Ernesto Colnago. Il Maestro e la bicicletta è tra le novità sportive che 66thand2nd Editore ha scelto di pubblicare in questo mese. È un libro dedicato agli amanti storici delle due ruote scritto da un grande appassionato, il giornalista sportivo Marco Pastonesi, genovese, ex giocatore di rugby di serie A e B, da ventiquattro anni corrispondente della Gazzetta dello sport.
Una personalità fuori dagli schemi nonostante la sua esperienza, da cronista e inviato, fa riferimento ad un giornalismo meno digitalizzato ma più concreto, a stretto contatto con i personaggi e i campioni del tempo. Nel suo curriculum da inviato troviamo diciotto Giri d’Italia, dieci Tour de France, un’Olimpiade, oltre a quattro Giri del Ruanda e uno del Burkina Faso.
Ernesto Colnago – Il Maestro e la bicicletta di Marco Pastonesi. Le passioni del giornalista sportivo
“Ci vuole passione, curiosità e voglia di battere il marciapiede perché è sulla strada che si colgono le storie, si annusano, si gustano, si ruminano. Ora non è più così. Si lavora in economia, tagliando, incollando lavorando sulla scrivania.
“Il vero giornalismo è altro ed io sento di essere stato uno degli ultimi privilegiati della mia generazione, quello che arrivato dopo è totalmente diverso”
Una passione che si evince da tutti i suoi articoli, originali, molti dedicati al rugby e alle due ruote, ognuno con un taglio particolare.
Nel 1999 pubblica Gli Angeli di Coppi ripercorrendo le straordinarie vicende del campione, nel 2016 scrive I diavoli di Bartali arricchito dagli aneddoti e i pensieri di chi ha vissuto con il campione l’atmosfera agonistica.
Sempre con 66thand2nd ha pubblicato nel 2014 Pantani era un dio e nel 2016 L’Uragano nero. Jonah Lomu, vita morte e mete di un All Black con cui ha vinto il premio Bancarella Sport 2017. Coppi ultimo è il più recente, pubblicato nel 2019, ancora una volta dedicato al campione piemontese.
Anche in Ernesto Colnago. Il Maestro e la bicicletta Marco Pastonesi raccoglie le confidenze di un personaggio che, nel mondo delle due ruote, ha occupato e occupa un posto di privilegio. Il Maestro in questione (il maiuscolo è doveroso) è il più grande telaista di sempre, il Cellini della bicicletta così come cita il giornalista quando parla della sua storia.
Ernesto Colnago – Il Maestro e la bicicletta la sua storia
Ma chi è Ernesto Colnago? è la storia di un uomo umile, nato a Cambiago in provincia di Milano il 9 febbraio 1932. primogenito di una famiglia di contadini. Fin da piccolo inizia a lavorare nei campi con il pad re poi a 12 anni, nel 1944, in cambio di due sacchi di farina gialla la settimana, viene mandato a fare l’apprendista nell’officina del saldatore Dante Fumagalli,
Nel 1954 sceglie di occuparsi di biciclette creando nel suo paese, la prima piccola bottega. Per iniziare l’attività occorrono soldi ma è il padre ad aiutarlo tagliando un gelso di proprietà e fabbricando il banco da lavoro.
Nel 1955 l’artigiano parte come meccanico di Fiorenzo Magni al seguito del Giro d’Italia. Il fortunoso incontro con il corridore durate una pedalata è l’occasione per dare una sterzata positiva al suo futuro. Vedendolo in difficoltà Colnago gli aveva consigliato di modificare le pedivelle risolvendogli un serio fastidio alle gambe. Nel 1957 Colnago disegna il suo primo telaio per Gastone Nencini, e da quel momento non smette di migliorarasi. Nel 62 vedendo pedalare Gianni Motta appena sedicenne, si propone di fornirgli la bicicletta oltre che l’assistenza. Con lui accanto Motta vincerà il Giro di Lombardia nel 1964, finirà terzo al Tour de France nel ’65 e trionferà al Giro d’Italia nel ’66.
