Caro iCrewer per la nostra rubrica Autori in tasca oggi vorrei parlarti del Premio Nobel per la letteratura nel 1936
Eugene Gladstone O’Neill
nato a New York il 16 ottobre 1888 era un drammaturgo statunitense. Grazie a lui il teatro, fino ad allora ostacolato dalle idee puritane dell’epoca, subì una profonda trasformazione, s’ispirò al teatro europeo, dando nuova vita al coro e creando nuove tecniche per il melodramma. Le sue opere erano critiche alla corruzione della società statunitense.
Il teatro per lui era la sua seconda casa, infatti fin da bambino ha frequentato le scene teatrali, seguendo il padre, l’attore irlandese James O’Neill che lo portava spesso con sè.
Dopo un anno di frequentazione dei corsi presso l’Università di Princeton, venne espulso per ubriachezza.
Dopo l’espulsione la sua vita fu un susseguirsi di esperienze al limite dell’incredibile vissute in mare dopo essersi imbarcato su una nave. O’Neill nonostante abbia sofferto di depressione e alcolismo durante gli anni che ha trascorso in mare, nutriva verso lo stesso un amore profondo, tanto da farne il tema principale nelle sue opere, ambientandole in navi come quelle dove lui ha lavorato.
Entrò a far parte IWW – Marine Transport Workers Union of the Industrial Workers of the World, un’associazione militante “radicale” del movimento operaio statunitense, ideata il 2 gennaio del 1905 e fondata a Chicago nel giugno dello stesso anno per il miglioramento delle condizioni di vita per la classe lavoratrice.
Fece ritorno negli Stati Uniti a causa della tubercolosi e passò due anni in un sanatorio dove scoprì la sua passione per la scrittura e una volta dimesso cominciò a scrivere per il teatro.
Tra le sue opere , come detto spesso il mare era il protagonista e in Drammi marini mette in scena personaggi e luoghi incontrati quando solcava i mari a bordo di una nave, il tutto avvolto dall’accettazione di non avere speranze di una vita migliore.
Il Premio Pulitzer
Nel 1920 vince il Premio Pulitzer con Oltre l’orizzonte: un dramma ambientato nella campagna e nei campi, il tema principale è la difficolta che hanno i protagonisti per la sopravvivenza. L’autore si mette a nudo dando voce alle sue passioni e i suoi sentimenti, ispirandosi agli eroi del teatro greco e orientale.
Tornò a vincere il Premio Pulitzer grazie a due delle sue opere più famose. Anna Christie grazie alla quale vinse il Premio Pulitzer nel 1922 e Strano interludio che gli valse il Premio nel 1928. Con quest’ultima opera il tema sfiora il metafisico e viene definito dai critici come ciclo mistico. I temi delle sue opere vertono spesso sulla sconfitta dell’uomo, le contraddizioni sociali, l’ingiustizie e il razzismo. Sono anche gli anni in cui O’Neill si avvicinò alle teorie freudiane.
Gli ultimi anni sono incentrati sul realismo della psicologia dei personaggi, ne è esempio l’opera Il Lungo viaggio verso la notte, del 1940 e dedicato alla moglie. Venne rappresentato dopo la morte di O’Neill in cui i pochi personaggi presenti erano ispirati alla sua famiglia a partire dalla madre dipendente dalla morfine al padre alcolizzato.
Nel 1936 vinse il Nobel per la letteratura con la seguente motivazione:
Per il potere, onestà ed emozioni profonde delle sue opere drammatiche che incarnano un concetto originale di tragedia.
La vita di Eugene Gladstone O’Neill
Nato in una camera d’albergo, era figlio dell’attore irlandese James O’Neill e della pianista Mary Ellen Quinland, entrambi emigrati irlandesi di fede cattolica. Il padre era alcolista e la madre era morfinomane a seguito di una cura contro i dolori dopo la nascita del figlio.
Venne presto mandato in collegio a causa delle lunghe tournée del padre, i primi anni scolastici li ha passati in scuole cattoliche.
Si iscrisse alla Betts Accademie di Stamford e dopo essere stato cacciato andò alla Princenton University dove venne nuovamente espulso dopo un anno, presumibilmente per aver tirato una bottiglia di birra nella finestra del futuro ventottesimo presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson allora professore presso la stessa università.
Come detto dopo l’abbandono degli studi, passò alcuni anni in mare e rientrò negli Stati Uniti a causa della tubercolosi. La degenza presso un sanatorio lo portò ad avvicinarsi alla scrittura per il teatro.
Nel 1909 O’Neill si sposò con con Kathleen Jenkins de dopo un anno di matrimonio nacque il suo primo figlio Eugene O’Neill Jr. che morì suicida a 40 anni nel 1950.
Dopo tre anni il matrimonio naufragò e nel 1917 Eugene Gladstone O’Neill incontrò Agnes Boulton , scrittrice di narrativa commerciale molto famosa con la quale si sposò nell’aprile 1918. Dopo il matrimonio , vissero nel New Jersey , nel Connecticut e nelle Bermuda. Dal matrimonio nacquero due figli Shane morto suicida e Oona. Quest’ultima fu disconosciuta dal padre dopo che a 18 anni sposò l’attore e regista Charlie Chaplin, non la rivide mai più.
Agnes e i figli sono i protagonisti del suo libro di memorie Part of a Long Story pubblicato nel 1958. Dopo poco più di dieci anni di matrimonio, nel 1929 divorziarono dopo che Eugene Gladstone O’Neill lasciò la famiglia per l’attrice Carlotta Monterey con la quale si sposò dopo nemmeno un mese dal divorzio con la Boulton.
Soffrì di depressione ed alcolismo e negli ultimi dieci anni di vita Eugene Gladstone O’Neill dovette rinunciare alla scrittura a causa di un forte tremore alla mano sinistra paragonabile al Parkinson. Solo nel 2000 si è scoperto che non era il Parkinson ma atrofia corticale cerebellare, malattia degenerativa che aggredisce e distrugge le cellule cerebrali.
Eugene Gladstone O’Neill è morto nella camera 401 del Hotel Sheraton , il 27 novembre 1953, all’età di 65 anni. In punto di morte, sussurrò le sue ultime parole: “Lo sapevo. Lo sapevo. Nato in una stanza d’albergo e morto in una stanza d’albergo”.
O’Neill è sepolto nel cimitero di Boston Forest Hills.