Empatia! Sono sempre stata attirata da questo fenomeno. Coincidenza in questi giorni ne ho visto una sua definizione che recitava così: “Sentire felicità e il dolore dell’altro. Sentirlo nella propria carne, nella propria persona”. È davvero così o ognuno di noi ha un suo modo di sentirsi nell’altro? Non lo dico io, lo esprime la parola stessa: sentire dentro qualcosa che va oltre. Ne parla anche un libro uscito ad ottobre edito da Cairo, L’Empatia è un super potere di Andrea Dal Corso, noto influencer motivazionale ma di questo ti parlerò.
Dell’empatia a livello psicologico ci sarebbe da parlare per giorni, accontentati invece delle mie elucubrazioni sul tema visto il periodo non molto luminoso.
Non ci giriamo intorno, stiamo vivendo un’emergenza dura, difficile da gestire e metabolizzare, sono cambiate le nostre abitudini, il nostro modo di comunicare e senza dubbio stiamo cambiando anche noi! Adeguarsi alle nuove regole è difficile, anche rapportarsi è complicato, impone una modalità di trasmissione diversa, più celebrale e legata alle emozioni.
In poco tempo una mascherina ha manipolato il nostro modo di parlare agli altri, la possibilità di capire e carpire sensazione, avvertire sentimenti anche e soltanto con una parola o un’espressione del volto. Un beneficio concesso, ora come ora, solo agli sguardi che incrociamo, giustamente smarriti, spesso confusi, disabituati a esprimersi secondo canoni diversi, o per entrare nel vivo, Empatici!
Anche nel momento dell’emergenza, quella più frustante, qualcosa, in qualche modo, risale in superficie, sorprende e non per rivelarne l’aspetto negativo, anzi. Lo sguardo diventa il protagonista assoluto anche se costretti alla distanza sociale, è proprio la distanza ad aumentarne l’importanza. Agli occhi è dato un potere enorme, forse mai considerato, eppure è lo sguardo a rivelare l’anima dell’individuo. Almeno così è per me!
Non solo, l’essere empatici presuppone un grado di sensibilità elevata, l’abitudine costante ad aprirsi agli altri senza che nulla venga esplicitamente richiesto e questo è raro. Nossignori! Non mentiamo a noi stessi, non è facile comprendere le difficoltà di chi incappa nella nostra vita, figuriamoci per coloro di cui incrociamo lo sguardo distrattamente. Sono sguardi dimessi, demotivati, a volte incomprensibili, per questo difficili da interpretare.
Per capire sarebbe necessario andare oltre, scrutare tra le righe e spesso tra le rughe di uno sguardo le insicurezze, l’umiltà dei comportamenti, a volte il timore di rivelarsi, la paura del giudizio. Che fatica, meglio non farsi troppe domande e passare oltre, rimane qualche strascico di scrupolo e poi chissà chi era!! Già chi avrebbe potuto essere, forse un estraneo, o magari quella della porta accanto, l’amica che non vedi da tempo, accade anche con chi abbiamo vicino e non ce ne accorgiamo. Perché? La definizione per eccellenza dice che
“L’empatia è la capacità di comprendere lo stato d’animo altrui, ovvero di “mettersi nei panni dell’altro”.
Ecco svelato il segreto! Mettersi nei panni degli altri! è davvero una gran fatica ma quando ci riesci, credimi, fa stare bene. Questo non vuol dire ergersi ad eroi della comunicazione non verbale, per quella abbiamo internet e lì l’empatia c’entra ben poco, tranne che a scoprire che anche a distanza, si riesce a creare strane ma coinvolgenti forme di amicizia empatica.
In altri casi penso che il protendere verso gli altri sia insito nel nostro DNA, ma in assenza è doveroso fare immediati corsi di aggiornamento emotivo, in poche parole, va insegnato. Comprendere l’animo altrui, con i suoi travagli e le sue gioie è un percorso che va in salita e il segreto per compierlo è avere tanta volontà ed essere d’esempio.