Nel ’67 anche Eddie Merckx lo consulta per migliorare e rendere le ruote più affidabili da usare alla Milano-Sanremo. Colnago interviene e Merckx taglia per primo il traguardo. Ernesto ormai, da semplice meccanico, si trasforma in un costruttore a tutti gli effetti. Il più affezionato tra i clienti è proprio il campione belga per il quale il costruttore milanese costruirà 20 biciclette in un anno. Tra queste uscirà il modello con cui Merckx vincerà poi il record dell’ora.
Il nome Colnago si comincerà a vedere anche sui calzoncini dei corridori iscritti alle squadre professionistiche, sbarca in Russia e aiuta Saronni a vincere il campionato mondiale.
Si accorge di lui anche il mitico Enzo Ferrari con il quale Colnago collabora investendo e creando sempre nuove forme di telaio. Da quello al carbonio alle prime forcelle con foderi dritti, le prime ruote a tre razze, la prima aerodinamica studiata nella galleria del vento.
“Ghe semper un quaicos de fa”.diceva Colnago convinto che quel qualcosa in più avrebbe certamente apportato qualcosa di nuovo. La C40 la prima bicicletta al carbonio fa il suo esordio con la squadra di Giorgio Squinzi nella Parigi/ Roubaix e nonostante qualche legittima perplessità, vincerà la gara e 4 dei cinque anni successivi. Anche in momenti di crisi Colnago si fa avanti e crea la sua squadra…
“Se non crediamo noi in quello che facciamo, come potrebbero gli altri investire nel ciclismo?”.
Ernesto Colnago – Il Maestro e la bicicletta. Conversazione con Pastonesi
Da vero appassionato oltre che professionista della comunicazione Marco Pastonesi raccoglie le confidenze del costruttore, la sua umiltà nel raccontare di come, la volontà la passione e la tenacia possano essere le basi per costruire un grande futuro.
“Se la strada è scuola di vita, la bicicletta ne è maestra. E io, dopo tanta strada e tante bici, tirando di lima e ferro di saldatura, ho una storia da raccontare. La mia”. Ernesto Colnago, il più grande telaista di sempre, «il Cellini della bicicletta», si racconta a Marco Pastonesi, ripercorrendo le tappe di una vita straordinaria: l’infanzia povera, le avventure come corridore, l’inizio dell’attività da garzone a operaio, la dura scalata da meccanico ad artigiano, le creazioni da eccellenza del made in Italy.
Con la schiettezza senza fronzoli di un uomo che si è fatto da sé, esplora la sua geografia (i Giri d’Italia con Fiorenzo Magni e i Tour de France al servizio di Eddy Merckx, i mondiali di Vittorio Adorni e Giuseppe Saronni); e analizza la sua scienza (l’età dell’acciaio, l’età dell’alluminio, l’età del carbonio), tra incontri e folgorazioni (con Fausto Coppi, Gianni Brera, Enzo Ferrari, papa Wojtyla…). E ancora: pensieri e certezze rotonde, filosofia e religione del lavoro, fino alla clausura per la pandemia e alla nuova esplosione delle due ruote. Per Colnago la bicicletta è stata il centro della sua vita,
“Pedalare è un bellissimo verbo di movimento: ci sono i piedi come radice, ci sono le ali come suffisso, e c’è lo stesso infinito, are, di andare e volare, ma anche di pensare e immaginare, disegnare e organizzare”
Ernesto Colnago – Il Maestro e la bicicletta è una di quelle storie che fanno bene all’anima, Restituisce la speranza nel futuro, aiuta a comprendere che la passione e la volontà sono i motori per esaudire i propri sogni. Chi lo conosce bene sa che, ancora oggi, dopo 60 anni, Ernesto Colnago entra tutte le mattine nella sua fabbrica e, instancabile, attento ad ogni dettaglio, siede al suo tavolo e continua a ideare e fare progetti per il futuro.