Oggi, 9 agosto, ricorre l’anniversario della nascita del giornalista e scrittore italiano, Enzo Biagi. Il grande giornalista italiano è nato il 9 agosto 1920 a Lizzano in Belvedere, un paesino dell’Appennino tosco-emiliano in provincia di Bologna. Di umili origini, il padre lavorava come aiuto magazziniere di uno zuccherificio, mentre la madre era una semplice casalinga.
Enzo Biagi e la passione per la vita da giornalista
Avrei fatto il giornalista anche gratis: meno male che i miei editori non se ne sono mai accorti.
Dotato di un talento innato per la scrittura, fin da bambino si dimostra particolarmente versato per le materie letterarie. Le cronache riportano che un suo tema particolarmente riuscito venne addirittura segnalato al Pontefice.
A 17 anni comincia a collaborare con il giornale bolognese L’Avvenire. Nel 1940 viene assunto regolarmente nel Carlino Sera, l’edizione serale del maggiore giornale bolognese: il Resto del Carlino; il suo compito però è di lavorare in “cucina”, che nel gergo giornalistico è il lavoro di revisione e sistemazione degli articoli che i giornalisti mandano in redazione.
Nel 1942, Enzo Biagi viene riformato dal servizio militare per problemi cardiaci; problemi che però non gli impediscono di unirsi alle formazioni partigiane operanti nell’appennino emiliano. Come partigiano cura la redazione del giornale “Patrioti”, l’unica fonte di informazione delle formazioni partigiane. Ma la tipografia viene individuata e distrutta dai tedeschi.
Dopo la Guerra
Terminata la guerra, Biagi collabora con le truppe alleate; più tardi viene assunto come inviato speciale e critico cinematografico dal Giornale dell’Emilia, il nome che all’epoca aveva assunto il Resto del Carlino.
Per la testata emiliana realizza importanti servizi, come le cronache dal Giro d’Italia e il reportage sul matrimonio di Elisabetta 2^ d’Inghilterra. In quegli anni realizza diversi servizi dall’estero che gli guadagneranno il titolo di “testimone del tempo”. Tuttavia negli anni ’50 la vita nel giornale si fa difficile e viene isolato per presunte “simpatie comuniste”; in realtà Biagi era semplicemente contrario al riarmo atomico.
Ma i suoi articoli erano molto piaciuti a Bruno Fallaci, zio di Oriana e direttore di Epoca; Enzo Biagi viene chiamato a lavorare come caporedattore del settimanale e, con la famiglia, si trasferisce a Milano.
Nel 1952 Biagi viene incaricato della direzione provvisoria di Epoca; sotto la sua direzione il periodico diviene uno dei più letti e influenti d’Italia; la proprietà lo nomina direttore effettivo.
Nel 1960 la pubblicazione di un articolo in cui veniva stigmatizzata l’uccisione di dieci lavoratori in sciopero a Reggio Emilia da parte della polizia provoca la reazione del Governo Tambroni allora in carica: il governo chiede la testa di Biagi, che verrà licenziato. Il governo Tambroni cadrà pochi giorni dopo sotto la pressione delle fortissime reazioni politiche seguite all’eccidio. Alcuni mesi dopo Biagi viene assunto alla “Stampa” di Torino.
L’arrivo in Rai
Nel 1961 avviene la svolta più importante della sua carriera: passa alla RAI come direttore del telegiornale; anche qui attua la “formula Biagi”: meno spazio ai VIP e maggiore attenzione ai problemi delle persone.
Promuoverà l’assunzione di Indro Montanelli, Giorgio Bocca, Enzo Bettiza ed Emilio Fede. Ma la sua indipendenza dalla politica lo mettono nel mirino degli ambienti più conservatori; per una curiosa coincidenza insieme alle celeberrime “gambe delle Kessler”.
Nel 1971 viene chiamato a dirigere Il Resto del Carlino con l’obiettivo di promuoverlo a testata nazionale ma ancora una volta la sua indipendenza risulta indigesta alla politica; un potente ministro dell’epoca legato all’editore pretende il suo licenziamento; Biagi torna al Corriere della Sera.
Nel 1981, a seguito delle rivelazioni sui rapporti del Corriere con la loggia segreta P2 di Licio Gelli Biagi lascia la prestigiosa testata Milanese e approda a Repubblica.
La carriera di Enzo Biagi continuerà ad essere una catena di successi sul piano professionale ed una difficile convivenza con la politica.
Il Fatto di Enzo Biagi
Nel 1995 conduce su RAI 1 il programma “Il Fatto”, in realtà interviste “intime” a personaggi come Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Roberto Benigni, Indro Montanelli etc.; nel 2004 il programma verrà proclamato da una giuria composta di critici il miglior programma mai realizzato dalla RAI.
L’allontanamento dalla Rai: l’Editto Bulgaro
Il 18 aprile 2002 l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi rilascia una dichiarazione, passata alla storia come “Editto Bulgaro”, a seguito del quale Enzo Biagi, il giornalista Michele Santoro e il comico Daniele Luttazzi vengono allontanati dalla RAI per un “uso criminoso della televisione pubblica”.
Enzo Biagi muore all’età di 87 anni il 6 novembre 2007 in seguito all’aggravarsi di una malattia polmonare.