Dinah Jefferies è considerata un autrice best seller e non mi sorprende. Per lei parlano i numeri, i libri venduti, il seguito dei lettori affezionati, la critica letteraria. In ogni caso, il giudizio è sempre soggettivo e che questo sia legato alla lettura personale?
Dinah Jefferies, basta il profumo di un fiore per dimenticare …
Premetto, non sono una fans del genere, tuttavia, leggendo Il profumo segreto della lavanda (Newton Compton), ho compreso il motivo di cotanto successo.
Dinah Jefferies ha fantasia da vendere e la capacità di adeguarla alla realtà. Almeno questo è quello che ho pensato dopo aver chiuso l’ultima pagina del suo romanzo.
Il romanzo restituisce molto bene la dimensione di una realtà difficile e tragica come la seconda guerra mondiale le cui vicende s’intrecciano, inevitabilmente, con la vita delle persone, stravolgendo non solo le abitudini ma l’identità stessa, la mentalità e soprattutto i destini.
La guerra con le sue contraddizioni ti costringe a riflettere su una verità che per quanto tragica ha una sua logica, scopre le fragilità interiori, rispolvera inquietudini nascoste che la precarietà della vita fa emergere. Credo sia questo il messaggio nascosto tra le righe di questo gradevole romanzo rosa.
Il palcoscenico in cui si svolgono i fatti è Saint Cecile, un florido paesino a Perigord Noir, situato nella Dordogna francese, contaminato dalla presenza nefasta delle truppe naziste. Siamo nel 1944, gli americani sono alle porte e la reazione dell’esercito tedesco diventa sempre più cruenta. Ogni giorno è per tutti un nuovo giorno da superare, lo sanno molto bene le protagoniste della storia, Helene, Elise e Florence, le tre sorelle che abitano da sette anni la cascina alle porte del paese.
Tre donne sole, molto unite tra loro ma con personalità differenti, ognuna con il proprio background fatto di storie irrisolte, un presente comunque da vivere e la speranza un giorno di ricominciare. Nel passato la morte del padre e un rapporto complicato con la madre dopo l’improvvisa decisione di trasferirsi a Londra.
Dinah Jefferies: tre sorelle, la guerra, tre donne straordinarie innamorate della vita
Al di là della costruzione narrativa, molto articolata e di sicuro effetto, di Dinah Jefferies mi ha colpito la capacità descrittiva. Lo spazio dato all’ambientazione è davvero notevole, occupa buona parte dei capitoli iniziali, ammetto che in alcuni tratti l’ho trovata eccessiva.
Comunque, persa tra i cespugli di gelsomini, boschi e foreste incontaminate ho avuto il piacere di conoscere le personalità delle dolci protagoniste della storia. Helene, la più grande delle tre, esprime l’immagine di donna responsabile, pragmatica ma rassicurante, è infermiera presso lo studio medico del paese, è pronta a sacrificarsi per il bene comune.
Nel privato invece è preda di emozioni contrastanti, ha paura dei tempi, rimugina sul passato, è insicura, sogna l’amore che la travolge deludendola, si scontra con la crudeltà dell’uomo
Quella di Florence la più piccola di casa, è invece, una personalità, oserei dire, bucolica, tutta casa e cucina, immersa nel suo mondo fatto di profumi e sapori, apparentemente fragile, da proteggere dai mali del mondo perché più vulnerabile.
Il destino, beffardo non le risparmierà nulla. Tra esperienze dolorose e improvvise verità, Florence riuscirà a trovare la parte migliore e forse più forte di sé.
La personalità di Elise è senz’altro la più interessante. È bella, coraggiosa, intrepida, condizionata dai ricordi di una madre troppo intransigente, in prima linea contro i nazisti insieme a Victor, partigiano, l’uomo della sua vita. Anche per lei il destino decide diversamente.
Tre sorelle, tre storie che si incrociano e s’intrecciano con la più dura, quella che non fa a sconti a nessuno, non lascia scampo, tre donne circondate dall’odio e dall’amore, inseguite da un passato ingombrante, divise tra il bene e il male, ciò che è giusto e ciò sbagliato, inghiottite da una guerra che stravolge gli equilibri e toglie le speranze.
Ma è tutto davvero perduto? Le donne di Dinah Jefferies sono, in fondo, le donne di oggi, capaci di affrontare le difficoltà, resilienti, capaci di guardarsi dentro, e scoprire che solo dando importanza alle piccole cose si può ricominciare a vivere.
Cosa penso del romanzo di Dinah Jefferies? Per alcuni aspetti potrebbe sembrare un romanzo di formazione. Nella storia insistono molte tematiche, l’orrore della guerra, la solidarietà, l’amicizia, l’amore, la condivisione delle difficoltà, la resilienza. Che poi sia la fantasia a colorare il tutto è giusto e doveroso.
A mio avviso, il libro è scritto bene, e di questo non ho mai dubitato, molto ben curata la costruzione della storia, profumosa quanto basta, colorata da eventi improvvisi, i dialoghi sono fluidi, mi sembrano motivi più che sufficienti per ritenerle il romanzo di facile lettura, godibile e intenso.