Insomma come dire che dobbiamo essere tutti più buoni e volgere lo sguardo al di fuori del nostro umile orticello? Come discorso non fa una piega, ma sa tanto di discorso natalizio, potresti dirmi. Non so, forse. A Natale è facile sentirsi migliori, ma non è questo il punto. L’empatia va coltivata, è una ginnastica mentale che andrebbe allenata ogni giorno, per imparare ad affrontare le difficoltà degli altri, che siano estranei o vicini a noi. Magari i problemi non sono i nostri e se lo sono, aiutarsi comunque perché il ritrovarsi in un mutuo sguardo apre un universo di verità, spesso meravigliose.
Chi è Andrea Dal Corso?
Insomma L’empatia è un super potere e questo non lo dico solo io. Oltre a tutti gli autorevoli volumi di psicologia, è il titolo di un libro scritto da un simpatico giovane, Andrea Dal Corso, veneto, di 31 anni.
Ho voluto scavare come al solito, su di lui e ho scoperto che l’emergente autore è, guarda guarda, il giovane Andrew, ex tentatore nell’edizione del 2018 di Temptation Island e corteggiatore nel programma Uomini e Donne. Tra le note si legge anche che viva di passioni adrenaliniche (per le macchine e il paracadutismo), donne incluse chiaramente.
Mi sono detta, scettica quanto basta, “Appero, e come mai, Andrea Dal Corso, alias Andrew, si interessa addirittura di empatia?” Non che voglia discriminare, me ne guardo bene, mi è solo sembrato strano che la mente di un corteggiatore, Wine Producer, aspirante attore, con un passato verace da modello e una vita privata un po’ troppo sbandierata su Instagram partorisse anche l’idea di trasformarsi in un Gentleman Style e Motivation Supporter! O è l’effetto nocivo della pandemia o l’incredibile personalità del nuovo Mister ha deciso di produrre, oltre al suo Prosecco di Valdobbiadene, una ricetta per vivere meglio e senza sforzi.
Giusto e doveroso, quindi, per par condicio, dare al nuovo influencer il beneficio del dubbio se non altro per capire dove vuole arrivare e se con l’empatia ci ha azzeccato qualche cosa. Devo comunque svelarti che il giovane motivatore nel 2016 ha partecipato a Mister Italia conquistando la fascia di Uomo ideale. Qui si apre un mondo! Nonostante la popolarità, l’indubbia bellezza degli addominali scolpiti e il fascino dei modi galanti, ho scoperto che anche il nostro giovine galantuomo ha avuto una infanzia difficile.
Eh sì, anche il mitico Andrea Dal Corso si è ritrovato a lottare contro l’obesità (arrivando a pesare oltre 130 kg) e di conseguenza contro brutti episodi di bullismo. Saranno state le reminiscenze di un passato da dimenticare, fatto sta che la sua autobiografia è ben inserita nel libro con tutte le sue sfumature e i pensieri catartici dell’autore come guida per superare i problemi della vita. Ma l’empatia in tutto questo? Leggi il libro di Andrea e ne saprai di più.
Comunque, come ti ho anticipato il libro di Andrea dal Corso è un racconto autobiografico che è anche libro motivazionale. A cuore aperto parla di storie vere di vita vissuta per stimolare le persone a dare il meglio di sé, “Esiste un potere in grado di aprire le finestre della tua mente e, di riflesso, quelle della tua vita. Scopri come innescarlo” dice Andrea.
A mio avviso, al di là delle frasi compiute, credo che l’empatia sia tanto altro, una predisposizione morale che ci trasforma in qualcosa di diverso, ci rende migliori rispetto alle ovvietà della vita. Il mio consiglio? Fermati solo per un istante ad ascoltare, osserva, basta poco per alzare gli occhi e sorridere ad uno sguardo, è il modo più bello per connetterti con qualcuno, senza cavi o abbonamenti e qualunque cosa accada, stai sicuro che la rete non scompare, sarai tu a mantenerla sempre viva se lo vorrai davvero!
Buon Natale di cuore!