Buongiorno amico iCrewer, oggi voglio condividere con te la mia ultima lettura: Dipende da dove vuoi andare, scritto da Stefania Convalle ed edito dalla sua casa editrice Edizioni Convalle. Si tratta del terzo romanzo dell’autrice milanese che leggo quest’anno; ricorderai infatti i miei articoli precedenti dedicati a Lo specchio macchiato dal tempo e Il manoscritto.
Io non lo so cosa voglia dire approcciarsi in così breve tempo alla bibliografia di un autore, quello che riesco a dire con precisione è che la scrittura di Stefania Convalle mi cattura completamente ogni volta che mi immergo in un suo romanzo. Da qui il desiderio di andare indietro nel tempo nella sua produzione letteraria e saziarmi delle sue parole, delle sue storie e soprattutto delle emozioni che è capace di regalare al lettore.
Dipende da dove vuoi andare è infatti datato 2017: inizia dunque con questo romanzo dedicato al tema della violenza sulle donne il mio viaggio nel tempo tra i romanzi dell’autrice con la quale, ti ricordo per correttezza amico lettore, ho un rapporto di collaborazione artistica di recente sfociata nell’opera I racconti di Natale, ben recensita dalla nostra Pina, e legata a una iniziativa benefica dedicata alle donne in difficoltà.
Lo dico per chiudere il cerchio introduttivo e per ribadire che nonostante questa amicizia il mio parere sulle sue opere è sempre il più obiettivo e sincero possibile.
Dipende da dove vuoi andare: un romanzo di Stefania Convalle
Mi fido di Stefania. Mi fido della sua penna.
Mi fido delle sue opere.
Ecco perché ogni volta che la incontro, per un caffè o per discutere nuove idee e nuove proposte, torno a casa con un suo libro. Questa volta, come detto, mi sono lasciato catturare dalla storia di Dipende dove vuoi andare, a mio avviso, il romanzo a cui lei è più legata. Lo penso per l’energia che sprigiona ogni volta che ne parla, ma bisognerebbe chiedere a lei e non lasciarsi influenzare dalle mie sensazioni.
Fatto sta che si tratta di un gran bel romanzo. Amico lettore se ancora non sai cosa regalare a qualcuno che fa parte della tua community di lettori, anzi diciamo crew, prendi in considerazione questa opzione. Potrebbe essere una grande soluzione last minute.
Perché Dipende da dove vuoi andare è una calamita che ti incolla alle pagine fin dalle prime due parole. L’inizio infatti è uno shock. Un faro abbagliante puntato negli occhi di chi legge. Due parole, credimi due sole parole, per sedurre il malcapitato lettore che a quel punto non potrà più uscire dal tunnel che si protrae fino all’ultima pagina.
Ora, sono molto combattuto se citare e riportare qui nell’articolo quelle due parole o se lasciare il beneficio del dubbio e alimentare le cosiddette hype in te che leggi questi miei pensieri. Facciamo che ci penso mentre continuo a sviluppare il testo.
Il romanzo di Stefania Convalle ha come protagonista Maria, una giovane donna che commette l’errore di invaghirsi per l’uomo sbagliato. Un uomo all’apparenza perfetto che nasconde, attraverso i suoi modi gentili, una violenza che esibisce soltanto all’interno delle mura domestiche. Un uomo, Luca, con un passato recente fatto di rabbia, ira e gesti orribili nei confronti di Anna, la sua prima compagna.
Sarà proprio Anna, attraverso metodi che identificano la penna della Convalle, a guidare la malcapitata Maria verso la salvezza.
Una caratteristica dei libri di Stefania Convalle è l’intreccio della trama che si avvinghia in maniera meravigliosa su sé stessa, rendendo difficile e quasi impossibile il racconto per noi che ne parliamo. Il rischio di rovinare le sorprese e di svelare elementi fondamentali per l’effetto wow è infatti elevatissimo. Questo, a mio avviso, è un merito. Un punto a favore dell’autrice che sa sempre mescolare elementi di giallo, di noir e di thriller all’interno di storie che si basano sull’amore.
Che altro desiderare quando ci si appresta a leggere un libro?
Come detto a più riprese, il tema di Dipende da dove vuoi andare è quello della violenza sulle donne. Il fatto di averlo letto a ridosso del 25 novembre è una pura casualità, ammetto che non è stato voluto o studiato. Tutto l’insieme però mi ha permesso di fare una riflessione e di fare un passo in avanti al mio pensiero riguardo questo tema spiacevole.
Per me dovrebbe essere scontato che non si usa la violenza. Il rispetto per la donna, e per gli individui in genere, fa parte della persona che sono e faccio fatica a concepire come possa succedere. Ma proprio perché succede, e la realtà ci dice che accade sempre più spesso, trovo sia giusto parlarne e soprattutto sensibilizzare.
Mi domando cosa possa scattare nei meccanismi mentali di un uomo quando decide di maltrattare un donna. Forse la risposta è niente. Non succede proprio niente. Perché se anche ci fosse una piccola oscillazione elettrica, si renderebbe conto che si tratta di una azione tremenda.
Stefania Convalle, nel suo romanzo, si mette anche nei panni del carnefice. Un altro tratto caratteristico del suo scrivere, infatti, è quello di farci vedere la storia attraverso gli occhi di tutti i suoi protagonisti. Così, di capitolo in capitolo, indossa i panni di questo o di quel personaggio e, attraverso le emozioni e i respiri di ognuno, lascia al lettore un mosaico splendente fatto di tessere di diversi colori.
Concludendo, quindi, consiglio la lettura di questo romanzo innanzitutto perché è molto avvincente. Il trasporto di una storia d’amore che nasce – quale? – e quello di una storia malata all’interno di una narrazione intrisa di tutti gli elementi del thriller è davvero uno scacco matto per il lettore. E poi perché fermarsi un attimo e prendere atto di questa piaga sociale che subdola ci ruota intorno anche quando non ce ne accorgiamo è, almeno una volta all’anno, più che doveroso. Anche se dovremmo ricordarcene ogni sacrosanto giorno.
Ti starai chiedendo, amico iCrewer, cosa ho deciso di fare con quelle due parole rimaste in sospeso poco più su nell’articolo. Quelle che segnano l’incipit di Dipende da dove vuoi andare. Pensandoci bene, il fatto che l’autrice le sveli immediatamente è un bene per tutto lo sviluppo del romanzo, quindi condividerle qui arricchirebbe l’interesse per il libro.
Ma chi sono io per toglierti questa curiosità?
A presto e… buone letture!