Rosario Russo, giovanissimo autore di Effetti collaterali, si trova qui con noi quest’ggi: da siciliana permettetemi di dire che ne sono davvero onorata.
Rosario, oltre ad aver vinto numerosi premi letterari, è autore di due romanzi, oltre che di una raccolta di racconti, quella da noi letta e recensita.
Racconti, peraltro, dai quali, come detto nella recensione, trasuda da un lato l’amore dell’autore per la sua terra natìa e dall’altro la sua verve e grande capacità di scrittura.
Rosario Russo: conosciamolo un po’ meglio!
1) Ciao Rosario, ti ringrazio per aver accettato di parlare un po’ con noi. Ti chiedo innanzitutto: chi è Rosario? Quali sono le tue passioni – oltre la scrittura -?
Grazie a voi! Svolgo la professione di assistente amministrativo nelle scuole pubbliche e miei interessi sono molteplici, oltre alla scrittura sarebbe impossibile non citare la lettura! Ma sono anche un grandissimo appassionato di storia, essendomi laureato in questo settore.
2) Devo chiedertelo: sei un campanilista anche tu? Vivresti mai lontano dalla Sicilia?
C’è una questione, si chiama sicilitudine ed è il lamento che il siciliano fa di sé. Vittorio Nisticò, storico direttore de l’Ora di Palermo, sosteneva che i siciliani si dividono in due grandi categorie: i siciliani di scoglio e i siciliani di mare aperto.
I siciliani di scoglio sono quelli che se si allontanano dalla Sicilia, il secondo giorno cominciano ad avere delle crisi di astinenza, gli mancano tutta una serie di cose e il terzo giorno devono assolutamente tornare. I siciliani di mare aperto invece sono quelli che fanno della loro sicilitudine una specie di patrimonio personale e lo utilizzano per vivere una vita diversa.
In Sicilia ci tornano perché sta loro nel cuore, ma comunque scelgono di proiettarsi su un altro orizzonte. Ti confesso che mi definisco un siciliano di scoglio, il mio sogno sarebbe quello di non dovermi spostare continuamente dalla Sicilia in cerca di un lavoro, però sono costretto a farlo. Spero un giorno di poter trasformarmi in siciliano di mare aperto, ma non so se ci riuscirò e forse neanche lo desidero.
3) Qual è la primissima cosa che hai scritto e che età avevi?
In realtà sono sempre stato un accanito lettore, per cui la primissima cosa che ho scritto, a 23 anni, è stata Il martirio del bagolaro, romanzo storico ambientato ad Acirealeche a breve uscirà in riedizione.
4) Quali sono i tuoi autori prediletti? C’è qualcuno che assurgi a modello?
Autori prediletti ce ne sono tanti, troppi. A mio avviso, durante il processo di scrittura, l’autore dovrebbe continuamente lasciarsi influenzare dai suoi scrittori preferiti.
A tal proposito, Effetti Collaterali è un omaggio non solo alla Sicilia, ma anche a coloro che considero miei maestri. Tra i siciliani ti potrei senz’altro citare Andrea Camilleri, Gaetano Savatteri, Santo Piazzese, Silvana La Spina, Antonio Pagliaro, ma la lista è davvero infinita.
Tra i non siciliani invece amo alla follia Giancarlo De Cataldo, Piergiorgio Pulixi, Massimo Carlotto, Eleonora Carta, insomma potremmo far notte!
Rosario Russo e il suo Effetti collaterali
5) Effetti collaterali è una raccolta di sei racconti: da cosa è nata questa idea?
L’idea è nata in un secondo momento. Le sei “storie niure” sono state scritte in periodi diversi, senza prevedere alcun risvolto editoriale. Soltanto in seguito ho pensato di racchiuderle in un unico volume. Questo perché a mio avviso, affinché una raccolta di racconti abbia motivo di esistere, bisogna che un filo conduttore leghi le storie presenti.
Vero è che in Effetti Collaterali tale filo è permeato dall’ambientazione siciliana, ma ciò non basta. Credo che alla base della mia raccolta piuttosto ci sia una forte esigenza di raccontare una terra che muta in continuazione: la Sicilia che narro in Effetti Collaterali è quanto di più lontano dai soliti cliché del sole, del mare e della pasta con le sarde (che peraltro hanno francamente stancato).
La Sicilia cambia e oltre alla “linea della palma” di Sciascia bisogna pure fare i conti con la “linea dell’abete” di Bufalino. L’Isola da cartolina si scontra ogni giorno con l’Isola del malaffare, delle scelte illogiche, dell’abusivismo edilizio e della bellezza offuscata.
6) Qual è il racconto di questa raccolta al quale sei maggiormente legato e perché?
Potrei dirti “Gli amanti immortali”. Sono molto legato a questo racconto perché mi ha permesso di raccontare una delle più belle storie d’amore della mitologia: il mito ovidiano di Aci e Galatea. Il dramma di un amore tra un pastore e una ninfa stroncato dalla gelosia di un crudele ciclope, un sentimento che scorre ancora oggi fino al mare. Parlarne mi emoziona sempre.
7) Tre dei sei racconti sono dedicati all’ispettore Traversa, un uomo, a quanto pare, insofferente a quella che è la caleidoscopica Sicilia: come nasce questo personaggio?
Luigi Traversa ha una genesi molto particolare ed è nato proprio con Gli amanti Immortali. Per scrivere il racconto avevo bisogno di un protagonista “forestiero”, qualcuno che agisse all’interno della trama mosso dallo stupore di chi si ritrova a vedere la Sicilia per la prima volta.
Così facendo, sarei riuscito ad evidenziare maggiormente le bellezze e i contrasti del mio territorio. Senza grossi problemi, creai mentalmente un ispettore originario del Veneto, di Feltre per l’esattezza, e fu così che nacque il mio caro sbirro. L’entusiasmo con il quale l’opera è stata accolta dai miei lettori fu per me qualcosa di totalmente imprevisto.
Molti mi chiesero altre storie con lo stesso protagonista, spinti dalla curiosità di conoscere qualcosa in più riguardante la vita di Luigi Traversa. Esaltato da quel successo, decisi allora di scrivere Quattordici spine, pubblicato da Algra editore nel 2019. Si tratta di un romanzo d’ampio respiro che oltre a descrivere un giallo piuttosto complesso, racconta la storia personale dell’ispettore e i motivi che lo hanno spinto al trasferimento in Sicilia.
8) Ti faccio una domanda che sembra un po’ banale: quanto di te c’è in questa raccolta?
Beh, Traversa è qualcosa di profondamente lontano dalla mia persona, però mi ritrovo molto in Vincenzo Cantone, strampalato aspirante scrittore e protagonista del primo racconto, “Il delitto delle cartoline”. A mio avviso si tratta di un personaggio con grandi potenzialità che spero di poter approfondire in altre storie.
9) Hai in cantiere un prossimo romanzo?
Sì, ho in cantiere una nuova indagine di Traversa. Sarà una storia molto complessa e farò di tutto affinché si trasformi in un romanzo di assoluta qualità. Ci vorrà senz’altro del tempo, scrittori non ci si improvvisa e per fare la differenza bisogna leggere e studiare senza sosta. Soltanto così non ci si perde nella troppa paccottiglia letteraria che ogni giorno inquina gli scaffali delle librerie.
Carissimo Rosario, eccoci giunti al termine di questa nostra chiacchierata, come detto, leggere i tuoi scritti mi ha fatto sentire a casa e mi ha permesso di trascorrere piacevoli momenti di lettura.
Un caro saluto e buona fortuna per il tuo futuro letterario, alla prossima!