Italo Calvino è uno dei più grandi scrittori italiani del secolo scorso, su questo non vi è dubbio alcuno. Tutti noi ai tempi delle scuole medie abbiamo letto almeno uno tra Il barone rampante, Il cavaliere inesistente o Il visconte dimezzato che troviamo raccolti ne I nostri antenati.
Oggi che significato può avere far leggere un libro di Calvino ad un sedicenne? La domanda me la sono posta quando mio figlio mi ha detto “Mamma, vero che lo leggi anche tu Il sentiero dei nidi di ragno e poi mi aiuti a fare la scheda?”
E mamma che fa? Legge Il sentiero dei nidi di ragno.
Devo essere sincera, non lo ricordavo molto bene. Gli anni del liceo sono lontani, successivamente non l’avevo mai ripreso. Stava lì, nella libreria della casa dei miei genitori, tra Piccole Donne e I tre moschettieri, Il barone rampante e La coscienza di Zeno.
Mi sono messa a leggere, dovevo fare anche la tanto odiata scheda libro, e mi sono resa conto che il secolo passato tra quella bellissima scrittura e oggi ha cambiato veramente tante cose.
Italo Calvino oggi avrebbe scritto nello stesso modo?
Non v’è dubbio che la scrittura di Calvino non ha età: fluida, semplice quanto basta, esplicativa di ciò che vuole farci capire. Frasi brevi, dialoghi che vanno dritti al punto. Senza dubbio uno stile che ai nostri ragazzi, se leggessero con attenzione, sarebbe molto utile per imparare a scrivere in modo corretto e originale.
Ma qualcosa mi ha fatto capire che il tempo passa, qualcosa che non riesco a dire se anche con una lettura approfondita negli anni ’80 avrei notato o se i tempi sono così cambiati che solo ora mi salta all’occhio.
Facendo una descrizione dei giovani che frequentano la casa di Pin, tedeschi e fascisti, scrive
Sono due razze speciali: quanto i tedeschi sono rossicci, carnosi, imberbi, tanto i fascisti sono neri, ossuti, con le facce bluastre e i baffi da topo.
Oggi questa frase sarebbe passata inosservata? Io penso proprio di no. A me è rimasta impressa tanto per categorizzare come razze i tedeschi e i fascisti quanto per l’uso del termine neri.
Per il resto gli eventi storici accaduti delle città italiane, nelle periferie, dovrebbero essere insegnati ai nostri giovani, così come doveva essere fatto con noi che siamo una generazione che ha vissuto di riflesso il boom dell’economia avvenuto dopo il secondo dopoguerra, ma che spesso non sa nulla di quell’evento mondiale e catastrofico. Certamente raccontare alcuni eventi con gli occhi impauriti e curiosi di un ragazzino è stata una trovata geniale da parte di Italo Calvino che ci ha riproposto i carrugi, le prigioni, i partigiani e le battaglie senza mai perdere di vista la vita vera di Pin.
Tornando alla domanda iniziale. Leggere Calvino oggi sì o no? La mia risposta è positiva, in quanto i nostri ragazzi riuscirebbero a capire una parte di storia importante della nostra Italia senza dover per forza studiare pagine di libri di storia che sono tanto interessanti quanto a volte noiosi e non vanno sempre a toccare dei punti salienti.
Italo Calvino è molto altro: da I nostri antenati, una lettura più semplice per ragazzi giovani, a Il castello dei destini incrociati dove tante storie si intrecciano. Fino a Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio.
Nate come testi per un ciclo di conferenze da tenere ad Harvard queste lezioni costituiscono l’ultimo insegnamento di un grande maestro: una severa disciplina della mente, temperata dall’ironia e dalla consapevolezza di non poter giungere ad una conoscenza assoluta.
Se Calvino fosse tra noi cambierebbe questo testo?