Il noto sceneggiatore italiano Enrico Vanzina pubblica il suo ultimo giallo, La sera a Roma. Un delitto che avviene nel mondo del cinema e scava nel torbido dei salotti romani.
I fratelli Vanzina sono sinonimo di film scadenti, commedie vacanziere un po’ volgari, zeppe di luoghi comuni e trovate a buon mercato. Ora Enrico Vanzina ci stupisce con un romanzo, un giallo che esce per Mondadori, ambientato nella Roma salottiera della vecchia nobiltà papalina.
Enrico, come sceneggiatore, non è nuovo al genere; ricordiamo Sotto il vestito niente nel quale l’ispettore Vincenzo Malerba dovrà venire a capo di una lunga serie di omicidi.
Anche in questo libro il mondo del cinema non è estraneo: il protagonista di La sera a Roma è, come lo stesso Vanzina, uno sceneggiatore di successo. Un conoscente gli chiede di aiutare un giovane attore a entrare nel mondo del cinema; lui invita a casa sua il ragazzo, che non gli fa una particolare impressione. Il giorno dopo il giovane viene ucciso e il noto sceneggiatore, essendo uno degli ultimi ad averlo visto, si ritrova coinvolto pesantemente nelle indagini.
Oltre alla storia che segue l’indagine, l’autore si sofferma a descrivere una Roma che ricorda quella della Grande bellezza di Paolo Sorrentino, fatta di salotti di gente annoiata e futile. Un tema ricorrente nel cinema italiano; impossibile non ricordare il famosissimo I vitelloni di Fellini, per citare l’esempio più significativo.
Chissà se anche questo libro condividerà la sorte dei suoi film: detestati dalla critica, ma amati immensamente dal pubblico. Anche il genere del libro è fra i più popolari e meno apprezzati dai critici letterari. Giallo è spesso sinonimo di libro di bassa qualità, ma il detective deve sempre rimestare nei lati oscuri della vita e perciò è anche un mezzo eccezionale anzi, “eccezzziunale“, trattandosi di Vanzina, per criticare i mali della società nella quale viviamo.
Vedremo se il romanzo riuscirà a ottenere il medesimo esito di un cult come Eccezzziunale… veramente.