia. Lazio/2.
Insegna Storia dell’arte Moderna in diverse università italiane e svolge attività di ricerca su questi temi. Come relatore, ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali, tra cui quello presso l’Accademia dei Lincei nel 2002 e nel 2007. Oltre al romanzo Exitus, ha pubblicato racconti e poesie contenute in “Rapsodia. Arts and Literature Magazine” e “CRITICA IMPURA. letteratura, filosofia, arte e critica globale”. Infine, cura la rubrica MARGINALIA – cascami di arte e letteratura pubblicata in YAWP, giornale di letterature e filosofie.
Ringrazio sentitamente Lisa Zillio per la sua recensione al mio romanzo “Exitus” che mi fa piacere segnalare per attenzione e pregnanza esegetica.